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Torna, dopo anni di assenza in terra Sicula, Eugenio Finardi e per l'occasione ad ospitarlo è stato il Teatro Grivi di Enna, prima tappa del mini-tour “Parole e Musica” conclusosi a Palermo il 29 Dicembre 2013. Una location accogliente, calorosa e confidenziale quella ricreata e ricercata dallo stesso Finardi durante il suo live. Più che un normale concerto, una narrazione e una chiacchierata amichevole tra una canzone e l'altra, ciascuna della quale ha segnato la sua vita e certamente quella degli ascoltatori, arrangiate per un set-up insolito ma sorprendente, composto da chitarra elettrica e mandolino elettrico, suonati magistralmente da Giovanni Maggiore e lo stage piano di Paolo Gambino, eccellente maestro. In sala si respira un'atmosfera suggestiva e carica con una piacevole sensazione di sorpresa legata al set-up alternativo, tanto da rendere la normale attesa un vero e proprio godimento. All'ingresso di Finardi gli applausi scroscianti del pubblico non mancano di certo, una breve introduzione e via con il primo pezzo! La cura di ogni sfumatura e di ogni particolare in ogni brano rendono l'ascolto più che piacevole, la rivisitazione, più che originale! Offrendo uno spettacolo unico ed irripetibile, tant'è che l'ora e mezza trascorsa insieme sembra volata. Gli aneddoti di Finardi sembrano raccontati quasi in via confidenziale, con molta delicatezza e tanta passione. Quella passione che si percepisce nelle parole utilizzate per descrivere La Madre o ad esempio il piacevole tormento del nome Patrizia o ancora La Nevicata del Massachussetts. A metà concerto un pezzo Blues che lascia tutti incantati, che riscuote non pochi applausi e che elogia le doti dello stesso Eugenio alla chitarra che accompagna i meravigliosi riff di Giovanni Maggiore. I pezzi a seguire sembrano scorrere velocemente. Al termine, dopo l'insistente richiamo del pubblico, una Standing Ovation meritata e sincera. Un bel concerto, intenso e vero merito della grande sensibilità di un grande artista come Eugenio Finardi. Ecco cosa ci ha detto nell'intervista fatta alla fine del concerto.
Ha fatto accenno all'uscita del suo nuovo disco “Fibrillante” del 28 Gennaio, cosa c'è in questo lavoro?
E' un disco che potrebbe definirsi la logica prosecuzione di “Diesel”, un disco molto legato al momento che stiamo vivendo, alla realtà di tanti uomini e donne! Non è un disco giovanile, è un disco di un uomo di 61 anni scritto con dei ragazzi, come Giovanni Maggiore, Paolo Gambino, Max Casacci etc.. Un disco di vita vissuta, vera, di testimonianza di questi tempi trascorsi.
Regalerà al mondo discografico un'altra raccolta blues come quella del 2005? Stasera ha riscosso parecchio gradimento e cascate di applausi ad ogni pezzo blues.
Probabilmente si, fra un paio d'anni forse. Ormai manca un anno, sarà il 2014, e poi il 2015, il decennale di “Anima Blues”, mi piacerebbe farne un altro, devo trovare i musicisti giusti.
Che rapporto ha con i suoi testi, autobiografico o altro?
Autobiografico direi, mi rendo conto di aver tenuto come una sorta di lunghissimo diario, testimonianza di una vita con i suoi alti e bassi, le esperienze, le avventure, le intuizioni.
L'immagine del diario è davvero affascinante, se dovesse scrivere la pagina con la “Numero Uno” - l'esperienza con Mogol e Battisti, cosa scriverebbe?
L'ho fatto, è stato un momento particolare, se pensi che avevo vent'anni e mi son trovato davanti questi due giganti dall'altra parte della scrivania! Poi una volta firmato il contratto, mi sono trovato come compagno di scuderia e come amico Demetrio Stratos, forse il più grande cantante che l'Italia abbia avuto, poi dopo il primo LP alla Cramps, Fabrizio De Andrè che mi scelse per aprire i suoi tour nei Palasport, devo dire che sono un ragazzo molto fortunato!
Cosa le hanno regalato, queste persone ed esperienze, in una parola?
Amicizia, classe, perché quando ti trovi circondato da gente così ti ritrovi a dover alzare gli standard di ciò che fai. Lo stesso posso dire adesso per “Fibrillante”,c'è Manuel Agnelli, Max Casacci, Patrizio Fariseddi degli Area, circondarsi di persone di qualità, avere amici di qualità, cercare l'eccellenza, è qualcosa che stimola te stesso.
Ha scritto anche un Libro in carriera, “Spostare l'orizzonte”, parla della sua filosofia di vita,vivere con il rock, come lo descriverebbe?
Beh si, il rock è una scelta, ma anche una condanna, una cosa che si ha dentro come il blues, non è una cosa che si impara, è un qualcosa che si ha e che si deve usare!
Chi l'ha ispirata nella vita, nel suo vissuto, magari non musicalmente parlando, dato che a quanto ha raccontato sua Madre, ha avuto un ruolo predominante; Ma parlando di letteratura, arte etc...
Proprio per natale mi hanno regalato un DVD di Jimi Hendrix, mi rendo conto che più che un libro o un opera è stato uno spirito che mi ha ispirato, come lui, sono un figlio degli anni '60, sono un vecchio Hippie, l'hippismo come filosofia di vita, di atteggiamento, di estetica mi ha profondamente influenzato. Non ho mai aderito o provato ad idolatrare qualcuno, alla Cramps per esempio ho avuto John Cage, ho fatto degli incontri straordinari in vita mia, ho incontrato 3 Beatles su 4, è una somma di persone. Per esempio un'altra persona che ha avuto una grande influenza è stato Bob Marley, tutta la filosofia Reggae. Diciamo che ad influenzarmi è stato un Humus Culturale.
Ci saluti svelandoci qualcosa in anteprima, la vedremo al concerto del Primo Maggio?
Chi lo sa, mi piacerebbe, ma dipende dall'organizzazione!
Articolo del
04/01/2014 -
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