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“Ieri sono andato al concerto di Neil Young, stasera vado a quello di Santana e domani a quello di Roger Waters...” In che anno siamo? Contrariamente ai pronostici la frase è di quest’estate, pronunciata da qualche fortunato che è riuscito ad inanellare questo “filotto” di leggende del rock, così diverse ma così essenziali. Con il nuovo stadio Centrale del Tennis la città di Roma ha riguadagnato una venue prestigiosa e arricchito la già grande proposta musicale andata in scena tra giugno e luglio. Infatti la programmazione di Centrale Live quest’estate (che ha visto tra le altre anche le performance di Sting e Alan Parson’s Project) è stata di altissimo livello, facendo le scarpe persino al vicino Auditorium P.d.M. dal punto di vista dei grandi nomi.
Carlos Santana è sicuramente la punta di diamante della stagione di concerti del Centrale, molto accogliente nella sua veste ristrutturata e reinventata, innovativo e architettonicamente intrigante, come si conviene per una capitale europea del calibro di Roma. Naturalmente anche l’impianto audio (che in questo caso è la cosa che più conta) è qualitativamente all’altezza per fornire un’ottima acustica. L’esibizione del chitarrista statunitense di origini messicane è un banco di prova importante per il Centrale, il tappeto strumentale è composto non solo dall’ordinaria sezione ritmica fatta di basso, chitarra, batteria e tastiere, ma anche dalle percussioni e dalle congas, passando per i fiati, che caratterizzano ed impreziosiscono il sound marchiato Santana. Tra i vari componenti della band a supporto del chitarrista spicca un immenso Dennis Chambers alla batteria che, insieme ai cantanti Andy Vargas e Tony Lindsay, conferisce ulteriore verve e sprint all’esibizione.
Il mix di melodie che vanno dalle sonorità sudamericane ai ritmi tribali africani, riscuote successo ancora oggi. Una miscela perfetta su cui si ergono impetuosi gli assoli di Santana (“fresco” di sessantaseiesimo compleanno), in grado di estasiare gli amanti della tecnica strumentale, ma che allo stesso tempo riesce ad entrare armoniosamente anche nel cuore dell’ascoltatore medio, inesorabilmente rapito dal ritmo ed indotto al ballo senza poter opporre resistenza. La foltissima platea (pochissimi i posti rimasti liberi) era composta in gran parte da ascoltatori maturi e nostalgici, età media 40/50, ma non sono pochi i giovani, alcuni dei quali particolarmente calati nel mood hippie “woodstockiano”, che hanno dato una nota di colore e di vita alla compostezza generale. Compostezza che in alcuni frangenti è stata mantenuta anche con metodi quasi burberi da parte degli addetti alla sicurezza, particolare che non è sfuggito allo stesso Santana che, dopo la cover di Sunshine Of Your Love dei Cream, ha richiamato gli addetti con un appello alla pacatezza nell’esercitare la loro funzione, nel rispetto della gente che vuole divertirsi gioiosamente.
Quello visto a Roma è un Santana in versione quasi “papale”, non solo per l’outfit totalmente tendente al bianco, dal cappello alle scarpe, ma soprattutto per il modo in cui l’artista si è lasciato andare, tra un pezzo e l’altro, con diversi messaggi inneggianti all’amore, alla pace ed alla valorizzazione della luce che c’è dentro ogni individuo. Bei momenti caratterizzati dalle parole toccanti di un sognatore, non banali, frutto di una grande sensibilità umana che valorizza ancora di più il talento musicale, che non da mai l’idea di essere ostentato in maniera fine a sé stessa, ma comunica sempre e solo un’immensa passione e positività.
La scaletta fa rivivere, in oltre due ore di spettacolo, tutti i momenti fondamentali che hanno caratterizzato la carriera di Santana, dai primi successi fino a quelli più recenti, passando da ammalianti passaggi strumentali ai classici più ballabili, sui quali il pubblico si scatena nelle danze, nella platea come in tribuna... Viva Carlos Santana!
SETLIST:
(Milky Way Intro) Toussaint L’Ouverture Sunshine Of Your Love Black Magic Woman / Gipsy Queen Oye Como Va Maria Maria Foo Foo Samba Pa Ti Batuka / No One To Depend On Taboo / Hope You’re Feeling Better Corazon Espinado Jingo She’s Not There Evil Ways / A Love Supreme Smooth / Dame Tu Amor
(Woodstock Chant) Soul Sacrifice Saideira
Bridgegroom / Into The Night Love, Peace And Happiness
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Articolo del
07/08/2013 -
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