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Reduci da una notevole tournèe che li ha visti calcare vari palchi in giro per gli States per presentare il loro secondo disco, i Veronica Falls tornano a casa e si esibiscono per la seconda volta in pochi mesi nella loro fumosa Londra, in una sala a dire il vero più adatta ad ospitare un ballo studentesco, di quelli che si vedono nei film, che a un concerto, e penso di non essere stata l’unica a pensarlo visto che la prima cosa che Patrick Doyle - non il compositore e autore di innumerevoli colonne sonore, ma il batterista dei Veronica Falls – ha chiesto dal palco è stata se qualcuno era mai stato li prima, magari per un matrimonio.
Ma venue a parte, il punto di forza dei pezzi del quartetto inglese sono le armonie vocali giocate sul contrasto tra la voce di Roxanne Clifford e James Hoare, e la cuirosità è vedere se obiettivamente il connubio funziona anche fuori dallo studio di registrazione, e la risposta è si, ma dal vivo i brani dell’ultimo lavoro, ”Waiting for Something to Happen”, come quelli del precedente album omonimo, hanno qualcosa di più, un istinto più rock, dei ritmi più sostenuti, un’urgenza diversa che fa intravedere il gruppo sotto una luce più interessante.
Sembra quasi una sorta di corsa contro il tempo mentre si alternano brani dell’ultimo album come Tell Me, BrokenToys, Teenage e la title-track Waiting For Something To Happen, e curiosi titoli anche tratti dal precedente ”Veronica Falls”, come il singolo Found Love In a Graveyard e Waddingday, il tutto in una soluzione eterogena, in cui non si intuisce nemmeno nessuno stacco tra i due lavori (stacco che di fatto non esiste neppure ascoltando i due dischi a casa con attenzione).
I ragazzi sul palco funzionano, parlano poco, e suonano tanto, scambiandosi occhiate di complicità, anche se forse dovrebbero un po’ affinare la loro presenza scenica, e la loro musica è quel tipo di distrazione che può da sola raddrizzare una giornata storta, o magari il contrario se si è pagato il biglietto per un concerto durato (bis compreso) poco meno di un’ora, ma del resto, non è, il mio caso, quindi grazie Veronica Falls, siete stati un simpatico e interessante intermezzo in una serata primaverile in una Londra caotica.
Articolo del
28/04/2013 -
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