Beady Eye Beady Eye live @ Orion Club - Ciampino (Roma), 16 febbraio 2014 Ciampino (Roma)  16/02/2014 di Prudence Cowley

Eccolo qui, i soliti occhiali da sole, il solito impermeabile abbottonatissimo. Abbottonatissima anche l’espressione, anzi l’inespressione. Anche quella, la solita. Come ti risuono gli Oasis cambiandogli il nome, ovvero Liam Gallagher e i Beady Eye (che poi per ¾ sempre Oasis sono rimasti). Quattro passi tra il primo e il secondo album, che dovevano essere something new ma l’altra sera se uno veniva catapultato là dentro senza sapere chi suonava, solo a sentire il pubblico che non faceva altro che ripetere “Oasis, Oasis, Oasis” e chi glielo spiegava che questi invece erano i Beady Eye?

Con fatica e tanto sudore si arriva a metà concerto dove risplende per poco la luce di Shine A Light; già, perché a quel punto la luce s’è spenta e con lei tutto l’impianto, tranne le simpatiche lucine di emergenza. Now what? Sir Gallagher, con tutto il tipico British aplomb si gira e se ne va, della serie “vado a togliermi un attimo l’impermeabile finché tutto si riaccende e poi torno, sempre che mi vada”. Well my dear, la gente ha pagato un biglietto e s’è ammassata qua dentro only for you, non vorrai essere così scortese da svignartela offeso? Ok, ok… back on the stage, the show can go on. Si riparte. Seguono alcuni tribute agli Oasis (quelli di Wonderwall e Cigarettes And Alcohol, per intenderci).

In tutto ciò, l’amico non ha spiccicato una smorfia (a differenza del chitarrista che sembrava Jim Carrey con tutte le sue facce), e le poche parole pronunciate verso il pubblico sono risultate incomprensibili anche a chi vi scrive. Maybe the boy doesn’t want to talk? Ma il pubblico lo ha applaudito e tifato per tutto il tempo nonostante lui abbia svolto il suo compitino ben bene come un impiegato, seguito la scaletta alla lettera, accorciando però il bis composto solo da Gimme Shelter, comunque apprezzabile. Il massimo dell’entusiasmo si è sprigionato quando si è inchinato un paio di volte per acchiappare penne e biglietti da autografare sul fade out del finale per i pochi fortunatissimi attaccati alla transenna sotto il palco.

That’s it. Just a Flick Of The Finger and Soon Come Tomorrow.
Articolo del  19/02/2014 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati