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“L’universo nei primi istanti di vita era composto solo da due elementi, idrogeno ed elio. Gli atomi che compongono le stelle, sono loro che hanno generato tutti gli altri elementi. Noi siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle, ecco perché ci attraggono”. Con questa premessa, fatta a luci spente sul palco e in platea, la voce fuori campo di Fabio Peri ci introduce a questo viaggio tra le stelle accompagnato dalla colonna sonora dei Deproducers. Nasce nel 2012 la collaborazione fra i Deproducers al secolo Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Max Casacci e Riccardo Sinigallia, quattro fra i più grandi produttori del panorama italiano che tutti conosciamo molto bene, e Fabio Peri, astrofisico, Conservatore del Civico Planetario “U. Hoepli” di Milano (nonché diplomato in pianoforte al Conservatorio...) per questo progetto di divulgazione astronomica. Detta così suona come una di quelle conferenze noiose ai quali gli studenti vengono portati a forza dai loro insegnanti per imparare qualcosa. Al contrario si tratta di un’idea che ha funzionato - e non poco - perché abbiamo potuto constatare che il connubio scienza-musica se è fatto da persone che riescono stimolare curiosità e interesse (e anche un po’ di ilarità) attraverso la loro passione, non può che essere vincente.
Il format e la scenografia sono semplici. I musicisti sono posizionati sul palco (della Sala Sinopoli): da sinistra Vittorio Cosma alle testiere e chitarra acustica, Marco Rovinelli alla batteria, Riccardo Sinigallia alla chitarra e ai suoni digitali, Laura Arzilli al basso (sostituzione dell’ultima ora poiché Gianni Maroccolo è stato colpito da influenza), Max Casacci alla chitarra elettrica. La musica che eseguono (tutta strumentale) si alterna con gli interventi di Fabio Peri che appare e scompare dal palco, affrontando i diversi temi della serata, con una voce allegra e mai monotona, mai noiosa. Il tutto è accompagnato da immagini bellissime (proiettate sul grande schermo alle loro spalle con la colonna sonora che fa quasi pensare di stare a guardare un film di fantascienza. Il viaggio (perché suona strano definirlo “concerto”) è ben architettato perché ad ogni tema è associata una canzone che effettivamente rende il significato, non fosse altro che per i titoli (guardare le immagini della terra che si allontana e diventa un puntino in mezzo agli altri pianeti, alle stelle e al sole che è una immensa palla arancione non avrebbe miglior colonna sonora di Travelling).
“Dalla notte dei tempi l’uomo guarda le stelle. Questi punti luce tornano sempre e non cambiano mai. Se dobbiamo indicare per distinguerne alcuni dagli altri, cominciamo a giocarci, a unirli in disegni, a immaginare qualcosa che ci sia familiare, e gli assegniamo una storia per ricordali meglio, tenendoli legati attraverso le cose alla nostra memoria, nel tentativo di portare il cielo noi stessi, o per far stare lo spazio dentro di noi". E così, ammirando visual creati ad hoc e immagini ufficiali dell’ESA e della NASA, si spazia (è proprio il caso di dirlo...) tra stelle, pianeti, costellazioni, buchi neri, radiotelescopi che mandano messaggi per comunicare con eventuali forme di vita sugli altri pianeti, missioni e stazioni spaziali. Naturalmente fra tutti gli astronauti italiani citati che hanno partecipato ad una missione, una menzione particolare va a Samantha Cristoforetti che, mentre noi siamo qui a guardare le stelle, sta fluttuando sopra di noi e ci guarda da così lontano. Uno dei brani è appunto intitolato ISS e mentre viene eseguito, sullo schermo scorrono le immagini di tutte le stazioni spaziali e degli astronauti italiani che hanno fatto parte delle varie missioni. Dopo la presentazione di tutti i musicisti da parte di Fabio Peri (“è bello far parte di un equipaggio, anche io faccio parte di un equipaggio”) la musica continua in questa colonna sonora dell’infinito, e mentre lo spettacolo si avvia verso la fine, tocca ad una cover (mai titolo fu più adeguato) Figli delle stelle (Alan Sorrenti), cantata voce e chitarra di Riccardo Sinigallia, riprendere il concetto che aveva aperto la serata. Il tema conclusivo raccontato da Peri è l’idea di ricerca di una “nuova casa”, ovvero gli studi che si stanno facendo per stabilire se esiste un altro luogo, un pianeta, con le stesse caratteristiche della Terra, dove poter vivere (ci si preoccupa per quando le risorse della terra saranno esaurite…). “… Nella nostra galassia esistono stelle fortemente simili alla terra che forse consentirebbero la vita alla nostra specie. Ma raggiungerli implica tempi enormi: centinaia di migliaia di anni. Allora se guardiamo i pianeti più vicini a noi da riadattare e rendere simili alla terra, ad esempio (…) Marte utilizzando il materiale esistente sulla superficie del pianeta stesso rendendo l’atmosfera come quella terrestre, rendendo possibile la vita, ma anche in questo caso il tempo necessario è più di centomila anni, per realizzare qualcosa che in realtà abbiamo già”. Ma sono le parole di un nostro astronauta che chiariscono meglio il concetto: “Porto con me costantemente un’immagine. Se usciamo fuori con un cielo sereno guardiamo verso l’alto abbiamo l’illusione che le risorse del pianeta siano infinite; guardando invece dall’alto il pianeta l’atmosfera appare nella sua reale dimensione fisica, una leggerissima nebbiolina che ci protegge, e che noi distruggiamo”.
Come ogni concerto che si rispetti è previsto un bis, ed è il brano Just One Day a chiudere la serata, colonna sonora del film di G. Salvatores 'Italy In A Day' uscito l’anno scorso e che raccoglie i videoclip filmati da gente comune per descrivere una giornata tipo, messi in musica dai Deproducers. In un’ora e quarantacinque minuti, lo spettacolo scorre via senza accorgersi che il tempo passa, e nonostante i lunghi monologhi e le spiegazioni a volte un po’ troppo stringate (per dovere di tempi di scena) per capire bene fino in fondo, non c’è stato tempo per annoiarsi. La musica che fa da sottofondo (e anche da incentivo) alla scienza, per trasmettere emozioni e fare cultura. Bello, piacevole, e - perché no? - istruttivo.
SETLIST:
Intro – Planetario Travelling Costellazioni Arecibo Neu ISS Home Figli delle stelle Home (strumentale)
Encore: Just One Day
(La foto dei Deproducers a Roma è STEFANO PIETRUCCI, per gentile concessione)
Articolo del
23/02/2015 -
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