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L’ultima serata del festival di Rock Progressivo in programma alla Cavea dell’Auditorium avrebbe dovuto vedere in scena Claudio Rocchi, che aveva così fortemente voluto queste serate, accanto a Gianni Maroccolo e a Franco Battiato. I tre musicisti avrebbero dato vita ad un live act davvero speciale che prevedeva la rivisitazione di alcuni brani degli album solo di Claudio Rocchi, che risalgono ai primi anni Settanta, la riproposta di pezzi di Franco Battiato, sempre dello stesso periodo, e alcune cover dei C.S.I.. Purtroppo l’improvviso peggioramento delle condizioni di salute di Claudio Rocchi e la sua prematura scomparsa, hanno azzerato ogni cosa. Lo stesso Gianni Maroccolo, che avrebbe dovuto esibirsi al basso nella live band di Battiato, alla fine ha preferito rinunciare del tutto.
Gianni si è presentato all’inizio della serata, accompagnato da Susanna Schimperna - la giornalista e compagna di Claudio - che tre anni fa li aveva fatti incontrare. Maroccolo, bloccato dall’emozione, non riusciva a parlare: ci ha pensato Susanna che - per quanto non credente, non praticante e poco disposta alla retorica - ha ricordato la figura di Claudio Rocchi come quella di una sorta di Angelo piovuto per caso sulla Terra, una persona che ha avuto la fortuna di conoscere e che resterà per sempre nei suoi ricordi. Non si erano ancora spenti gli applausi del pubblico in onore del musicista scomparso che Franco Battiato, accompagnato solo dal suo pianista, esegue una bellissima versione di La realtà non esiste, delicata slow ballad che ricorda - sia nel testo che nelle musiche - quella creatività, quella voglia di sperimentare che apparteneva per intero ai musicisti italiani di quel periodo, influenzati dalle contaminazioni inglesi, ma anche capaci di aprirsi una strada che fosse comunque valida ed originale.
E’ lo stesso Franco Battiato che – fra gli applausi - annuncia la prossima uscita di Rinascere, il progetto discografico pensato e realizzato con Gianni Maroccolo e Claudio Rocchi. Il disco verrà pubblicato comunque, anche se con qualche ritardo. Qualche minuto dopo inizia il concerto vero e proprio, improntato ad Aria di Rivoluzione dalla composizione scritta nel 1973 da Battiato e che compare all’interno di Sulle Corde di Aries, uno dei suoi primi album. Brani come Nel cantiere di un’infanzia e la stessa Aria di Rivoluzione ci riportano indietro nel tempo, a quando Battiato era stato fra i primi a mescolare la sua impostazione - influenzata da tanta musica classica - con i nuovi richiami della musica psichedelica e della sperimentazione. Sul palco Franco Battiato è accompagnato da una tour band di tutto rispetto che prevede l’apporto di Carlo Guaitoli, al pianoforte, di Davide Ferrario, alla chitarra elettrica, di Angelo Privitera alle tastiere, di Andrea Torresani, al basso e di Giordano Colombo, alla batteria. In linea con la rivisitazione dei primi anni Settanta, ascoltiamo con infinito piacere le cover version di Ruby Tuesday, un vecchio successo dei Rolling Stones, di Te lo leggo negli occhi, una ballata di Sergio Endrigo e de La canzone dell’amore perduto, un brano storico di Fabrizio De Andrè.
Il concerto si mantiene su livelli musicali molto alti ed è ricco di esecuzioni live che sono perlomeno rare, e mi riferisco a brani come Quand’ero giovane, Passacaglia e Il Mantello e la Spiga. Il set di Battiato prevede però immancabilmente l’esecuzione di grandi successi come La Stagione dell’Amore, La Cura e E ti vengo a cercare, che vengono accolti con grande commozione dal folto pubblico presente, pronto a riscontrare in quei brani tanti momenti personali, incontri d’amore.
L’atmosfera diventa però un po’ troppo “nazional popolare” quando vengono eseguite in rapida successione Bandiera Bianca, Up Patriots To Arms, L’Era del Cinghiale Bianco e Voglio Vederti Danzare. Il pubblico abbandona i posti a sedere e si scatena in danze e cori sfrenati. Nulla da obiettare a tale riguardo, per carità, ma l’Aria di Rivoluzione ed il ricordo di Claudio Rocchi si spengono quasi in un istante. Era proprio necessario inserire queste hit in “scaletta” in una serata del genere, che sarebbe dovuta essere diversa? Neanche il tempo di pensarci troppo sopra che Battiato, verso la fine del concerto, dopo l’esecuzione de L’Animale, ci regala altre piccole perle nascoste come Stati di gioia e Stranizza d’Amuri, brani che ci riportano lungo i sentieri di una musicalità “altra” e che valeva davvero la pena riascoltare in una serata del genere, dedicata a quel musicista e poeta, delicato e sensibile sognatore che ancora risponde al nome di Claudio Rocchi. R.I.P.
SETLIST:
Intro La Realtà Non Esiste (Claudio Rocchi) No U Turn Nel Cantiere di un’Infanzia Aria di Rivoluzione Ruby Tuesday (The Rolling Stones) Un’altra vita Te lo leggo negli occhi (Sergio Endrigo) La Canzone dell’Amore Perduto (F. De Andrè) Prospettiva Nevski Quand’ero giovane Passacaglia La Polvere del Branco Giubbe Rosse Il Mantello e la Spiga Caffè de la Paix La Stagione dell’Amore La Cura E ti vengo a cercare Bandiera Bianca Up Patriots To Arms L’Era del Cinghiale Bianco Voglio vederti danzare
Encore L’Animale Stati di Gioia Stranizza d’Amuri
Articolo del
29/06/2013 -
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