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Al via Spring Attitude, il festival di musica elettronica più affermato della capitale. Arrivato all’ottava edizione, Spring Atittude è ormai una realtà consolidata: la vocazione internazionale, la varietà della proposta e le location sono sicuramente tra i punti di forza. Per il terzo anno consecutivo viene confermato il MAXXI - Museo nazionale delle Arti del XXI secolo - come luogo in cui si svolge la prima giornata del festival.
La scelta è significativa: ci indica che la musica e l’arte dei nostri giorni possono essere pensate insieme. Contrariamente alla concezione del senso comune sull’elettronica - che la vede come un prodotto per il consumo giovanilista del sabato sera - essa si afferma sempre più come un linguaggio di ricerca, dove ampio spazio è lasciato libero alla creatività e all’originalità (cosa che difficilmente può accadere nei generi più consolidati e easy-listening). In questo modo, inevitabilmente, i percorsi e gli intenti vanno ad intrecciarsi con quelli dell’arte contemporanea. Anche il pubblico, estremamente variegato e numeroso, sembra rispecchiare questa commistione che d’altronde si riflette nella struttura dei due palchi: il lobby stage, montato nella hall del MAXXI, è dedicato alle performance più “danzerecce”; nell’auditorium invece, dove si sta seduti, si assiste agli acts che richiedono maggiore concentrazione e atmosfera.
Ma iniziamo a parlare di musica. Ad aprire lo SA 2017 ci pensa Huerco S., venuto dagli Stati Uniti per trasformare l’auditorium in un concentrato di rumori graffianti che si sovrappongono e sfociano in acidi loop, dando vita ad un ambient disturbante.
Subito dopo, sul lobby stage, arriva Jenny Hval, una ragazza norvegese bionda e magra, con il cappuccio nero tirato su. Ne apprezziamo subito l’attitudine. Un po’ scherzando e un po’ no, dice che il suo nome proiettato sul telo dietro di lei la fa sentire a disagio, che non lo ritiene così importante e che tanti altri nomi potrebbero essere scritti lì accanto…le basi su cui canta Jenny Hval sono minimali ma orecchiabili. Tuttavia l’artista non vuole essere per nulla accattivante, le interessa fare una performance dove l’importante siano i contenuti (“feminism is over” la sentiamo cantare in un pezzo). Per i discorsi fortemente politici, per la voce dolce ma decisa, è una Patti Smith dei nostri tempi. Chiude il concerto con delle finte budella tra le mani.
Subito dopo ecco Max Cooper (UK). La sua elettronica ha idealmente un respiro cosmico, come testimoniano le immagini di galassie che scorrono dietro di lui. Porta avanti una musica astratta e spirituale. Se possiamo fargli una critica, è quella di essere un po’ troppo “preciso” e “misurato”, così da non arrivare mai ad un picco di intensità tale da trascinarci.
Tutt’altra musica nell’auditorium con Grischa Lichtenberger. Qui di intensità ce n’è da vendere: l’artista tedesco ci tiene continuamente col fiato sospeso con le sue sonorità ruvide e industrial. I suoni e le immagini - un trionfo di pixel verdi e blu che mutano in continuazione - sembrano venire fuori da un unico magma, dentro il quale il musicista, scavando, da vita al proprio percorso compositivo. C’è un continuo richiamo all’interferenza e all’errore, ma in realtà Lichtenberger sa benissimo cosa sta facendo. Difficile trovare sonorità così sporche e stranianti accompagnate da tanto stile e maestria…
L’ultimo artista ad esibirsi è il dj Moscoman, di origini israeliane ma residente a Berlino. Con lui finalmente si infiamma il dancefloor e il pubblico si scatena. Nel suo lungo set va a finire un po’ di tutto: house, dance, ritmi tribali e orientaleggianti…l’importante è che sia ballabile!
Purtroppo non siamo riusciti a vedere i Radian (la band austriaca era l’unica della serata ad utilizzare gli strumenti “tradizionali”) e l’interessante performance di Mutech, ovvero Giuseppe Guariniello, che rielaborava audio e video registrati dalla NASA nello spazio. D’altronde, in un festival in cui più artisti si esibiscono contemporaneamente, un po’ di deriva fa parte dello spirito della serata.
Adesso che ci siamo scaldati siamo pronti per entrare nel vivo del festival, che continuerà con le serate di oggi e domani (26 e 27 maggio) al Guido Reni District, proprio di fronte al MAXXI
Articolo del
27/05/2017 -
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