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La serata prevede un opening act di pregio che cattura l’attenzione del pubblico presente in sala: lei si chiama Melanie De Blasio, è una musicista ed interprete di origine belga ed italiana. Presenta dal vivo alcuni brani tratti da No Deal, il suo nuovo album, e quel suo blues basico, eminentemente acustico, suonato a lume di candela, entra diritto nell’anima. Note rallentate, canto disperante, il folk blues delle origini, rivisitato con grande talento da questa giovane vocalist.
Pochi minuti dopo il termine della sua esibizione, entra in scena Agnes Obel, pianista, compositrice ed interprete danese che però da diverso tempo vive e lavora a Berlino. Dopo il successo di Philarmonics, il suo debut album l’incantevole Agnes è in tour con i brani del suo nuovo album: Aventine, un disco la cui qualità è addirittura superiore a quella dell’esordio. Agnes si siede al piano e canta melodie molto delicate, intime e piacevolmente sognanti, accompagnata questa volta da una musicista belga alla viola e da una canadese al violoncello. L’inserimento di un contrappunto d’archi costituisce la vera novità del ritorno dal vivo di Agnes, che ha inteso esplorare il mondo della viola e di altri strumenti a corda. L’esperimento appare pienamente riuscito e l’incedere del pianoforte di Agnes, ora riflessivo ora più dinamico, si innesta perfettamente con le sonorità penetranti e struggenti della sezione archi. Agnes Obel ha dato vita ad una sorta di soundscapes che mette insieme ambient, musica classica e sinfonie di antica memoria. Composizioni come Fuel To Fire, Dorian, Pass Them By e la splendida Aventine, ispirata ad uno dei sette colli di Roma, in particolare all’atmosfera incantevole che si respira al Giardino degli Aranci, hanno una resa dal vivo che risulta anche migliore rispetto alle registrazioni in studio.
Sul piano strettamente vocale Agnes Obel è migliorata molto, la stessa cosa vale per le liriche dei nuovi brani, improntante ad un moderno impressionismo, che trae ispirazione dalla Natura e dall’ambiente. Sono quanto mai evidenti le influenze classiche nella musicalità di Agnes, ma lei poi riesce a convogliare la trama delle singole armonie in altre direzioni. Talvolta infatti le sue composizioni appaiono volutamente scarne ed essenziali, risultano malinconiche e tristi, e questo accade quando la musica scava nel profondo e mette a nudo l’anima. E questo, ad Agnes Obel, riesce benissimo. Dopo qualche citazione tratta da Philarmonics, sul finale Agnes ci regala una vera sorpresa: una cover assolutamente atipica, volutamente accelerata, di I Keep A Close Watch (To This Heart Of Mine) di John Cale.
SETLIST:
Louretta Philarmonics Beast Pass Them By Fuel to Fire On Powdered Ground Chord Left Aventine Wallflower Riverside Dorian Run Cried The Crawling Words Are Dead The Curse
Encore: I Keep A Close Watch (John Cale cover) Smoke & Mirrors
Articolo del
08/05/2014 -
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