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C’è veramente il pubblico delle grandi occasioni ad attendere il ritorno a Roma di Joe Bonamassa, classe ’77, grande chitarrista blues americano, originario dello Stato di New York, ma dalle chiare origini italiane.
Poco prima del suo ingresso sul palco vengono diffuse in sala le note della cover di Highway To Hell degli Ac/Dc eseguita dagli Hayseed Dixie ed è un bel biglietto da visita per un virtuoso della chitarra blues che trova però tanti seguaci anche fra il pubblico dell’heavy metal. Non a caso infatti Bonamassa è stato fino all’anno scorso protagonista di un side project decisamente heavy rock come quello dei Black Country Communion, che si sono sciolti l’anno scorso, prima dell’inizio di questo lungo tour. Una notevole tecnica, una grande pulizia di suono e una incredibile velocità di esecuzione sono gli ingredienti che hanno portato al successo Joe Bonamassa, che si è ispirato a Steve Ray Vaughan, che ha collaborato in passato con Eric Clapton, Leslie West, Glenn Hughes e Warren Haynes, e che è stato proclamato da Sua Maestà B.B.King come il suo degno erede.
Accanto a lui, sul palco, una super band, composta da Carmine Rojas, ex David Bowie al basso, da Tal Bergman, ex Billy Idol, alla batteria, e dal fedele Derek Sherinian, con lui anche nei Black Country Communion, alle tastiere. Bonamassa presenta dal vivo Driving Towards The Daylight, l’ultimo suo lavoro discografico in ordine di tempo, all’interno di una produzione quanto mai fertile. Il concerto vero e proprio si divide però in un doppio set, uno acustico, in apertura e l’altro elettrico, nella parte finale della serata. Siamo rimasti letteralmente incantati dal set acustico, davvero sorprendente, in cui Joe Bonamassa ha reinterpretato classici del blues come Stones In My Passway di Robert Johnson, Jelly Roll di Mingus e Jockey Full Of Bourbon di Tom Waits. Molto belle anche la citazione di Ball Peen Hammer del compianto Chris Whitley e l’esecuzione di una lunga versione di Athens To Athens, con un ex Dubliners al violino.
Decisamente più esplosiva la sezione elettrica, che potremmo definire come il trionfo della distorsione in blues, con una esecuzione lunga, bollente e toccante di Midnight Blues, omaggio al grande Gary Moore, troppo presto scomparso, con una splendida versione di Driving Towards The Daylight, una slow bluesy ballad che mette i brividi e che dimostra come Bonamassa sia capace anche di emozionare e non sia - al contrario - soltanto un bravo esecutore. La voce registrata di Howlin’ Wolf, una leggenda del blues, introduce l’esecuzione di una bollente Who’s Been Talking, mentre l’assolo di chitarra di Sloe Gin di Tim Curry penetra diritto nelle vene, ti scuote e ti genera a nuova vita. Sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo, al rock blues dei Mountain di oltre quaranta anni fa. Ma è una sensazione piacevole, che non fa stare male . Erano anni da leggenda e il suono della chitarra elettrica spaziava in lungo e in largo all’interno del nostro apparato uditivo e nella nostra vita quotidiana. Contenti di averli vissuti.
Non potevano mancare Slow Train, una ballata blues cadenzata e possente ed il turbinio elettrico di The Ballad Of John Henry, tratta dal disco omonimo di Bonamassa, uno dei suoi più riusciti. Concludono una serata elettrizzante, ricca di echi anni Settanta e molto apprezzata dal pubblico presente in sala, dei classici come l’immancabile Django di Robert Bosmans e Mountain Time.
C’è chi si sofferma a discutere sul confronto fra Joe Bonamassa da una parte e Steve Vai e Joe Satriani dall’altra. L’aspetto tecnico mi interessa poco, di certo l’anima blues di Bonamassa si rispecchia nella sua musica, ed è questo quello che conta per davvero.
SETLIST: Acoustic set Woke Up Dreaming Seagull Jelly Roll Black Lung Heartache Around the Bend Jockey Full of Bourbon Stones in My Passway Ball Peen Hammer Athens to Athens
Electric set: Dust Bowl Oh Beautiful Who's Been Talking Midnight Blues Slow Train Driving Towards The Daylight Love Ain't A Love Song Sloe Gin The Ballad Of John Henry Encore: Django Mountain Time
Articolo del
11/03/2014 -
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