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Una serata di musica e di danze popolari che ha avuto il dono della coralità e della partecipazione, un tuffo nel passato, appassionato e gradevole, un progetto ambizioso che ha visto oltre 300 persone - fra musicisti, coristi e danzatori - alternarsi sul palco e dare finalmente forma ad un’idea a cui il Maestro Ambrogio Sparagna, famoso per la sua orchestra di organetti, stava lavorando da tempo, in collaborazione con Francesca Trenta, etnologa, coreografa, danzatrice ed interprete di musica popolare.
Sono ormai sette anni che Sparagna lavora insieme all’O.P.I. (Orchestra Popolare Italiana) al recupero di melodie del passato, a tradizioni musicali alle quali viene data una nuova forma-canzone. Canti e balli regionali, scelti all’interno di una vasta gamma, comprendente tutte le zone del nostro territorio, prendono nuova vita, grazie a degli arrangiamenti e a una base ritmica che risultano molto coinvolgenti e di sicuro pregio. Dietro l’Orchestra di Sparagna è schierato sul palco il Coro Popolare diretto da Anna Rita Colaianni, mentre i componenti delle varie Scuole di Danza fanno irruzione sia sulla scena che fra il pubblico portando una ventata di gioia e di allegria.
Cercano di azzerare la separazione fra artisti e spettatori, mirano al coinvolgimento di tutti. Non sono poche infatti le persone che abbandonano il posto loro assegnato e si uniscono al flusso del “popolo danzante”, il resto del pubblico accompagna le esecuzioni attraverso un ritmato battito di mani. Sua Maestà la Pizzica, insieme al repertorio del canzoniere grecanico salentino, è la protagonista della serata, ma non mancano altre citazioni come la taranta, la tarantella e la tammurriata, che prevede in veste di ospiti due percussionisti della scena locale napoletana. Ballate popolari struggenti come Me voglio fa na casa, eseguita dall’ottimo Raffaello Simeoni, si alternano al saltarello e alla mazurca, eseguita in coppia da due signori anziani, molto bravi e tanto acclamati dal pubblico. L’amore più estremo, quello viscerale, che è come “bere un bicchiere di vino rosso con il sale” trova espressione su Eki Pimmena, una vecchia canzone ben interpretata dalla cantante siciliana Eleonora Bordonaro, stretta in un abito rosso che esalta la passionalità dei testi e delle musiche del brano. Ma poi è ancora pizzica con Sia benedetto, eseguita insieme da Francesca Trenta e da Eleonora, supportate dal Coro e dall’Orchestra di Sparagna che spiega: ”Una volta, in passato, quando eri pizzicato da un ragno velenoso, dovevi ballare sempre, in continuazione, senza sosta, per guarire. Adesso dobbiamo ricominciare a farlo, per poter guarire dalla solitudine, che è la malattia dei tempi moderni, che è il nuovo morso del ragno”.
Alla fine della serata la Cavea dell’Auditorium si trasforma in una gigantesca balera e il pulsare dei suoni si mescola ai gesti dei danzatori nel regalare gioia e momenti di autentica emozione. Una lezione di musica popolare, un viaggio nella tradizione del nostro folklore in una notte in cui recuperiamo in parte le nostre radici.
SETLIST:
Taranta d’Amore Me Voglio Fa Na Casa Tarantella Zi Toni Le Stelle degliu Cielo Eki Pimmena Scherma/ Sia Benedetto Avvocata/ Regina degliu Cielo Tanto Te Voglio Ben Tarantella Zingaresca E Me Ne Voglio Andare Fior di tutti i Fiori E Lu Mare E’ ora al Ballo Suspiri de Core Lu Padrone Je Galande E Voglio Far l’Amore Tiritiritombolà
Articolo del
23/07/2013 -
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