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Nick Mulvey
Nick Mulvey live @ St. Pancras Old Church - Londra (Regno Unito), 26 settembre 2012
Londra (Regno Unito)
26/09/2012
di
Chiara Felice
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Lo avevamo apprezzato dietro lo hang dei Portico Quartet, intento a creare architetture sonore lungo le quali si sarebbe sviluppato il sound del gruppo, e proprio il suo hang sarebbe diventato il principale tratto distintivo del quartetto inglese. Nick Mulvey sembrava essere legato indissolubilmente all'ascesa dei Portico e l'ultima cosa che avremmo pensato era la probabilità di un suo abbandono. Ed invece un paio di anni dopo aver rilasciato lo splendido Isla, Nick Mulvey decide di lasciare il gruppo per intraprendere la carriera solista come cantautore.
Il suo concerto alla St. Pancras Old Church di Londra - che registra il tutto esaurito – è l'occasione per ascoltare buona parte dei pezzi che andranno a far parte del suo primo disco e per conoscere un aspetto di Mulvey che fino ad oggi avevamo ignorato. Quasi un'ora di concerto che lascerà letteralmente a bocca aperta, aprendo per l'ennesima volta la riflessione su quanto, in alcuni casi, l'arte musicale non necessiti di grandi impianti e strumenti sofisticati. In questa vecchia chiesa ad un passo da King's Cross, Mulvey riesce ad incantare con la sola forza di una chitarra, un piccolo pedale con due effetti e la sua voce; potenza delle liriche e dell'eccellente capacità di saper creare arrangiamenti musicali che riesco ad esaltare le sue interpretazioni. La diteggiatura molto spesso sembra quella di un chitarrista classico: Ailsa Craig potrebbe essere un pezzo scritto dai Pentangle, è una tipica pioggerella inglese che ruota attorno ad arpeggi che si sciolgono in passaggi blues. La cover di Gillian Welch, Miss Ohio, viene personalizzata all'ennesima potenza con venature interpretative che a tratti richiamano i canti africani; quest'ultimo approccio, seppur estremamente velato, lo ritroviamo in diversi pezzi, a partire dall'ironica Nitrus. Ci sono infinite sfumature ed influenze che vanno a confluire in un unico sound, limato fino a renderlo completamente proprio. Non si tratta di semplice folk - anche perché la base di partenza è abbastanza distante da questo genere – ma di una commistione di generi utilizzati per dare il maggior risalto possibile ai testi: se molto spesso è facile perdersi in un splendido intimismo alla Joni Mitchell, dall'altra parte l'utilizzo degli effetti a creare una sospensione ipnotica, rimanda al bellissimo disco di Dan Arborise, Of Tide And Trail.
Nick Mulvey in veste di cantautore si è rivelato sorprendente e solo in parte si rimpiange il suo abbandono dei Portico Quartet: in questa vecchia chiesa londinese si è percepito che questo giovane musicista poco meno che trentenne ha davvero molto da dire, e riesce a farlo con grande classe ed originalità. E questo è solo l'inizio.
SETLIST:
Heaven Moans Meet Me There Ailsa Craig House Of St Give Me Miss Ohio Nitrus Venus Fever Trellis
Encore: Cucurucu
(La foto di Nick Mulvey in concerto è di Chiara Felice)
Articolo del
27/09/2012 -
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