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Firenze Rocks Festival
Eddie Vedder, Glen Hansard, Samuel live @ Firenze Rocks, Visarno Arena 24 giugno 2017
24/06/2017
2017
di
Claudio Prandin
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La seconda serata del Firenze Rocks si apre nel segno dell’incertezza: come verranno accolti gli artisti chiamati a sostituire i Cigarettes after sex e soprattutto i Cranberries che hanno rinunciato all’ultimo momento? Diciamoci la verità: il 90% delle persone presenti alla Visarno Arena sono venute per Eddie Vedder, ma la delusione per l’assenza della band di Dolores O’Riordan è palpabile. Samuel che li ha sostituiti si è costruito una solida credibilità con i Subsonica e il suo disco è stato abbastanza apprezzato, però il pubblico è visibilmente deluso.
Dopo le performances di Le altre di B ed Eva Pevarello, sale sul palco Samuel che con molta intelligenza e autoironia domanda scusa a chi volendo ascoltare i Cranberries si deve invece “sorbire” il suo nuovo disco; nei cinquanta minuti di concerto propone molti brani da Il codice della bellezza che ricordano alla lontana lo stile dei Subsonica ma virano maggiormente verso il pop d’autore. Percependo che il calore degli spettatori viene a mancare, tenta più volte di coinvolgerlo e da bravo frontman ne riesce a smuovere una buona parte.
Tocca poi all’irlandese Glen Hansard, cantante folk protagonista del film Once e amico di Eddie Vedder che lo ha scelto come accompagnatore per tutta la tournée. Comincia il concerto da solo con la chitarra acustica e canta quattro brani; poi introduce la band composta da un batterista, un bassista e una tastierista e prosegue con altre cinque canzoni; la verve e l’energia profuse sulla chitarra vengono assorbite dal pubblico e restituite con applausi entusiastici.
Durante l’ora successiva lo staff prepara il palco per l’headliner, arricchendo con migliaia di piccole luci il telone nero che fa da sfondo, simulando un bellissimo cielo stellato; il palco è minimalista con lunghe candele, un hammond in un angolo e un proiettore a bobine molto anni ’70; l’impressione è quella di trovarsi nella sala prove privata di Eddie Vedder, calda e personale.
Alle 22:40 sale sul palco, legge da un foglio qualche frase di saluto in italiano, beve del vino toscano e si siede su uno sgabello; con sola chitarra acustica comincia lo show; il pubblico è carichissimo e accoglie le prime note con un boato di approvazione. Vedder si dimostra un perfetto one-man-band nel senso che tutto quello che si ode proviene da lui: non sono presenti altri musicisti ne basi; le canzoni sono suonate con molta enfasi ma comprensibilmente ridotte ai minimi termini, private degli assoli ma impreziosite da ruvide schitarrate e dolci arpeggi; il risultato è sempre efficace e ogni canzone nella sua nuova veste diventa un piccolo capolavoro.
Il primo momento ricco di emozioni arriva quando parla del compagno di viaggio Stone Gossard e di Chris Cornell, l’amico recentemente scomparso a cui dedica una splendida Black. Il pubblico la canta dall’inizio alla fine aumentandone il pathos. Continua l’alternanza dei brani dei Pearl Jam di diverse cover e di canzoni tratte dalla colonna sonora del film Into the Wild. Allo scoccare della prima ora di concerto, Vedder si avvia all’hammond un po' defilato sul palco e canta un unico brano, Comfortably Numb dei Pink Floyd che rappresenta uno dei momenti magici della serata. Quindi introduce Imagine dedicandola a John Lennon ma soprattutto a Yoko Ono sostenendo che sia la grande ispiratrice di questo brano leggendario.
Poco dopo la mezzanotte rientra Glen Hansard che imbraccia l’acustica e insieme a Vedder canta cinque brani tra cui Smile dei Pearl Jam che vede Eddie Vedder all’armonica. Dopo due ore di concerto ininterrotto, Vedder fa una breve pausa poi rientra sul palco, si avvicina al proiettore e con un colpetto avvia le bobine facendo partire una base rockeggiante (l’unica base di tutto il concerto) su cui lui e tutta la band di Glen Hansard chiudono lo show con Hard sun.
Il concerto finisce lasciando l’audience in visibilio; con due chitarre, un ukulele, l’hammond ma soprattutto con la sua splendida voce, Eddie Vedder ha incantato i cinquantamila presenti dimostrandosi un artista completo e un performer eccezionale.
Setlist
Glen Hansard 1) When your mind’s made up 2) Revelate 3) Winning streak 4) Say it to me now 5) Astral weeks / Smile (Pearl Jam) 6) Bird of sorrow 7) Lowly deserter 8) Way back in the way back when 9) Hey mercy
Eddie Vedder 1) Elderly woman 2) Wishlist 3) Immortality 4) Trouble (Cat Stevens) 5) Brain Damage (Pink Floyd) 6) Sometimes 7) I’m mine 8) Can’t keep 9) Sleeping by myself 10) Far behind 11) Setting forth 12) Guaranteed 13) Rise 14) The needle and the damage done (Neil Young) 15) Unthought known 16) Black 17) Lukin 18) Porch 19) Comfortably Numb (Pink Floyd) 20) Imagine (Lennon-Ono) 21) Better man 22) Last kiss 23) Untitled 24) MFC 25) Falling slowly (Glen Hansard) 26) Song of good hope (Glen Hansard) 27) Society 28) Smile 29) Rockin in the free world (Neil Young) Encore 30) Hard sun
Articolo del
28/06/2017 -
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