Beach House Beach House + Marques Toliver live @ Piper Club - Roma, 10 marzo 2013 Roma  10/03/2013 di Andrea Belcastro

Uno dei locali storici per la musica in Italia (il Piper), la capitale ingrigita dalla pioggia quasi a dare un tocco d'internazionalità a metà strada tra Portland (Oregon) e Londra per dare il benvenuto ad uno dei gruppi più importanti dei nostri giorni ed un impianto acustico finalmente all'altezza della situazione (come testimoniato già in partenza dalla performance del tanto originale quanto noioso opener Marques Toliver): gli ingredienti per una grande serata sembrano esserci tutti.

In realtà, nonostante le buone premesse, l'atmosfera onirica sembra avere contorni da incubo. Infatti, non solo il duo di Baltimora (potenziato per l'occasione dalla presenza del batterista Daniel Franz) si fa attendere per quasi un'ora dopo l'esibizione di Toliver, ma per il primo terzo del concerto sembra di assistere all'esibizione di un gruppo scartato dal peggiore talent show partorito dalla mente di Maria De Filippi. In particolare una sfiatatissima Victoria Legrand non fa molto per cancellare l'impressione che sia lì sul palco solo ed esclusivamente per doveri contrattuali: canta malissimo, a volte sbaglia i tempi mettendo in difficoltà anche l'impeccabile Alex Scully e su Norway (brano distrutto in maniera vergognosa) sembra un'oca strozzata. Un disastro, insomma. Ma, come una novella Roberto Baggio in versione USA '94, la Legrand, ad un certo punto, si risveglia dal torpore iniziale e, prendendo in mano le redini del palco, porta la sua squadra ad una vittoria clamorosa.
La rimonta inizia con una versione strepitosa ed intensissima di Silver Soul, nella quale finalmente escono fuori non solo tutte le doti vocali della Legrand, ma anche le sue insospettabili qualità di interpretazione fisica ed attoriale dei brani. Insomma, da lì in poi il concerto regala perle a ripetizione con la riproposizione quasi integrale dell'ultimo album Bloom e di buona parte del precedente Teen Dreams, con una sola concessione al passato (non troppo lontano) della band rappresentata da un'intensissima ed emozionante Heart Of Chambers.

L'esibizione si conclude con il pubblico in visibilio davanti al travolgente finale di Irene, il quale conferma tutte le sensazioni raccolte in questi anni ascoltando i Beach House su disco.
Una vittoria sofferta ma pur sempre tale.