Glen Hansard Glen Hansard live @ Barbican Centre - Londra (Regno Unito), 30 gennaio 2013 Londra (Regno Unito)  30/01/2013 di Chiara Felice

Il finale è sicuramente il momento che resterà incorniciato nella memoria di chi scrive. Un momento di catarsi collettiva, un ritorno alle radici più genuine e al senso vero e ultimo del fare ed ascoltare musica. Quasi una ventina di musicisti che accorciano le distanze con il pubblico iniziando a girovagare per il teatro al ritmo di una vecchia canzone: Passing Through di Pete Seeger, tutta la potenza comunicativa del testo di Seeger viene degnamente omaggiata in una versione dal sound multicolore, che sembra far approdare in questo moderno teatro ad est di Londra, tutta la vitalità di una New Orleans di fine anni quaranta. E quei versi: “Passing through, passing through. Sometimes happy, sometimes blue, glad that I ran into you. Tell the people that you saw, me passing through”, diventano un vero e proprio mantra che finisce per unire musicisti ed ascoltatori!

La fine di questo concerto è anche un po' una riconciliazione di Glen Hansard con quello che è stato il suo inizio artistico, speso a suon di giornate passate a raccontare se stesso attraverso la musica, per le strade di Dublino. Si potrebbe, a tratti, accusare il peso di tutta questa strabordante emotività, ma si viene letteralmente catturati dalle sue interpretazioni, da quella voce che da soffusa e delicata sfocia in disperate e feroci parentesi (la bella Leave e When Your Mind's Made Up tanto per citare due esempi). Ad accompagnarlo sul palco ci sono una piccola sezione d'archi e un'altrettanto piccola rappresentanza della classe degli aerofoni che ben incorniciano le composizioni nate con il più classico dei processi compositivi: chitarra e voce.

Oltre alle canzoni del suo primo lavoro solista in studio, Rhythm And Repose, la scaletta si è arricchita con brani dalle sue precedenti esperienze musicali, prima con i Frames e in un secondo tempo con gli Swell Season.
Se il momento più poetico è stata la coinvolgente – in tutti i sensi – interpretazione di Passing Through, la punta di diamante dell'intera serata è stata senza ombra di dubbio un'altra indescrivibile cover: Astral Weeks di Van Morrison. Solo chitarra e voce, ma una voce che potrebbe far impallidire lo stesso autore di questo testo poetico (perché di poesia si tratta!), non tanto per la potenza vocale o per chissà quale arzigogolato arrangiamento chitarristico, tutt'altro. C'era un'anima intrappolata che voleva palesarsi, che voleva manifestarsi in tutto il suo essere; questa è stata la sensazione provata all'ascolto di Astral Weeks. E poi c'erano quelle spigolosità burbere che tanto sono care al nostro Van.

Vedere dal vivo Glen Hansard lascia sicuramente tante soddisfazioni, ci si sente quasi lontani anni luce dall'ascolto di un suo disco in studio, e la differenza la fa proprio questo andare a briglia sciolta e l'avere intorno musicisti in grado di incorniciare al meglio una canzone, senza invadere oltre misura il campo.

(La foto di Glen Hansard sul palco del Barbican è di Chiara Felice)