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L’energetico opening act dei North Mississippi All Stars, il gruppo di “hill-country blues” guidato dal chitarrista Luther Dickinson, è un ottimo biglietto da visita per quello che da lì a poco sarà il ritorno a Roma di Robert Plant e dei suoi Sensational Space Shifters.
Alcuni componenti della band, musicisti come il chitarrista Justin Adams e Juldeh Camara, al ritti, al kologo, al tamburo e ai cori, sono con Mr. Plant dai tempi del Festival Au Desert in Mali, quando per la prima volta il nome dell’indimenticato e indimenticabile vocalist dei Led Zeppelin venne associato al desert blues, una sorta di ritorno alle radici della musica che fu poi la base delle sferzate elettriche del rock dei Led Zeppelin. Completano il gruppo Liam “Skin” Tyson, alla chitarra acustica, John Baggott, alle tastiere, Billy Fuller, al basso e Dave Smith, alla batteria. Sarà proprio con questa formazione che Robert Plant pubblicherà a settembre Lullaby And…The Ceaseless Roar, il suo nuovo album, ma il concerto di questa sera dedica poco spazio alle novità - solo Rainbow il nuovo singolo, e Little Maggie fra i brani in scaletta sono delle anticipazioni tratte dal nuovo disco - e preferisce una rilettura in chiave diversa del repertorio storico di Plant con i Led Zeppelin e come artista solista.
Infatti l’apertura è riservata ad inquieta versione acustica di No Quarter pronta ad esplodere nel fragore elettrico che ricordavamo. Seguono ballate sapientemente bluesate come Down To The Sea e Rainbow, fra le quali si innesta un classico del repertorio blues come Spoonful e la nuova versione di Black Dog, un vecchio classico degli Zep, rivisitato in chiave desert blues, un’operazione che potrà far storcere la bocca ad alcuni puristi zeppeliniani, ma che denota meglio di altre la voglia di sperimentare, di cercare soluzioni diverse che ancora abita il cuore di Robert Plant.
Molto bella la versione acustica di Going To California, altra storica rock ballad dei Led Zeppelin, mentre su The Enchanter, un blues prezioso e penetrante, tratto da Mighty ReArranger, torna in primo piano il guitar work di Justin Adams, l’ottimo musicista che a tutti gli effetti ha raccolto l’eredità di Jimmy Page nelle dinamiche compositive di Plant. Introdotta dalle note della chitarra acustica di Liam Tyson, arriva il momento dell’esecuzione di Babe I’m Gonna Leave You, di certo il momento più emozionante dell’intera serata: la voce di Robert Plant conserva intatta la magia di un tempo anzi, ci sembra ancora migliorata rispetto a qualche anno fa e lui, malgrado i 66 anni compiuti, è ancora in grado di accompagnare con forza la ritmica serrata del refrain, in un crescendo finale altamente drammatico e coinvolgente.
“Ho letto su un giornale che siamo una folk band” rivela Plant con un sorriso ironico rivolto al pubblico e via con l’esecuzione in rapida successione di una rock ballad elettrica come Little Maggie e di un blues tirato come Fixin’ To Die, tratto dal repertorio di Bukka White. No, i Sensational Space Shifters non sono una folk band, nessuno qui osa pensarlo e quando un ragazzo dalla prima fila gli grida “You are God!”, Robert non si scompone affatto, risponde “Yes”, smarcandosi con eleganza e passa subito invece alla religiosa opening in chiave blues di Whole Lotta Love, altro storico hit zeppeliniano, che viene gustato dal pubblico presente in Cavea quasi fosse un rito. Nessuno degli steward dell’Auditorium riesce a contenere l’entusiasmo dei presenti che lasciano i loro posti numerati al momento dell’esplosione orgiastica delle chitarre di Adams e di Tyson, che regalano al Cielo degli assoli mozzafiato, che si rincorrono assordanti e felici proprio come allora!
Robert Plant e la sua band si concedono una breve pausa e poi tornano sul palco per eseguire Turn It Up e una straordinaria versione di Rock And Roll, altro pezzo targato Zep, in una versione purtroppo ridotta a causa di uno scroscio di pioggia che si abbatte proprio nel finale sul concerto.
Giusto il tempo di riflettere su quanta differenza ci sia fra il “Lonely lonely” cantato da Plant su Rock And Roll e quel Lonely Boy che abbiamo ascoltato appena quattro sere prima al concerto dei Black Keys. Ecco, se anche a voi è passato per la mente un tale confronto, allora non c’è bisogno che vi indichi da quale parte abiti ciò che è vero. Rock and Roll!!!!
SETLIST:
No Quarter Down To The Sea Spoonful Black Dog Rainbow Going To California The Enchanter Babe I’m Gonna Leave You Little Maggie Fixin’ To Die Whole Lotta Love
Encore Turn It Up Rock And Roll
Articolo del
15/07/2014 -
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