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Con una breve apertura di Andrea Messina, voce e chitarra, sull’ambito palco di Stazione Birra arrivano i Pensieri Persi, formazione romana emergente composta da Riccardo Pio alla voce e chitarra acustica, Pietro Benassi al violino, Ivan Rossi alla chitarra, Andrea Romani al basso, Eleonora Giusti alla testiera e seconda voce, Dario Samà alla batteria.
Ci arrivano dopo mesi di promozione del loro omonimo mini-album di esordio, e dopo aver toccato vari punti cardinali della città passando per diversi palchi non meno noti. Sul palco hanno quindi riproposto sia i brani del disco che altri pezzi, incluse due cover (Dave Matthews e Subsonica) e hanno dato mostra della loro energia e voglia di fare musica, tanto entusiasmo e soprattutto la profonda intenzione di affermarsi nel panorama musicale. L’album, uscito quasi un anno fa, raccoglie una scelta di sette brani tra tutti quelli scritti negli anni passati, con temi che vanno dall’ispirazione, alla mancanza di comunicazione dei nostri tempi, bilanci tra passato e futuro, e il potere della musica di tenere vivi i ricordi. Le influenze immediatamente percepite sono quelle tipiche dei cantautori italiani, dove testi importanti si fondono a melodie ben arrangiate in forma rock, abbellite e arricchite dalla presenza del violino che rende il risultato per niente scontato e decisamente inconsueto.
Ho avuto un breve scambio di parole con Riccardo Pio, leader della band, per conoscerli un po’ meglio.
D. Riccardo, raccontami un po’ come nascono i Pensieri Persi.
R. Io e Pietro ci siamo conosciuti al liceo che per assurdo è stato un po' la nostra "palestra". Abbiamo iniziato durante l'autogestione, a tenere uno di quei fantastici ed ingenui pseudo corsi di musica, dove in realtà esaudivamo le richieste dei nostri allievi reinterpretando migliaia di canzoni con arrangiamenti unplugged. Abbiamo iniziato a fare serate adattando alla nostra formazione (chitarra acustica e violino) canzoni di ogni genere o artista. Smashing Pumpkins e Afterhours (le mie principali influenze) poi CSI, Guccini, De André, Elettrojoyce, NIrvana, Pearl Jam, Oasis, U2, Skunk Anansie, Vinicio Capossela, Marlene Kuntz.... Poi feci ascoltare a Pietro la canzone che dona il nome al nostro gruppo e decisi di intraprendere la meravigliosa ed impagabile via del cantautorato. Non abbiamo mai smesso affrontando diverse peripezie e cambi di formazione. Ho sempre scritto tutti i testi e le musiche senza particolari sforzi, come per sfamare un bisogno innato. Abbiamo continuato fino a che (circa tre anni fa), dopo aver conosciuto due amici di Pietro, Ivan Rossi ed Eleonora Giusti (rispettivamente chitarra elettrica e pianoforte), abbiamo deciso di dare nuova linfa ai pezzi curandoli maggiormente negli arrangiamenti ed enfatizzando le melodie con l'ingresso di altri due strumenti. Per completare l'opera e dare un bel po' di Groove e violenza quando necessaria ai pezzi, Andrea Romani (basso) e Dario Samà (batteria) ex compagni di Ivan in un gruppo Prog, hanno fatto il loro glorioso ingresso nei pensieri persi e cambiato definitivamente il percorso del gruppo. Le loro influenze (jazz, blues, fusion, prog e metal) si sono sommate alle nostre creando un suono più complesso e perennemente in evoluzione.
D. Come è andata la registrazione del disco e quali sono state le difficoltà che avete affrontato?
Dopo tanta attività live ed il doveroso rodaggio, abbiamo deciso di incidere i pezzi più significativi del nostro percorso. Io dico sempre che in realtà il nostro primo EP è un "Best of" di 7 pezzi. E' stato, nel mio caso, il primo approccio al mondo delle registrazioni e la difficoltà principale è stata quella di non poter trascinare l'esperienza del "live" nello studio e dovermi in qualche modo "contenere". In ogni caso la registrazione è filata liscia e poco più di un anno fa con un mese di lavoro abbiamo dato vita al nostro EP omonimo.
D. Nel disco è presente anche un brano dedicato a Marta Russo (studentessa rimasta uccisa all’Università La Sapienza nel 1997 per un colpo di pistola, ndr).
R. Sì. E’ una canzone che ho voluto dedicare all'associazione nata in suo nome. Con la nostra passione e attraverso la collaborazione con ADMO e Associazione Marta Russo (gestita con immenso amore dalla mamma Aureliana ed il papà Donato, ormai miei amici), siamo riusciti a suonare nelle piazze e a portare la nostra musica in cornici davvero sensazionali (Piazza di Spagna, Gianicolo, Giardino degli Aranci). La canzone è un omaggio all'amore, alla vita, in grado di rinnovarsi in seguito a un evento così drammatico trasformando la morte in un messaggio di speranza. Una frase scritta da Marta quando era in vita, che apre la pagina www.martarusso.org, ha dettato la via da seguire per il percorso di sensibilizzazione rispetto alla donazione degli organi intrapreso dai genitori.
D. Il primo disco è uscito, adesso è il momento di tirare fuori le vostre ambizioni e i progetti per l’immediato futuro.
R. Il nostro obiettivo principale è la promozione e soprattutto la voglia di portare la nostra musica fuori dalla Capitale. L'attività live è senza dubbio la nostra priorità dato che senza promozione alcuna contando solo sulle nostre forze ed esperienze abbiamo suonato a Stazione Birra, al Circolo degli Artisti, al Fusolab 2.0 (dove abbiamo presentato il nostro disco un anno fa ed abbiamo potuto fissare il nostro record di pubblico con circo 270 persone presenti!).
D. Quindi potete già dare appuntamento al pubblico romano per sentirvi ancora dal vivo e magari acquistare il vostro disco?
R. Sì, le nostre prossime date sono il 17 aprile al Foollyk e il 3 maggio di nuovo al Fusolab, dove vi aspettiamo numerosi!
SETLIST Stazione Birra:
(intro: videoclip "Parto") 1. Inverno 2. Fiore Paziente 3. Marta 4. Riflesso 5. Belly Belly Nice (cover Dave Matthews Band) 6. Perditi 7. Pensieri Persi 8. Dentro 9. Ancora 10. A cosa stai pensando? 11. Nuova ossessione (cover Subsonica) 12. Gas blue 13. Istanbul 14. Dimensione S 15. Helsa 16. Il colore che mancava 17. Parto.
(La foto dei Pensieri Persi alla Stazione Birra è di MG Umbro)
Articolo del
31/03/2014 -
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