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Non è facile per un giovane pianista di professione, e in rapida ascesa, come Nils Frahm, 30 anni, originario di Berlino, accettare le conseguenze di una brutta caduta dal letto situato su un soppalco all’interno del suo studio di registrazione, che gli ha procurato la frattura scomposta di un pollice. Nils ha dovuto subire un delicato intervento chirurgico, gli sono state applicate delle viti, e ha dovuto sopportare un lungo periodo di inattività, questo proprio dopo i concerti in cui aveva eseguito brani tratti da Felt, un album del 2011, ed aveva ottenuto un grande successo, sia in Germania che in Inghilterra. Adesso che il peggio è passato Nils torna a suonare dal vivo e per l’occasione presenta Screws, il suo nuovo disco dedicato, in maniera divertita ed autoironica, proprio alle quattro viti che sono state messe all’interno del pollice della sua mano sinistra.
L’album deve ancora uscire, questione di poche settimane, e si compone di nove composizioni, nove proprio come il numero delle dita a cui è dovuto ricorrere nel comporre: cinque della mano destra più le quattro ancora funzionanti della mano sinistra. I dottori gli avevano consigliato di tenersi lontano dal pianoforte per un po’, ma lui non ha saputo resistere a lungo. Dopo aver cancellato diversi concerti, si è ritrovato da solo nel suo studio e ha ricominciato a comporre. Nils aveva avuto paura di dover chiudere in anticipo la sua carriera, ma fortunatamente non è stato così e le sue composizioni, sette delle quali portano il nome delle note musicali, sono una vera delizia per le nostre orecchie, ed invogliano ad un ascolto ripetuto ed attento. L’esibizione di questa sera, all’interno della Chiesa Evangelica Metodista di Via XX Settembre, illuminata soltanto dalla luce di qualche candela, è altamente contemplativa e si allinea perfettamente alle nuove scelte compositive del musicista che ha recentemente deciso di mettere almeno momentaneamente da parte l’elettronica per dedicarsi interamente al pianoforte. Il suo approccio allo strumento assume contorni tipicamente neoclassici, ma al tempo stesso non è convenzionale. Risente molto infatti della frequentazione con esponenti di musica contemporanea come Anne Muller e Peter Broderick e il suo penultimo disco Felt è stato apprezzato molto anche da Thom Yorke dei Radiohead. La musica di Nils Frahm nasce da un substrato minimale, che lascia spazio a sonorità delicate e ad altrettante pause.
Composizioni notturne, che scavano dentro la parte più nascosta dell’animo per riemergere sotto forma di suoni. E’ proprio la notte il momento della giornata in cui Nils si sente più ispirato, crea le sue composizioni e si preoccupa di mettere degli strati di feltro (“felt” per l’appunto) fra i tasti del suo pianoforte per non disturbare i vicini. Sonorità in bassa frequenza che però fanno viaggiare la mente, una musicalità sospesa che duetta con il silenzio, che non è avida, né vorace, che non sente alcun bisogno di mettersi in mostra.
Articolo del
19/11/2012 -
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