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Kings of Convenience
Kings of Convenience live @ "Roma Incontra Il Mondo", Villa Ada - Roma, 24 luglio 2013
Roma
24/07/2013
di
Fabrizio Biffi
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Qualche giorno per metabolizzare il ritorno del duo norvegese più amato dagli italiani. Il giusto intervallo per evitare di spargere lacrime di nostalgia canaglia su quel fenomeno Kings of Convenience che, vissuto dagli esordi, ha lasciato una traccia significativa a dispetto delle poche uscite discografiche e di una naturale predisposizione del duo norvegese a fare un po’ come gli pare rispetto alle regole del mainstream musicale.
Il richiamo del concerto romano di Eirik Glambæk Bøe ed Erlend Øye è quasi spontaneo, quasi per vedere che fine hanno fatto quei due, nella convinzione di poter riassaporare le atmosfere magiche dei due album che, a cavallo tra il ventesimo e ventunesimo secolo, hanno creato la suggestione di un New Acoustic Movement ispirato alle gesta di Simon & Garfunkel, ma inserito quindici anni fa in una scena musicale dove dominava incontrastato il noise e il grunge.
La magia dei Kings of Convenience è tutta nella prima parte del concerto, quando quasi a luci spente, cominciano a distillarsi nell’aria umida di Villa Ada le note incrociate delle due chitarre in un silenzio quasi religioso e atipico. L’ultima volta che i Kings of Convenience suonarono a Villa Ada, nel 2004, chiesero di spegnere i telefonini tra l’ilarità generale, questa volta non ce n’è stato bisogno e dalle note iniziali di My Ship Isn’t Pretty fino a Homesick il concerto è filato liscio tra la sorpresa generale di rivedere ancora una volta realizzata quell’alchimia musicale che tiene legati i due ex-ragazzi prodigio di Bergen.
Poi di colpo il cambio di scena. La scoperta che Erlend Øye parla un discreto italiano e vive stabilmente a Siracusa e l’omaggio a “I Giganti” con una cover un po’ improvvisata di Una ragazza in due. Con l’arrivo sul palco di Davide Bertolini al basso (già produttore di Riot On An Empty Street’), Ugo Santangelo alla chitarra e Craig Farr alla batteria, l’atmosfera cambia radicalmente. A dispetto della solita compostezza di Eirik (Glambæk Bøe) è invece incontenibile Erlend (Øye) che si produce in balletti e incita l’attonito pubblico romano a partecipare alla funzione con cori degni della coppa del mondo di calcio 2006.
Cade cosi un doppio tabù... i norvegesi non sono un popolo freddo e senza cuore... e un norvegese può anche vivere in Italia...
Basta però la magia dei due bis (24-25 e Scars On Land) per ritrovare quella nostalgia canaglia che ti lascia il groppo alla gola di una serata fatta per non essere dimenticata.
SETLIST:
My Ship Isn’t Pretty Cayman Islands Love Is No Big Truth I Don’t Know What I Can Save You From Failure Singing Softly To Me Me In You Homesick Una ragazza in due (cover) Misread Mrs. Cold Freedom And Its owner Boat Behind Rule My World I’d Rather Dance With You 24-25 Scars On Land
Articolo del
02/08/2013 -
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