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Una serata davvero particolare, che viene vissuta in un’atmosfera intima e con profondo rispetto, accoglie il ritorno a Roma di Jane Birkin donna bellissima ed affascinante, icona della canzone francese e della musica internazionale fra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta. All’epoca fece scandalo la sua storia d’amore con Serge Gainsbourg, vissuta pubblicamente, in modo provocatorio e sfrenato. Adesso, che tanti anni sono passati da allora, Jane torna in concerto ad esibirsi dal vivo per un omaggio a Serge, scomparso nel 1991, che rimane il padre di una delle sue tre figlie, Charlotte, e al quale - malgrado la separazione avvenuta nel 1981 - è sempre stata legata da un amore così profondo, la cui testimonianza quasi ci mette tutti in imbarazzo.
Jane Birkin ha 65 anni, ben portati, non fa nulla per nasconderli: non un filo di trucco, nessuno gioiello. La sua eleganza è seconda soltanto al suo fascino. Alta, slanciata, sempre molto magra, con i capelli lunghi sciolti dietro le spalle, Jane si presenta vestita con una camicetta bianca e un paio di pantaloni da sera, scuri. La sua è una figura sobria, leggera, a tratti disarmante, che si rivolge al pubblico che ha riempito la Sala Sinopoli con un candore misto a sorpresa: “Ma come, con tutti i problemi che avete qui in Italia, siete venuti da me questa sera” sorride Jane “Pensavo che eravate tutti indaffarati, che dovevate cercare un nuovo Papa! Quando poi mi sono resa conto che pioveva, ero sicura che non sarebbe venuto proprio nessuno ad ascoltarmi!” Un applauso sincero le dimostra tutto l’affetto di quanti non l’hanno mai dimenticata, come interprete, come attrice, sempre coraggiosa, sempre pronta a spezzare vecchie logiche e ogni schema, a guardare verso il futuro. Jane Birkin ha vissuto con Gainsbourg una storia d’amore lunga ed importante, durata dodici anni, e nel 2011, venti anni dopo la scomparsa di Serge, ha inteso celebrarla portando in tour alcune delle sue canzoni più belle, scritte tutte per lei. Si commuove ancora, quando ne parla. Lui aveva avuto altre storie dopo la loro separazione, lei anche, ed è diventata madre altre due volte. Ma niente ha spezzato mai per davvero quel legame indissolubile che esisteva fra loro, malgrado le numerose liti, le fughe, le recriminazioni di Jane che vedeva il suo uomo autodistruggersi con il fumo e con l’alcool. Il repertorio di Gainsbourg, reinterpretato da lei che ne era stata la Musa ispiratrice, venne eseguito per la prima volta dal vivo in Giappone, durante un concerto di beneficienza che Jane aveva fortemente voluto per offrire il suo contributo dopo la tragedia dello tsunami in Asia. In quella occasione accompagnava Jane sul palco un quartetto jazz composto da Nobu Nakajima al pianoforte, da Takuma Sakamoto alla tromba, da Ichiro Onoe alle percussioni e da Hoshiko Yamane al violino. La serata andò così bene che le successive date vennero portate a termine con la stessa formazione e anche adesso, due anni più tardi, Jane Birkin ha preteso ed ottenuto da Olivier Gluzman, il suo manager, che fossero quegli stessi musicisti a ripartire con lei in tour e quindi ad esibirsi con lei questa sera a Roma.
L’intesa fra Jane e i suoi musicisti è perfetta: atmosfere piacevolmente jazzate accompagnano le esecuzioni di un repertorio assolutamente fantastico, anche se il filo di voce caratteristico di Jane, era solito fare da contrappunto all’epoca alle modalità di crooner che Serge prediligeva per le sue composizioni. Brani come Requiem Pour Un Con, Jane B., Comic Strip e la divertente Di Doo Dah, prodotta da Serge, ma cantata da Jane sul disco omonimo del 1973, ci riempiono il cuore di ricordi e di tanta nostalgia. Bellissimo su Les Dessous Chics, il duetto con Hoshiko, la violinista, che si rivela anche una valida cantante ed esegue un delizioso falsetto. Struggente l’interpretazione di Les Amour Perdues, una ballata francese fuori dal repertorio di Gainsbourg, ma che si innesta perfettamente nel clima raccolto, intenso e dolcemente romantico della serata.
Jane Birkin non finisce mai di ringraziare il pubblico, parla ora in francese, ora in inglese oppure in uno stentato italiano, ma non vorremmo mai smettere di ascoltarla. Ad un certo punto del concerto Jane scende dal palco, attraversa la Sala Sinopoli per salutare personalmente il pubblico e poi saltellando torna sulla scena. Il suo sorriso nasconde il dolce ricordo per chi non c’è più. L’esecuzione di Ah Melody, brano tratto dal celebre Histoire de Melody Nelson, un concept album di rara bellezza, all’interno del quale la canzone d’autore incrocia il Rock Progressivo, è un altro dei momenti belli della serata, insieme alla toccante Baby Alone In Babylon, il brano che chiude un concerto di alta levatura, una lezione di stile per quanti adesso si affacciano con troppa fretta e poco talento al mondo della musica e dell’arte.
SETLIST:
Requiem Pour Un Con Marilou Sous La Neige Tombée des nues Di Doo Dah Amours Des Feintes Les Dessous Chics Le Couteau Dans le Play Ballade de JJ La Javanaise Une Chose Entre Autres Comic Strip Les Amours Perdues Jane B Mon Amour Baiser Ah Melody Haine Pour Aime Baby Alone In Babylon
Articolo del
11/03/2013 -
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