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"I Belle and Sebastian ad Ancona? Ma sul serio?" Questa è stata la mia reazione non appena ho saputo che la band di Glasgow avrebbe messo piede nella mia città, così allergica alla movida e vergognosamente arida dal punto di vista musicale. Per fortuna ogni anno lo Spilla Festival rappresenta una grande eccezione e ravviva la noiosa estate anconetana a suon di live e band di respiro internazionale.
Ammetto di non aver conosciuto i B&S fin dal loro debutto - l'età anagrafica non è dalla mia e le preferenze musicali sono decisamente più "sporche" - ma posso dire di aver recuperato negli ultimi tempi. Sono infatti passati quasi vent'anni da quel disco di esordio, 'Tigermilk' (1996, ndr), che ha incantato e piacevolmente sorpreso per purezza e semplicità. Ma nel frattempo molto è cambiato, com'è anche normale che sia, nello stile musicale dei Belle And Sebastian. L'ultimo album, 'Girls In Peacetime Want To Dance' - uscito a gennaio di quest'anno - ha rappresentato la virata elettronica della band (e causato un'alzata di sopracciglio ad alcuni fan sfegatati). E pensare che l'avevano sempre snobbata, Murdoch & Co., la dance music. Così come avevano sempre preso le distanze da compromessi musicali dettati dalla moda del momento. Ma d'altronde non si poteva pretendere che questo livore per i ritmi da dancefloor durasse ancora a lungo, considerando anche le passioni musicali del frontman, tra le quali Roxy Music e altre band "glitterate" degli anni '80. Mentre mi lascio trasportare da queste digressioni da perfetta polemica musicofila, Maria Antonietta, al secolo Letizia Cesarini, rompe il silenzio con la Gretsch rosso fuoco e i suoi famosi gorgheggi, che a volte infastidiscono, altre conquistano, soprattutto quando i suoni si fanno più ruvidi. Poi è il turno dei Matinée - band abruzzese emigrata a Londra in cerca di successo - che col loro indie danzereccio preparano il terreno ai B&S, soprattutto con il pezzo scritto in collaborazione con questi ultimi, These Days, che sottolineano stare loro particolarmente a cuore e che, tra l'altro, dà anche il nome all'album.
Gli animi sono ormai abbondantemente (sur-)riscaldati, tutto è pronto per l'arrivo sul palco dei Nostri e la romantica cornice della Mole Vanvitelliana, autentico gioiello della città dorica, culla le aspettative dei fan, decisamente numerosi, accorsi da tutta l’Italia (e non solo) per assistere al concerto. Chissà se Murdoch & Co. - mi domando nel frattempo - riusciranno a far alzare in piedi la folla presente, finora rimasta passivamente seduta?
Nel frattempo qualche problema con l'impianto luci distrae il pubblico dall'attesa della band e trattiene tutti col naso all'insù, mentre alcuni fan con velocità supersonica si posizionano sulle transenne del pit. Ma ecco che si alza un boato: sono le 22 passate e la band, tra applausi e grida di entusiasmo, fa il suo ingresso sulle note di Nobody's Empire. E sì, tutto il pubblico in fermento abbandona finalmente le comode sedute della Mole per lasciarsi trasportare dalla musica e dalla voce esile, leggera, di Murdoch e degli altri membri della band. Il frontman - evidentemente in gran forma - balla, salta, sorride mentre intona I'm A Cuckoo e grida dal palco "Signore e signori, avete voglia di fare festa?" prima di attaccare con The Party Line, singolo estratto dall’ultimo disco. Perché, scopriremo poi, è proprio questo lo scopo della band scozzese: far scatenare a suon di riff, synth e vibrazioni elettroniche il pubblico eterogeneo della Mole, che non si placa neanche quando il suono improvvisamente scompare per ben dieci secondi, poco dopo l'attacco di Seeing Other People. Il dio della musica, infatti - il cui intervento è ironicamente richiesto dal cantante dopo l'episodio - non abbandonerà più la band, anzi, proteggerà decisamente il palco messo a dura prova da almeno una quindicina di fan scatenati, invitati dallo stesso Murdoch a ballare sulle note di The Boy With The Arab Strap. Inutile dirlo: i Belle And Sebastian possiedono una naturalezza innata, regalano emozioni senza sosta e dimostrano come sia possibile raggiungere il successo a livelli mondiali senza mai abbandonare la straordinaria semplicità degli inizi.
Purtroppo arriva il momento tanto odiato dei saluti e sulle note di Sleep The Clock Around, secondo pezzo degli encore, la band, per nulla sfiancata dalle due ore di concerto, rinnova ancora una volta il sodalizio che è riuscita a creare con il pubblico, dando vita ad un’atmosfera che difficilmente ho riscontrato in altri live. Quando tutto è ormai finito e sul palco i roadies si affrettano a smontare, un silenzio di tomba torna, come sempre, a regnare su Ancona, così fastidiosamente fredda di cuore e, allo stesso tempo, incredibilmente bella. Ma questa sera me ne infischio (come ha già detto qualcuno in passato). Decido di amarla, questa mia città, perché, nonostante la spossatezza causata dall’afa di questa serata, mi ritrovo a canticchiare le melodie di quei brani appena ascoltati e non riesco a togliermi il sorriso dalle labbra.
SETLIST: Nobody's Empire I'm A Chuckoo The Party Line A Summer Wasting Seeing Other People Allie Perfect Couples Piazza New York Catcher A Century Of Fakers The Power Of Three Sukie In The Graveyard Jonathan David Dog On Wheels The Boy With The Arab Strap Legal Man The State I Am In
Encore: Get Me Away From Here, I'm Dying Sleep The Clock Around
(La foto dei B&S ad Ancona è di Nicolina Di Gesualdo)
Articolo del
14/07/2015 -
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