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Cinque musicisti, una sola data in tutta Italia, cinque giorni per un sold out da record, due emittenti radiofoniche, una videodiretta web e 12 mila fan che fanno straripare l’Arena di Verona. Questi sono i numeri di un evento eccezionale che ha portato in Arena i ‘romantici’ Modà. L’entusiasmo dei fan che in 5 giorni ha fatto chiudere le prevendite ai botteghini ha creato frenesia nel gruppo milanese che ha fantasticato per 3 mesi con l’eccitazione di esibirsi su uno dei templi della musica italiana. Quella che li aspetta è un’Arena in piedi ed emozionata, scaldata ancor di più, nella tiepida serata veronese, dai conduttori di Rtl e Radio Italia che fanno il conto alla rovescia col pubblico.
Il palco è trionfale, seppur essenziale nelle scenografie, per la magnificenza che gli conferiscono i 70 elementi del coro dell’Arena e gli 80 musicisti della storica Orchestra dei Pomeriggi di Milano. Strano immaginare come la dimensione sinfonica possa sposare il rock elettrico di Kekko e compagni, ma non ci vuole molto per apprezzare meravigliati la partitura arrangiata dal M° Charles Burgi che eleva ogni brano con un’architettura musicale raffinata ed imponente. Il pubblico si accende con l’orchestra all’ingresso del maestro che indica che pochi attimi li separa dalla vista e dall’ascolto dei beniamini. L’anfiteatro di Verona è variopinto di palloncini e striscioni, i cori inneggianti al gruppo si susseguono, partono impetuose le ‘ola’, bambini e persone di ogni età riempiono tutti gli spazi dell’Arena che sembra quasi piccola nel contenere la folla immensa.
Sono le 21.16. L’orchestra dà l’attacco ad una musica trionfale: trombe epiche e sul maxiwall centrale appare un enorme sipario dietro al quale si svela la frase ‘Non c’è orizzonte più bello dei vostri battiti’. L’effetto da pelle d’oca dell’orchestra live è sortito. Poi una presentazione di immagini introduce i musicisti della band che corrono sul palco. Un’ovazione e sullo schermo le immagini che presentano Kekko. Nello schermo si accende un cielo notturno pieno di stelle, e riparte la sezione degli archi accompagnata dai timpani. La folla è galvanizzata ed esplode sui vocalizzi fuori scena di Francesco, fino all’ovazione che lo raggiunge sul palco con un’ondata di voci che par volere sovrastare coro e orchestra, tanto è potente. Inizia il concerto con Meschina, e poi confida a tutti i presenti ‘E’ da giugno che non ci fate dormire, ma siamo felicissimi di essere qui!’ E dedica a tutti la successiva canzone, Ti amo veramente. E via un dietro l’altro, con un Kekko visibilmente emozionato, i successi che li hanno resi famosi e fatti arrivare tra le più alte posizione delle classifiche di rotazioni radiofonica e vendita di cd. Il pubblico esplode letteralmente nelle performance di >i>La notte e Arriverà, mettendo a dura prova la millenaria Arena. Molto bella la lirica versione del brano che per la prima volta, come ricorda Francesco, ha cantato all’oratorio, Nuvole di rock; così pure la versione di Inverno a Primavera, dedicata al padre, eseguita al pianoforte con Luca Medici, alias Kekko Zalone che in una inedita veste compassata si presta ad accompagnare l’amico come ospite a sorpresa. Un altro special guest calca il palco areniano, regalando grandi emozioni al pubblico. Pau Dones degli amati Jarabe de Palo duetta con Kekko in una breve intro di Agua in ‘itagnolo’ letto su di un foglietto stropicciato che tiene in tasca. Poi Pau la esegue da solo in una versione unplugged con sola chitarra arpeggiata mentre Kekko se la gusta seduto a terra. Bellissima arriva La Flaca che lo spagnolo esegue da solo con un impeccabile sound rock da balera fumosa del Sud America. Tutti ballano, ma la potenza si accende su Come un pittore; l’Arena ne subisce fortemente il fascino e c’è un grande trasporto che fa alzare tutti in piedi.
Per Kekko e i suoi Modà è un susseguirsi di emozioni in due ore di concerto incredibili. Il fan club ha pure organizzato una sorta di flashmob che fa colorare platea e gradinate con un cuore gigante e il nome del gruppo con drappi bianchi e rossi. Il tempo scorre via veloce e verso mezzanotte, arriva con il bis la fine dello strepitoso evento con Francesco visibilmente commosso e la voce rotta. Introduce l’ultima canzone per ringraziare e salutare tutti i fan che hanno permesso a lui e alla sua band di realizzare un sogno che sembrava, qualche anno fa, irraggiungibile. Viva i Romantici.
Articolo del
20/09/2012 -
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