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L’evento era stato inizialmente programmato a Punta Perotti, ma la necessità di provvedere misure di sicurezza adeguate ha indotto gli organizzatori a spostare il concerto a Piazza della Prefettura, in centro città, luogo ideale per accogliere gli oltre 30.000 spettatori che sono venuti a celebrare il ritorno dell’Iguana, di nuovo in versione solista dopo lo scioglimento definitivo di Iggy & The Stooges al termine del tour del 2014.
Eccolo allora, puntuale alle 22,15, Iggy Pop, settanta anni appena compiuti, ma ancora in grande forma, presentarsi di corsa sul palco, già a torso nudo e pronto a lanciarsi dietro le note letali di I Wanna Be Your Dog, uno dei suoi primi pezzi con gli Stooges, un hard rock bollente dal sapore metallico che torna ad essere il suo biglietto da visita. Segue subito dopo Gimme Danger, una ballata cadenzata e ammaliante che risale ai primi anni Settanta, un pezzo che racconta la natura degli incontri amorosi dell’Iguana, interpretato come se quella stagione fosse ancora là, non fosse finita mai.
Ad accompagnare Iggy sul palco troviamo una band composta sia da musicisti affermati, come Kevin Armstrong, già chitarrista sia di Bowie che dello stesso Iggy nel 1986, e come Seamus Beaghen, ex Madness, alla seconda chitarra e alle tastiere, sia da musicisti più giovani come Ben Ellis al basso e Mat Hector alla batteria. Il suono è grezzo, aggressivo, fortemente elettrico e le due chitarre svolgono un gran lavoro per assecondare le grida e le mosse improvvise dell’Iguana, mai domo, sempre pronto a donarsi alla folla che lo acclama.
Ecco che arrivano in rapida successione The Passenger e Lust For Life, altri due capolavori che risalgono ai giorni di Berlino, alla fine degli anni Settanta, quando Iggy preparava i primi due album solisti della sua carriera con l’aiuto e la supervisione di David Bowie. E’ questo il repertorio da cui attingerà per il resto del concerto, ed è meglio così, perché quando arriva il momento dell’esecuzione di Gardenia, un brano nuovo, le chitarre spingono troppo sull’acceleratore e l’effetto per chi ascolta è ben diverso dall’arrangiamento mid-tempo scritto con Josh Homme per “Post Pop Depression”.
Ma torniamo alla scaletta di questa sera che vede episodi infuocati come Sixteen e Sick Of You e l’esecuzione di un gran pezzo, Some Weird Sin, una ballata che - in assenza di China Girl - evidenzia tutta l’influenza di Bowie sul modo di cantare di Iggy, che si è lentamente modificato con il tempo, grazie proprio ai suggerimenti del Duca Bianco.
A tale proposito è presente in città al Castello Svevo, una mostra fotografica di Masayoshi Sukita, che raccoglie le foto da lui scattate a Iggy e a David nel periodo berlinese e anche a Tokyo. Sukita (79 anni d’età) è vicino a me sul palco: indossa una t-shirt con su scritto Iggy Pop e continua a scattare foto all’amico Iggy. Le note selvagge di Search And Destroy e l’incedere potente di Down On The Street ci riportano immediatamente indietro alle sonorità Stooges ed è un gran bel sentire. Molto bella anche Repo Man tratta dalla colonna sonora del film omonimo.
Sorprende come Iggy Pop sia ancora fisicamente in grado di reggere la scena: scende giù dal palco, si getta fra la gente, grida a loro la sua verità. E’ un vero delirio! Il set si chiude con Mass Production, un brano che Iggy raramente esegue dal vivo, ma a cui è molto affezionato, un pezzo oscuro, con forti richiami al rock industriale.
Dopo una breve pausa, Iggy ritorna sul palco per completare lo show: la sopra citata Gardenia, No Fun, 1969, Tv Eye e il rock and roll spinto di Real Wild Child mandano in visibilio il pubblico. Lui li guarda soddisfatto e impugna il microfono come fosse un cannocchiale e finge di guardare lontano, fino al mare. C’è ancora il tempo per Candy, altra super ballad firmata Iguana, e per una versione devastante di Real Cool Time: impossibile restare fermi, fremiti elettrici sconvolgono chi scrive, toccato sul vivo, ancora oggi, qui a Bari!
Deve ancora venire il tempo dei ricordi! Al termine del brano Iggy si lascia cadere a terra sul palco. Resta così per qualche minuto per poi alzarsi e abbandonare la scena. Ma non gli basta, non può finire così! Infatti eccolo ancora! “Loooooose” è un grido che lacera il cielo, che strofina le onde del Mar Mediterraneo, che sradica l’abbronzatura dalla pelle delle signore, che ti inchioda lì dove sei, impossibilitato a fare altro! Non finisce, non può finire: Iggy chiede di più alla sua band! Gli grida “Make some noise!” e improvvisa una danza psichedelica a ridosso degli strumenti, amplificando con il microfono i suoni che vengono emessi. Sembra di essere tornati ai tempi degli Psychedelic Stooges, agli esordi, è come un cerchio che si chiude fra presente e passato, all’insegna del frastuono, con l’Iguana ancora in grado di essere il testimone di se stesso. Niente altro da dichiarare, nulla più da chiedere.
SETLIST: I Wanna Be Your Dog Gimme Danger The Passenger Lust For Life Sixteen Skull Ring Sick Of You Some Weird Sin Repo Man Search And Destroy Down On The Street Mass Production
Encore: Gardenia No Fun 1969 T.v. Eye Real Wild Child (Wild One) Candy Real Cool Time
Encore 2 Loose
(La foto di Iggy a Bari è di Giancarlo De Chirico)
Articolo del
12/06/2017 -
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