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Poco prima dell’inizio del concerto di questa sera a Villa Ada, ricordavamo come Xavier Rudd, polistrumentista, arrangiatore e compositore australiano di buona fama internazionale, fosse solito fin qui esibirsi come one man band ma - dopo l’uscita di un disco come 'Nanna', nel mese di marzo di quest’anno - le cose sarebbero state probabilmente molto diverse. Infatti il buon “Saverio” si presenta sul palco con i suoi United Nations, la stessa band con cui ha registrato il nuovo disco: otto musicisti di origine molto diversa fra loro, ma spiritualmente uniti come se facessero parte di una sola famiglia. Ci sono elementi australiani di origine indigena, altri invece sono delle isole Samoa, altri ancora del Sud Africa, della Nuova Guinea o della Papuasia ma anche l’Europa è rappresentata, da un musicista tedesco. Il concerto è introdotto dalle sonorità ancestrali di un didgeridoo, antico strumento a fiato di forma oblunga degli aborigeni australiani. Subito dopo però si aprono le danze e siamo spettatori felici di una vera e propria “festa del ritmo”, dove la musica etnica, il dub, il pop melodico, l’elettronica, radici psichedeliche e un substrato fortemente orientato al reggae riescono a coesistere, convivono insieme e danno vita ad uno show pieno di sfaccettature diverse, dove la noia è l’unica cosa assolutamente proibita.
Xavier Rudd, con la sua semplicità, con il suo sorriso è il leader indiscusso di una band che in realtà non conosce e rifiuta qualsiasi gerarchia, musicale e non, ma si lascia docilmente guidare da Xavier, che comunica gioia e pace fra i popoli ogni volta che apre bocca. Per un momento sembra di vivere in un’altra epoca: vengono in mente certe esibizioni di Bob Marley alla fine degli anni Settanta, per esempio. L’atmosfera è la stessa e c’è una assoluta comunanza fra l’artista e le sue Nazioni Unite ed il pubblico di questa sera, che si arrangia come può stendendo teli sul prato, usando cassette della frutta come sedie, con tanto di cani che abbaiano e bambini che dormono felici. In realtà la scelta di collaborare con Errol Brown, un produttore caro a Bob Marley, in occasione delle registrazioni di 'Nanna' il nuovo disco, ha comportato un evidente virata verso la reggae music da parte del nostro Xavier Rudd, che sembra animato da uno Spirito Sacro sul palco, imbraccia strumenti sempre diversi, indossa copricapo improbabili e detta i tempi e le cadenze delle danze.
Un rito tribale, una cerimonia sacra, un inno alla Vita: un concerto di Xavier Rudd oggi è tutto questo, una musicalità intensa e serrata, ma quanto mai morbida e avvolgente. Accanto a brani del tutto nuovi come Flag, Come People, Rainbow Serpent e la bellissima Struggle, abbiamo l’opportunità di ascoltare ancora una volta una delicata slow ballad come Follow The Sun, tratta da un album del 2012, diventata il simbolo della musicalità multiforme, aperta e sensibile di Mr Rudd.
Poco prima della fine dello show, Xavier ci regala una inedita versione reggae-dance-dub di Come Together, vecchio successo dei Beatles, e il pubblico tutto si mette a ballare. Xavier, quando canta, denota un impianto vocale tipico di un artista R&B, ma poi il tessuto armonico interno ai suoi brani si estende in tante altre direzioni diverse. Se vogliamo, quello che è decisamente un pregio e una caratteristica del repertorio di Xavier Rudd, può altrettanto facilmente trasformarsi nel suo contrario. Infatti il rischio vero di fronte a concerti così ampi e globali come questo - che spaziano dall’elettronica al folk, dal musica pop a quella psichedelica per sfociare nel reggae - è che poi venga a mancare una identità artistica ben precisa. Ma questo sacrificio - per certi versi necessario - è d’altronde ben compensato dalla grande forza d’impatto che garantiscono Xavier Rudd & The United Nations al vivo, perfettamente in grado di offrire uno show pieno di energia positiva e di contenuti spirituali, nel nome di una religiosità laica, che venga dall’anima e che spezzi le catene imposte dalle dottrine religiose ufficiali. A tale proposito, è bellissima la versione acustica di Spirit Bird, la lunga ballata acustica con cui Xavier saluta il pubblico romano e chiude un concerto davvero godibile e a tratti entusiasmante.
Articolo del
10/07/2015 -
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