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Il folk invade Pistoia con il suo più apprezzato e riconosciuto rappresentante del momento. É infatti ormai assodato, soprattutto dopo l'ultimo album, ”Whisper II” che Passenger é quello che al momento nella scena musicale può essere definito il nuovo principe del folk. Semplice, poetico, umile e così devoto alla sua religione country che non la abbandona mai. Michael, vero nome di Passenger, stringe forte a se le sue radici di cantante di strada, solo chitarra e voce, lì davanti ad un pubblico silenzioso, per pura voglia di rivolgersi ad esso, per comunicare, raccontare. Fa proprio così alla vigilia di questo live, il primo che lo vede ospite in Italia, fermandosi in una piazzetta del centro storico dove da lì a poco si raggrupperanno a cerchio per lo più giovani come in una sorta di incontro tra amici ... come se fosse uno di noi, ma d’altronde è uno di noi. Sarà stato questo aneddoto in parte, oppure la musica onestamente poco radiofriendly ma meritatamente apprezzata, a far sì che la serata del vero live di Passenger fosse un successo personale e professionale.
Come spesso succede nell'organizzazione del Pistoia Blues, il palco di questo caldissimo 15 luglio accende le luci con un ospite che intrattiene il pubblico fino a che l'atmosfera non si fa sufficientemente buia ed intima per ospitare il suo protagonista. Michael sale sul palco così solo alle 22.00 passate, abbracciando unicamente la sua chitarra acustica. É solo sul palco, ma promette, scherzando, di bastarci. Si capisce da subito che sarà qualcosa di molto intimo e rilassante, ma anche incisivo e concentrato considerando che quella chitarra dovrà riempire tutto.
Ha molto da raccontarci e quel minimalismo sembra voglia mettere sotto luce l'importanza e la delicatezza dei testi, sottolineati da un ritmo che egli stesso si da, battendo i colpi di un unplugged che non fa sentire la mancanza di altri strumenti. Fairytales & Firesides da il via, per poi aprirsi più serenamente e meno timidamente con pezzi più ritmici quali The Wrong Direction. Di mezzo Traveling Alone e la sua intimità che si replica alternandosi in una scaletta che onora tutti i suoi lavori discografici del cantautore, ben costruiti esattamente come riesce sul palco e che spezza la serietà con I Hate, un tuffo nell'ironia che peró non vuole smettere di far luce su qualcosa, basta sentirne il testo, col pubblico che interagisce, sorride e scherza con Michale ma che riconosce quando ascoltare in silenzio. L'apice l'attesissima Let Her Go, pezzo più famoso di Passenger ma che in fondo rimane però come una sorta di parentesi molto più commerciale a confronto di tutti gli altri suoi lavori ... in ogni modo cantatissima. Niente risulta superficiale e qualunque. Si é circondati di semplicità ma allo stesso tempo con le ultime note di Holes e pieni del coinvolgimento dalla sentita Beautiful Bird, sentiamo che una chitarra, una voce, una piccola piazza come quella di Piazza Duomo a Pistoia, possano bastare a fermare e concentrare l'attenzione su qualcosa che affascina e che rimane dentro.
Un live di Passenger è particolare, e bisogna dire che ascoltarlo dal vivo mette sotto luce tanto di lui, quel tanto che probabilmente viene ingannato e sacrificato dalle registrazioni in studio, ed é intelligente oltre che coraggioso a mostrarsi unicamente per quel che é, nella semplicitá di come lui e le sue canzoni sono nate. Un talento nuovo e di indubbio valore, puro, grezzo, concreto e diretto che non fermerà da qui a breve il suo viaggio.
Articolo del
21/07/2015 -
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