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Tutto giusto. Questo è in due parole il riassunto ed il commento al concerto dei Queens Of The Stone Age di Milano. Il sold out era già di per sé un bel segnale, dovuto, ma non scontato. La “giustezza” però non si ferma di certo qui. Al Mediolanum Forum si riunisce uno dei migliori pubblici che si sia mai visto in Italia, senza fan-boy/girl impazziti a creare disagi in giro, del resto i Qotsa, messia dello stoner trapiantato con sagacia e profitto nel panorama mainstream, non sono una compagine che richiama quel tipo di elementi...grazie a Dio.
Il boato che accompagna lo spegnimento delle luci (dopo l’ottima prova dei Band Of Skulls in apertura, altra nota “tutta giusta”) è quello tipico dell’evento atteso a lungo, anche perché con ogni probabilità e con pochi timori di smentita possiamo dire che i Qotsa siano la rock band più convincente in circolazione. Si parte con un countdown proiettato sul megaschermo che porta la concitazione al massimo quando “i nostri” salgono sul palco ed aprono le “danze” sulle note di Keep Your Eyes Peeled. Dalla prima all’ultima fila non c’è distinzione, non vi è angolo dove alberghi la pace, tutti saltano e pogano gioiosamente. E’ una festa. Josh Homme è visibilmente compiaciuto e spende più di una frase in un goffo italiano per ricambiare tanto affetto. Il massimo dell’eloquenza lo raggiunge per l’introduzione di Make It Wit Chu, presentata nella speciale versione tradotta “Ti Scopo La Figa” l’ilarità e l’approvazione dei presenti. L’esecuzione quasi integrale dell’ultimo lavoro Like Clockwork non toglie spazio a classici e chicche, dagli apprezzatissimi “singoloni” estratti da Songs For The Deaf e Lullabies To Paralyze a chicche come In The Fade. Un ringraziamento particolare a due tizi che su Sick Sick Sick, mentre tutto il parterre pogava forsennatamente, ha iniziato a destreggiarsi con passi di valzer nel bel mezzo del caos... Dopo una maestosa ed esaltante esecuzione di I Appear Missing la band lascia il palco per riprendere il fiato, mentre nel frattempo viene preparata una tastiera vicino al microfono di Homme. La band risale sul palco accolta dal giubilo corale del Forum di Assago, ma sulle note di The Vampyre Of Time And Memories qualcosa non va. Il lento e crepuscolare brano viene interrotto dopo poche note iniziali due volte, perché appena Homme fa per iniziare a cantare dalle casse escono solo fischi assordanti...ma è sempre tutto giusto, perché il “Ginger Elvis” coglie la balla al balzo per tramutare un problema tecnico nonché potenziale momento di imbarazzo in uno spassoso siparietto tra lui ed il fonico di palco. Homme infatti dopo ogni interruzione lancia un’occhiataccia al tecnico e si alza con finto fare minaccioso andando verso di lui. Supponendo quindi che il problema sia risolto fa finta di rientrare sul palco salutando nuovamente il pubblico, come se nulla fosse successo, ripetendo con aria volutamente impacciata la scena del rientro sul palco per i bis. Il pubblico naturalmente si diverte e apprezza anche l’inconveniente, diventato un valore aggiunto nello spettacolo.
Siamo alle battute conclusive e, dopo Feel Good Hit Of The Summer, ultimo estratto da Rated R, arriva il momento della “buonanotte” sulle note di A Song For The Dead, allo scoccare delle quali sento chiaramente qualcuno che urla “Adesso moriamo tutti” presagendo l’entità del pogo che di lì a poco si sarebbe scatenata in tutta la sua violenza.
Difficile riuscire a spiegare, se non raccontando scene tipo queste, l’intensità di questo concerto, quello di una band compattissima che è nel suo momento di massimo splendore, in grado di unire con grande mestiere e capacità sonorità catchy ad una proposta musicale valida e variegata. Come già detto: Tutto giusto. Arrivederci e (si spera) a presto!
Twitter: @MrNickMatt
Articolo del
10/11/2013 -
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