|
Serata di indie rock al femminile di matrice U.S.A. che inizia con il solo di Colleen Green, giovane artista originaria della scena punk di Boston, ma che si è affermata poi in California dove tuttora risiede. Colleen ha pubblicato Sock It To Me il suo debut album proprio l’anno scorso e ci offre dal vivo un gradevole mix fatto di schitarrate punk e di feedback più sperimentali, il tutto infarcito di melodie indie-pop. La vocalità invero molto sensuale e anche decisamente Sixties della Colleen viene continuamente sommersa, quasi fagocitata, dal suono di una drum machine e dall’apporto di sintetizzatori che lei puntualmente programma al termine di ogni singolo brano. La sintesi però è interessante e la sua versione di I Wanna Be Sedated dei Ramones, filtrata dall’elettronica, risulta molto particolare.
Giusto il tempo di sistemare il palco che si presenta sulla scena Erika M. Anderson, in arte EMA, chitarrista e songwriter originaria del Sud Dakota, che ritorna a Roma dopo aver appena pubblicato The Future’s Void, il suo terzo album solista, il seguito all’acclamato Past Life Martyred Saints del 2011. Piuttosto alta e biondissima, interamente vestita di nero, con guanti gialli da motociclista, EMA impugna con grande veemenza la sua chitarra e ci regala un live act altamente elettrico e decisamente percussivo, supportata da una band che ne asseconda puntualmente ogni passaggio ritmico.
Brani come Cthulu, Satellites, Solace e Neuromancer sono improntati ad una sorta di space rock cadenzato e molto intenso che racchiude radici folk e una matrice pop in un contesto sonoro che è però decisamente più duro e che di tanto esplode e sparge nell’aria rumore di ferraglie. EMA canta storie di disperazione e di angoscia, di solitudine e di abuso di droghe, ma nelle sue rock ballads quello che più sorprende è il contrasto fra sonorità psichedeliche, particolarmente ossessive e paranoiche, ed una sezione vocale che invece è più morbida e sempre felice ispirata er quanto riguarda la chiave melodica. Ogni tanto qua e là si avvertono spruzzate di elettronica, ma il ricorso a loop non è mai invasivo e alla fine quello che emerge di più e la personalità di EMA, la sua voglia di comunicare e di azzerare lo spazio che la divide dal pubblico con il suo rock and roll a tinte forti, disperato, ma anche ricco di spunti melodici.
Non tutti ricordano che diversi anni fa EMA era la vocalist dei Gowns, una folk band atipica, molto originale, a cui aveva dato vita insieme con Ezra Buchla, che all’epoca era anche il suo compagno di vita. Nel 2007 i Gowns avevano pubblicato un ottimo album intitolato Red State e da quel disco - poco prima della fine del concerto - EMA recupera e ci offre dal vivo una toccante versione di Cherylee, a cui fa seguito Heaven, un brano altrettanto bello, sempre dei Gowns, che potete ritrovare sul successivo Broken Bones, un album del 2009.
In conclusione, un live set pieno di energia e di pathos che ha messo in evidenza la vitalità di EMA, che non si è risparmiata, che ha ringraziato il sole, il cibo e la gente che gli ha regalato Roma e che ci ha promesso di tornare presto.
SETLIST:
Leif Violin Marked Cthlulu Satellites So Blonde 3Jane Neuromancer Butterly Knife California Solace Dead Celebrity
Encore: Cherylee Heaven
Articolo del
27/05/2014 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|