Cheek Mountain Thief Cheek Mountain Thief live @ Purcell Room - Londra (Regno Unito), 11 settembre 2012 Londra (Regno Unito)  11/09/2012 di Chiara Felice

L'Islanda ha assunto – nell'immaginario di chi scrive – le sembianze di una distesa silenziosa. Una terra che fluttua immobile, nel tempo. Fotografie musicali sono state scattate dai Sigur Ros e molto spesso, quasi sempre, associamo a quest'isola le sonorità della band di Jonsi. Un sound peculiare: una fiamma che brucia in una gabbia di ghiaccio; questa è la sensazione che si ha quando si pensa al suono della band più rappresentativa di questa terra silenziosa.
L'Islanda è stata fonte di ispirazione anche per Mike Lindsay (già con i Tunng) il quale, durante la sua permanenza in un villaggio di pescatori sulla costa nord dell'isola, Húsavík, ha dato vita ad un progetto – i Cheek Mountain Thief – che ha appena rilasciato il suo primo lavoro, interamente ispirato a questa esperienza.

I brani del disco vengono presentati durante il concerto alla Purcell Room di Southbank, davanti ad una folta schiera di ascoltatori interessati ed incuriositi. Sette elementi sul palco: ad un chitarrista (Oskar Andri Olafsson) particolarmente dedito alla creazione di effetti sonori, si contrappongono le linee melodiche del violino di Lara Soley Johannsdottir, in un continuo perdersi in divagazioni sonore, per poi ritrovarsi in sentieri melodici più rassicuranti. Oppure si parte con linee armoniche ben definite - Nothing - per poi venire avvolti in una nube sonora che ben presto degenererà grazie agli inserti nonsense della tromba.
Mike Lindsay presenta quasi tutte le canzoni, creando un'atmosfera divertente, vuoi anche per gli spunti alquanto surreali che stanno alla base della nascita di alcune canzoni, tutte accomunate dallo stretto rapporto di Mike con il Dio Bacco: Spirit Fight nasce dalla visione di un punto interrogativo che si andava creando sulla montagna di fronte alla dimora di Mike, man mano che la neve si scioglieva; durante questa “manifestazione” alcuni amici di Mike iniziarono ad avanzare l'ipotesi che la montagna stesse loro parlando.
È un folk che solo in parte si allinea al cosiddetto indie-folk contemporaneo e che tenta di avere un taglio maggiormente originale attraverso la commistione di linee armoniche e melodiche ben definite e divagazioni rumoristiche che potrebbero essere migliorate. Molto bella la versione di Cheek Mountain, che è forse il brano che meglio fotografa l'idea di sviluppo del sound della band, e dove tutti gli elementi riescono ad alternarsi senza creare discrepanze.

Questo progetto di Lindsay parte con il piede giusto e si ha la sensazione che si possa fare ancora di più rispetto all'album di debutto, perché siamo già su una buona strada.

(La foto di Mike Lindsay dal vivo a Londra è di Chiara Felice)