|
Lunedi 22 luglio 2013 alle 21,45 precise, dopo l’opening act dei Margaret, sul palco di Rock In Roma prendono posto i Deep Purple. Due ore di ripasso di storia del rock, con una scaletta che attraversa gli anni d’oro dei primi album e salta direttamente al recente lavoro “Now What!?”, con una sola incursione nel repertorio anni ’80. Iniziano subito con energia ma senza strafare, Gillan è abbastanza in forma ma si nota che non ci sono estremi, tutto è sotto controllo, forse anche troppo. Guardare la scaletta (di tutto il tour) e non trovare Child In Time un po’ di delusione la lascia, ma da l’idea che non si vogliono correre rischi, deve essere una cosa tranquilla. Durante l’intero concerto sono tutti abbastanza rilassati, mentre il pubblico si vede che è emozionato e magari passa sopra alla mancanza di un po’ di grinta dei vecchi leoni. Giusto per il bis si ravviva un po’ l’atmosfera grazie alla giacca con paillettes e gli occhiali da sole di Gillan.
Sul palco ognuno ha avuto il suo momento “solo” nel quale Gillan si è sempre eclissato a volte anche uscendo proprio di scena, come a sottolineare di non voler più essere una presenza troppo ingombrante. Paice sempre il solito metronomo, un professionista che sa fare il suo lavoro, preciso (certo, l’assolo su The Mule è durato solo poco più di quattro minuti, ma ciò non toglie che è sempre un grande artista). Airey molto ispirato, si è divertito improvvisando un po’ di classica e addirittura un “arrivederci Roma” al piano. Steve Morse, quasi sempre capelli al vento per via del ventilatore ai suoi piedi, presente con le sue entrate e gli assoli (purtroppo su alcuni brani nel finale il riverbero è troppo e l’acustica è distorta). Glover una garanzia, sempre sorridente, sempre li e sempre pronto, dialoga con tutti nella band e anche col pubblico, incitandolo insieme a Gillan a partecipare. E il pubblico apprezza e risponde.
Non un concerto esplosivo ma in linea con loro e adeguato al loro “tempo”, adeguato al valore del loro passato ed allo stile del loro ultimo disco. Non hanno nulla da dimostrare, devono solo continuare a raccontare la loro leggenda. Dopo il concerto ho il privilegio di andare nel backstage e salutare Paice a Airey che con molta cortesia mi sono venuti incontro riconoscendomi a distanza di mesi dalle rispettive interviste. Mi dicono che Gillan è già scappato in albergo quindi sfuma l’idea di vederlo e magari parlarci. Con loro ho l’occasione di incontrare Steve Morse, un po’ timido ma gentile e disponibile con tutti, e Roger Glover che, cappellino e birra in mano, si concede a due chiacchiere informali con me raccontandomi che stare sul palco dopo 40 anni è sempre un’emozione e ti rendi conto di quanto è bello quando non ce l’hai, non vedi l’ora di ritornare davanti al pubblico anche se questo significa stare via lontano dalla famiglia per molto tempo. Mi dice che recentemente si è fatto male ad una spalla e che suonare è stato difficile ma nonostante il dolore era contento di stare sul palco. Sfruttando il titolo dell’ultimo disco gli chiedo e adesso?, si va avanti o si guarda indietro? La sua risposta è che il passato è passato, non c’è nulla che vorrebbe rivivere, è giusto guardare sempre avanti portandosi si dietro la propria storia, ma andare sempre oltre.
Setlist: Fireball Into the Fire Hard Lovin' Man Vincent Price Strange Kind of Woman Contact Lost (Guitar Solo) All the Time in the World The Well-Dressed Guitar The Mule Bodyline Lazy Above and Beyond No One Came (Keyboard Solo) Perfect Strangers Space Truckin' Smoke on the Water
Encore: Hush (Billy Joe Royal cover) (Bass Solo) Black Night
(La foto dei Deep Purple sul palco di Rock in Roma è di Maria Grazia Umbro)
Articolo del
31/07/2013 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|