Bachi da Pietra Woodworm Festival (con Bachi da Pietra, Bologna Violenta, Fast Animals And Slow Kids, Julie's Haircut, The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik) live @ Circolo Degli Artisti - Roma, 13 marzo 2014 Roma  13/03/2014 di Giuseppe Celano

E’ un giovedì climaticamente temperato quello di stasera. Finalmente dopo tanta pioggia e freddo, è piacevole respirare un po’ d’aria primaverile. Il giardino del Circolo degli Artisti risulta più accogliente. Fuori ci sono molte facce note, di musicisti che si scambiano pareri e parlano con il pubblico e di gente comune arrivata ognuno per la “sua” band. Altri sono lì per l’intero festival o semplicemente per vedere la partita della Juventus.

I primi a salire sul palco sono i Bachi da Pietra, che sparano un set di mezzora. Sono passati molti anni dalla prima volta che li abbiamo visti dal vivo proprio qui. Al tempo Giovanni (Succi) subito dopo esser salito sul palco fu costretto a zittire il pubblico, impreparato sia alla band che a quel sound, con un semplice gesto e un’occhiata ammonitrice. Oggi con un paio di EP e ben 6 dischi alle spalle vantano un bagaglio d’esperienze sempre più ampio per cui sul palco sono dei veterani di guerra. ll loro set è piombo fuso che non ha perso il suo peso specifico.
Questa volta i presenti non hanno bisogno di richiami, osservano in religioso silenzio con le mascelle calate e occhi sgranati pendendo dalle labbra di Dorella e soci che incontro poco dopo, tranquilli e sereni intenti a cenare. Quello che meraviglia di queste due persone, innamorate follemente di ciò che fanno, è la totale assenza di spocchia, una disponibilità assoluta e l’educazione che spesso non si trova in molte altre band con meno grazia, intensità e capacità artistiche.

Perdo The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik ma becco i Julie’s Haircut forti di un set psichedelico, luci azzurre molto fumo (ghiaccio secco sia chiaro) e buone esecuzioni, gi
gigioneggiano bene con le dilatazioni, tengono il palco risultando non solo piacevoli ma anche interessanti. Si giocano una carta inaspettata e non per paraculismo estremo, sono dei fan e si sente. La cover di cui stiamo parlando è nientemeno che Planet Caravan dei Black Sabbath. Promossi.

Cinque minuti di aria e tocca ai Fast Animals And Slow Kids che sentono il bisogno di partire con il botto, di aprire impattando sul pubblico. I fan direbbero per un eccesso di energia, i detrattori come me semplicemente per coprire alcune lacune. Escluse le deflagrazioni presenti in tutte le intro e i vari “mannaggia al cazzo” come simpatica imprecazione seguita dai molti “sta di fatto che”, usata come ariete prima di esplodere la loro insofferenza verso qualcosa, l’esibizione mi lascia abbastanza perplesso. Sarà un mio limite sicuramente ma non ci trovo niente che smuova le mie corde. Li osservo, e comincio a conteggiare i pro e i contro, non è mai un buon segno. Ancor meno lo è se i contro sono più dei pro. Chiaramente come succede sempre in questi casi, il pubblico impazzisce totalmente per loro, urla, canta le loro canzoni risponde ruggendo a ogni provocazione e chiamata in causa decretando la mia incapacità di capire e la loro vittoria schiacciante. L’unica cosa che so è che non sono il solo a pensarla così e quei pochi altri è gente di cui mi fido ciecamente.
Niente di personale, la prossima volta magari andrà meglio, spero.

E' l’una passata e Bologna Violenta ancora non appare sul palco, sono stanco e ho i postumi di una febbre che mi ha demolito in questi ultimi giorni, decido di mollare la presa a malincuore e tossendo mi avvio verso casa. D’altronde l’ho già visto almeno sei o sette volte in questi due anni, ci sarà modo di rifarsi.
Non me ne vogliate per l’incompletezza del report né me ne voglia l’Uno Bianca.

Articolo del  17/03/2014 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati