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Era questo l’evento più atteso all’interno del My Festival organizzato da Patti Smith all’Auditorium Parco della Musica di Roma: l’omaggio ad Allen Ginsberg, suo grande amico, uno scrittore e poeta americano fuori dagli schemi, un provocatore carismatico e furente, che è stato il simbolo di tutto il movimento della Beat Generation. Patti e Allen si erano conosciuti al Chelsea Hotel, che era il punto di incontro di artisti, musicisti e scrittori dell’avanguardia newyorchese. Avevano in comune la passione per le poesie di Walt Whitman e a quell’epoca Ginsberg stava scrivendo la sua elegia a Jack Kerouac. L’energia straripante delle visioni poetiche di Ginsberg fu prezioso elemento di contagio per la formazione di Patti, che già scriveva delle cose, ma non si considerava una poetessa, nè aveva alcuna intenzione di leggere le sue poesie in pubblico. Furono proprio le parole di incoraggiamento di Ginsberg e in seguito l’incontro con Sam Shepard ad aprire la strada verso i primi “reading” poetici di Patti Smith, che ebbe l’idea di trasformarli in vere e proprie “performance” che prevedevano anche la presenza di una chitarra elettrica, l’unica vera arma a completa disposizione di un poeta che vuol fare anche del rock and roll.
Ospite speciale della serata il noto compositore Philip Glass che si è reso disponibile a modellare parte delle sue composizioni sullo spoken word di Patti Smith, che viene affiancata anche da Lenny Kaye alla chitarra e da sua figlia Jesse al pianoforte. C’è quindi il pubblico delle grandi occasioni all’interno della Sala Santa Cecilia e c’è molta attesa per un evento che è in realtà un’assoluta anteprima. Si comincia con Notes To The Future, un’orazione recitata da Patti e rivolta alle giovani generazioni: “Listen children/ For something greater‘s yet to come” ("Restate in ascolto, perché qualcosa di più grande sta per realizzarsi"). Lo spoken word è accompagnato al pianoforte da Philip Glass che riesce a bilanciare perfettamente le tonalità ed il ritmo della partitura musicale al crescendo della recitazione. Patti Smith annuncia l’11° comandamento: “To Love One Another” (Amatevi l’un l’altro), tanto semplice quanto categorico e definitivo. Non esiste niente senza amore. Non hanno senso le cose materiali, il successo, il prestigio o la fama internazionale. Seguono Wichita Vortex Sutra, una poesia di Ginsberg e The Blue Thangka, della Smith, quindi Philip Glass si ritaglia una parte che è solo strumentale, durante la quale il Maestro esegue brani tratti da Metamorphoses, un’opera che spera di eseguire nella sua interezza davanti al pubblico romano.
Quando Patti Smith torna sulla scena, arriva il momento delle poesie in forma canzone e ascoltiamo l’esecuzione in chiave acustica di My Blakean Year, Ghost Dance e di Pissing In A River, brani dominati dai binomi amore/morte e passione/dolore, sentimenti che vengono poi sublimati attraverso la preghiera, attraverso il ricordo di quanti ci hanno preceduto nell’al di là. Il trasporto di Patti Smith è totale: la sua voce è ancora forte, calda, piena di energia, malgrado i 66 anni d’età. Il suo coinvolgimento rivela tratti di natura sciamanica, la sacerdotessa del rock and roll, non accetta compromessi: "Believe or Explode”, la sua Fede spirituale non ammette scorciatoie. Al momento della recitazione di Footnotes To Howl di Allen Ginsberg, viene raggiunto il climax della serata: “The World is Holy/ the Soul is Holy / The Skin is Holy/ The Nose is Holy / The tongue and Cock and Hand and Asshole are Holy! Everything is Holy! Every day is Eternity/ Everyman is an Angel!” Un grido di verità e di speranza, un urlo contro la separazione fra anima e corpo che contraddistingue molti catechismi religiosi; una rivolta che parte dal Linguaggio, che prende per mano la Filosofia, che si accende di Spiritualità e si lascia avvolgere dalla Speranza. L’Uomo ha in sé la possibilità della santità, ma deve saper scegliere, deve saper cercare, perché la distrazioni del mondo materiale sono tante, a portata di mano, facili da raggiungere, ma non costituiscono la ragione vera del nostro passaggio sulla Terra.
Misticismo, poesia e Rock and Roll convivono pacificamente nel’eclettica Patti, che non smette di ringraziare il pubblico e stringe in un abbraccio ideale tutti i presenti prima di scivolare via nel backstage.
SETLIST:
Notes to the Future (Patti Smith) Brani tratti da Metamorphoses, (Philip Glass) Wichita Vortex Sutra (Allen Ginsberg ) The Blue Thangka (Patti Smith) Brani tratti da Metamorphoses (Philip Glass) My Blakean Year (Patti Smith) Ghost Dance (Patti Smith) Pissing in A River (Patti Smith) Etudes # 2 and #10 (Philip Glass) On Cremation of Chögyam Trungpa, Vidyadhara (Allen Ginsberg - musiche di Philip Glass, recitato da Patti Smith) Magic Psalm (Allen Ginsberg musiche di Philip Glass, recitato da P.Smith) Footnotes to Howl (Allen Ginsberg, recitato da Patti Smith) People Have the Power (Patti Smith)
Articolo del
17/04/2013 -
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