|
Finalmente i Radiohead! Dopo ben quattro anni di assenza, erano circa 30.000 le persone accorse da ogni parte d’Italia quelle che domenica scorsa hanno riempito il prato del Parco delle Cascine a Firenze per assistere all’evento rock di questo 2012. Un concerto molto atteso dai fans e che era stato rimandato a pochi giorni dalla data fissata (il primo luglio) causa il lutto che aveva colpito il tecnico della band Scott Johnson.
La lunga camminata per raggiungere “Santiago De Le Cascine” dava l’idea di un pellegrinaggio di fedeli che vogliono congiungersi con gli amati idoli nel luogo di culto per la celebrazione del sommo rito del rock. D'altronde il percorso seguito dalla band è ampiamente giustificativo di questo fenomeno: da sempre allergica alle marchette da mainstream, i Radiohead hanno saputo mantenere nel corso degli anni una cristallina coerenza con se stessi e con il proprio pubblico. Il paradosso consiste proprio nel fatto che, tanto più la band si è allontanata dalla forma canzone, tanto più è divenuta un fenomeno di massa. Pubblicano dischi solamente quando hanno qualcosa da dire, otto in quasi 20 anni di carriera, seguendo un evoluzione musicale che li ha portati, con il passare del tempo, a fondere il grunge di Creep all’alternative di Just; il pop di No Surprises alla psichedelia di Pyramid Song; l’elettronica di Kid A con la tribalità dubstep di Lotus Flower diventando la band che, più di tutti, ha traghettato la musica dal secondo a questo terzo millennio.
Dal vivo i Radiohead sono degli autentici mostri. Strumentalmente e tecnicamente sono così bravi che a me sono apparsi fin troppo perfetti. Così padroni dei loro mezzi che il sequencer è stato usato al minimo. Cosa davvero incredibile se si pensa a quanto sia sofisticato il sound dei loro brani. D’altronde, quando si ha una elevata conoscenza tecnico/musicale, si possono ottenere gli stessi risultati sonori perseguendo strade diverse. Gran merito di questo va alle complesse trame ritmiche tessute da Colin Greenwood al basso, da Phil Selway alla batteria e da Clive Deamer (preso a prestito dai Portishead) alla doppia batteria sulle quali il resto della band ha potuto sviluppare le proprie trame musicali. Thom Yorke (alla voce) è in splendida forma. Appare più rilassato e si dimena sul palco alternando passi tribali. Tra un pezzo e l’altro, scambia con il contagocce, in perfetto british mood, qualche parola in italiano con il pubblico. Jonny Greenwood, al piano ed alla chitarra, sta alla musica come Einstein sta alla matematica. Nell’occasione vibra alla chitarra dei riff che hanno una gestualità da novello Pete Townshend. Ed O' Brien è la rivelazione, il vero jolly che si alterna dalle chitarre alle percussioni, dalle tastiere ai cori.
Gran parte dei 24 brani in scaletta proposti dagli ex esistenzialisti di Oxford attingono alle sonorità elettroniche da club dei loro ultimi album, cioè da Hail To The Thief, da In Rainbows ed, infine, da King Of Limbs per la gioia soprattutto del pubblico più giovane che inizia a ballare ai ritmi dissennati di Bloom, Lotus Flower, 15 Step, There There, per poi placarsi, solo un istante, durante l’esecuzione di Weird Fishes/Arpeggi. La musica viene accompagnata magnificamente da un set pre-confezionato a base di effetti luminosi ed attorniata da una serie di schermi che ruotano alle spalle della band. Alla fine, però, nonostante alcuni grandi momenti, il concerto ha lasciato poco spazio all’istintività e all’immediatezza risultando, nel complesso, un po’ asettico. In più, la qualità sonora era spesso compromessa dal basso che andava in distorsione offuscando tutti gli altri strumenti.
La serata prosegue tra parti lente e ricche di pathos (Nude, How To Disappear Completely) ed altre ricche di elettricità (Feral, Idioteque ed una superba versione di Kid A). C’è perfino spazio per un’ironica dedica al leader del Pdl Silvio Berlusconi (The Daily Mail). Pochissime sono le digressioni nel passato. Alle orecchie di moltissimi nostalgici non tutto sembra tornare in quanto mancano all’appello circa un quintale e mezzo di capolavori. Per loro, inaspettatamente, la band tira fuori, durante il primo bis, due autentiche chicche del calibro di Airbag e Planet Telex, brano di apertura del secondo album The Bends.
I momenti migliori della serata sono rappresentati, a mio avviso, da una sorprendente interpretazione vocale di You And Whose Army (unico pezzo proposto dall’imperdibile Amnesiac) con i led luminosi che riprendono e scompongono l’occhio inquisitorio di Thom Yorke, ed, infine, da Karma Police (pezzo proveniente da Ok Computer, lo conoscete?) forse il brano più bello mai composto dalla band (cantato in coro da tutti i presenti) che da solo vale l'intero concerto.
Dopo l’esecuzione di Reckoner per solo voce e chitarra, il concerto si chiude con la canzone che più di tutte rappresenta la svolta stilistica dei Radiohead: Everything In Its Right Place. Prima di lasciar spazio ad un finale a trance-elettronico da brividi, il cantante offre un tributo ai R.E.M. ad un anno dal loro scioglimento e fa una intro voce e tastiere del brano The One I Love.
Personalmente non sono un fan incallito dei loro ultimi lavori. Li apprezzo da un punto di vista dell'arrangiamento e della produzione ma non da quello prettamente emozionale. Ad ogni modo, ritengo che si debba assistere ad un concerto dei Radiohead almeno una volta nella vita. Pezzi come Creep e Just sarebbero stati più adatti per un set dal vivo. Ma bisogna rispettare la coerenza di una band che non si identifica più con quei brani (e con quel particolare periodo storico) e che, anche per onestà verso lo stesso pubblico, non è in tour per operazioni giurassiche ma, bensì, per presentarsi nella sua veste attuale: quella di un gruppo pulsante, vitale e proteso all’avvenire.
P.S. (In seguito alla dedica di una canzone all’ex premier Silvio Berlusconi, il Pd ha annunciato che farà ricorso al Giudice di Pace in virtù della violazione della par condicio).
SETLIST:
Bloom There There 15 Step Weird Fishes/Arpeggi Kid A Staircase Morning Mr. Magpie The Gloaming Separator You And Whose Army? Nude Identikit Lotus Flower Karma Police Feral Idioteque
Bis: Airbag How To Disappear Completely The Daily Mail Bodysnatchers Planet Telex
Secondo bis: Give Up The Ghost Reckoner The One I Love (R.E.M.) Everything In Its Right Place
Articolo del
28/09/2012 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|