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È una fredda domenica, al Traffic si sta per compiere una sfida fra titani, gli Shining contro The Ocean.
Alle 22.30 ci aggiriamo fra i vari tavolini dove i nostri espongono la merce in vendita: cofanetti, vinili, cd, felpe, magliette e adesivi. Pochi minuti dopo la musica del locale sparisce ma invece di un assordante tuono sonico sentiamo la voce di Jørgen Munkeby, letteralmente avvelenato contro i due tour manager. Sembra che qualcuno gli abbia intimato di non salire sul palco senza aver prima visto il cachet pattuito per la serata. Lui è visibilmente alterato, si scusa più volte dicendoci che non è colpa della band. Chiede qualche minuto in più per capire se lo show si farà, perché il suo desiderio è di suonare lo stesso, nonostante tutto. Ci risiamo, in Italia succede sempre qualche casino. In meno di cinque minuti però questa macchina infernale è pronta per partire come lo Shuttle. Sono 40 minuti di puro assalto sonico, metal misto a improvvisazioni, sax impazzito contro chitarre deragliate, stacchi hard-core. Non da meno sono le nuove composizioni, forti di una ritmica che oseremmo definire danzereccia. Infine l’ormai mitica cover di 21st Century Schizoid Man renderebbe ORGOGLIOSO Mr. Robert Fripp. La sola sezione centrale è quanto di più insano si possa sperare di sentire durante un live. In una parola: devastanti. Promossi a pieni voti.
Basta un quarto d’ora per il cambio palco, ne approfitto per comprare Blackjazz degli Shining e mi ritrovo di fronte Jørgen che, con occhio spiritato, mi racconta la pressione subita prima di salire sul palco. Mi scuso, cercando di difendere la % d'italiani “buoni” e lo lascio pulire il suo sax. Lo beccherò dopo con più calma, mia e sua, per autografi e foto.
Intanto salgono The Ocean che rincarano la dose sulle incomprensione con i due tour manager, ma sono meno logorroici, tanto è inutile versare benzina sul fuoco. Partono con il loro set trita budella, spinto da due chitarre in avanti, voce potente che proviene dalle viscere dello smilzo cantante nascosto dietro, vicino alla batteria. Nei momenti più tirati il singer punta dritto verso il pubblico, a volte amalgamandosi con lo stesso. Il loro è uno show muscolare, i brani vivono di progressioni e scatti di rabbia parossistica. Suonano più di un’ora con volumi che ti fanno sentire dentro un mattatoio a conduzione singola e a pieni regimi.
A metà concerto il pubblico è conquistato, un pezzo del binario che sostiene le luci è distrutto dal singer che ci s’appende prima di finire in mezzo ai presenti. L’incazzatura, seria, di uno del Traffic rischia di bloccare il concerto, ma non succede niente. Loro continuano a macinare riff come se non ci fosse un domani, le orecchie sanguinano e la voce dei presenti è un ruggito comune.
I sorrisi da ebeti stampati sui nostri volti la dicono lunga sulla riuscita del concerto e sulla qualità di quest’ultimo Pelegial.
SETLIST The Shining:
1. I Won't Forget 2. Fisheye 3. My Dying Drive 4. The One Inside 5. 21st Century Schizoid Man
SETLIST The Ocean:
1. Mesopelagic: Into the Uncanny 2. Bathyalpelagic I: Impasses 3. Bathyalpelagic II: The Wish in Dream 4. Bathyalpelagic III: Disequillibrated 5. Abyssopelagic I: Boundless Vasts 6. Hadopelagic II: Let Them Believe 7. Demersal: Cognitive Dissonance 8. Benthic: The Origin of Our Wishes
Articolo del
22/11/2013 -
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