The Dillinger Escape Plan The Dillinger Escape Plan + OvO + Inferno @ Orion, Ciampino, 29 giugno 2017 di Lucrezia Ercolani

Andarsene quando si è ancora nel pieno delle forze. Questa è stata la coraggiosa scelta dei The Dillinger Escape Plan, gruppo del New Jersey attivo dal 1996. Se dovessimo incasellarli in un genere diremmo metalcore, ma in un senso particolarissimo: non abbiamo certo a che fare con i coattoni newyorchesi tutti bandane e canotte da basket. Possiamo dire che i Dillinger Escape Plan fanno andare d’accordo l’impatto e l’etica dell’hardcore (il fondatore e chitarrista Ben Weinman in un’intervista si definisce ancora straight edge…) con la tecnica e la complessità del metal. Il concerto che ci propongono all’Orion è un vortice di energia senza soste che ripercorre tutta la loro carriera, da Calculating Infinity (1999) fino all’ultima fantastica summa Dissociation (2016), dalla quale estraggono due pezzi tutto sommato tranquilli come Black Bubblegum e Symptom of Terminal Illness, oltre alle svisate pazzoidi di Limerent Death.

Il cantante Greg Puciato è tutto sudore e muscoli, la sua voce, al crocevia tra Trent Reznor e Mike Patton (due grandi influenze del gruppo) è potentissima e si adatta a mille registri, il mosh è incredibile durante pezzi come Milk Lizard o la rabbiosa Happiness Is A Smile. Ben Weinman si butta tra la gente continuando a suonare, i cambi di tempo e le trame di chitarra dal vivo sono una bomba. Nel complesso i DEP riescono a creare un mix insolito tra musica estrema e melodia irresistibile, dal vivo danno il 100% e il concerto è super trascinante. Ma allora perché il gruppo ha annunciato che questo sarà l’ultimo tour prima dello scioglimento e sul palco appare la scritta GAME OVER a caratteri cubitali? “I don’t want to hear anyone ever say that none of us could hack it anymore…There’s more power in being able to say, 'this was our artistic statement, and now that’s it!'…So many bands are just putting on this costume of their younger selves and trying to flog it. We’ve never approached it that way”. Parola di Greg Puciato. Respect.

In apertura gli OvO, duo che fa musica estrema a Ravenna dal 2000. Stefania (chitarra più strilli, grida e quant’altro) e Bruno (batteria e possenza) ci propongono un noise venato da stoner, elettronica più tutto quello che ci volete trovare essendo orgogliosamente al di fuori di ogni classificazione di genere (e anche il doppio senso ci sta!). Dall’ultimo album Creatura tirano fuori pezzi come Eternal Freak (perché tali si definiscono) e Satanam (per il duo l’estetica e l’immaginario occultista è un punto importante). Stefania cammina tra il pubblico, muovendo la testa con i suoi dreadlocks lunghissimi a tempo di musica. La sua voce è sovrumana, sembrano grida di un rapace sofferente (non saprei come altro descriverla), Bruno integra alla grande batteria acustica e elettronica, suonando qualche pezzo anche in piedi come suo solito. Un duo che fa per quattro: riescono a far uscire un suono violento e caotico, ma dietro c’è sempre una ricerca e una sperimentazione evidente. Da seguire assolutamente.

Per gli orari insolitamente puntualissimi non riusciamo a vedere gli Inferno, gruppo romano grind n roll (come amano definirsi) dalla grande tecnica e furia. Ufficialmente sciolti dal 2012, ogni tanto fanno capolino qua e là a qualche concerto dove ritengono che valga la pena suonare (e ci beccano sempre direi). Speriamo di vedervi presto ragazzi!
Articolo del  04/07/2017 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati