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Un evento da non mancare, un concerto che richiama un folto pubblico, composto non soltanto da nostalgici della musica italiana dei primi anni Settanta, ma anche da giovani curiosi di rivisitare un album capolavoro come La Buona Novella, scritto da Fabrizio De Andrè nel 1970, per l’occasione eseguito dal vivo dalla Premiata Forneria Marconi, storico gruppo italiano di Rock Progressivo, che all’epoca dell’uscita del disco si affacciava sulla scena della musica leggera con il nome di Quelli e collaborò con lo stesso De Andrè alla realizzazione dell’opera. Se proprio quindi bisognava mettere mano ad un repertorio “sacro” come quello delle canzoni contenute su La Buona Novella, non ci poteva essere testimonianza più autorevole se non quella di musicisti che con De Andrè hanno collaborato e con il quale erano legati da profonda amicizia.
“Gesù Cristo è stato il più grande rivoluzionario della storia” esordisce Franz Di Cioccio, citando De Andrè, al momento di introdurre il concerto, “Sono passati oltre quaranta anni dall’uscita di quel disco e noi vogliamo riproporlo a modo nostro, rispettando i testi e le melodie di Fabrizio, ma arricchendo la partitura musicale secondo il nostro stile, quello della P.F.M.”. Il concerto riproduce la sequenza originale dell’album: si comincia da L’infanzia di Maria e Il ritorno di Giuseppe, si prosegue poi con Il sogno di Maria, Ave Maria e Maria nella bottega del falegname, una canzone che vede la partecipazione entusiasta del pubblico che scandisce il tempo battendo le mani. C’è da sottolineare il grande lavoro di Franco Mussida, uno dei più grandi chitarristi italiani di sempre, che disegna assolo straordinari e ricuce ora con grazia ora con un afflato più tipicamente rock le partiture originarie dell’amico Fabrizio. Da segnalare anche il contributo di Patrick Djiavas, al basso elettrico e gli interventi di Luciano Fabbri, al violino e di Alessandro Scaglione, alle tastiere, nonché l’apporto di Roberto Gualdi che si alterna con Franz Di Cioccio alla batteria. Per quanto riguarda invece la sezione vocale, le esecuzioni vengono equamente divise fra Di Cioccio e Mussida fino a Via della Croce; poi però - di fronte a Il testamento di Tito - i due cantano insieme dividendosi le strofe della canzone. Per quanti, come chi vi scrive, hanno avuto la fortuna di ascoltare Fabrizio De Andrè dal vivo risulta inizialmente difficile ascoltare quei brani cantati con modalità così diverse: la tonalità di Franz Di Cioccio è talvolta troppo alta e aggressiva per poter essere in qualche modo vicina a quella del Maestro, mentre invece il canto di Franco Mussida, in particolare su Ave Maria, sembra forse più in linea con quelle che erano le sue interpretazioni. Ma si tratta di considerazioni di poca importanza, sia perché De Andrè resta inimitabile sia perché non c’è tempo di riflettere troppo. Infatti le note di Laudate Hominem invadono la sala e con esse un altro intervento solista della chitarra di Mussida, sempre impeccabile e puntuale.
Giunti al termine della esecuzione de La Buona Novella, dopo essere stati sommersi dagli applausi, Mussida chiede al pubblico se hanno tempo e voglia di ascoltare anche un po’ di cose della P.F.M. e inizia una nuova sezione dello show, una sorta di album di ricordi del Progressive Italiano. Brani come La carrozza di Hans e Dove...Quando ci riportano ai giorni in cui la P.F.M. era l’unico gruppo italiano che aveva accesso agli studi di registrazione inglesi e collaborava con musicisti tipo Greg Lake dei King Crimson, con Pete Sinfield, con Keith Emerson e Carl Palmer. Esaltante poi l’esecuzione live de Il pescatore, un’altra canzone di Fabrizio De Andrè, presentata con gli stessi arrangiamenti con cui venne eseguita in concerto nel 1979 per lo storico album dal vivo che il Maestro registrò proprio con la P.F.M. . Non poteva mancare, anche se fuori stagione, il suggello finale rappresentato da Impressioni di Settembre, subito seguita da E’ Festa con Franz Di Cioccio che prende decisamente in mano la situazione, saltella in lungo e in largo sul palco per preparare al meglio l’esecuzione di Celebration con tanto di cori orchestrati fra le diverse fila del pubblico presente in sala.
Grande soddisfazione di tutti per una serata fatta di tanti ricordi e di buona musica, una miscela che colpisce sempre nel segno.
Articolo del
26/03/2013 -
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