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Non capita spesso qui da noi, quindi non possiamo perdere l’occasione di ascoltarla dal vivo al festival di Villa Ada, data romana del suo nuovo tour, che coincide con la pubblicazione del bellissimo “Binary”, il suo diciannovesimo album in studio, un disco appena uscito (Giugno 2017).
Stiamo parlando di Ani Di Franco, la “piccola folksinger”, chitarrista, compositrice ed interprete americana originaria di Buffalo, NY. E’ sulla scena musicale a partire dal 1990 e non sa che cosa significhi la parola “compromesso”, nella vita personale così come nel fare musica. Artista fortemente politicizzata, bisessuale e femminista, nelle sue canzoni riesce a combinare storie personali e dimensione politica. Si è schierata sempre in difesa dei diritti, contro il patriarcato, l’omofobia e il razzismo. L’attuale situazione politica americana e la presidenza di Donald Trump sono per lei momento di risveglio nella coscienza delle persone, nel cuore di quanti ancora lottano per cambiare le cose.
Quando Ani ha scritto “Binary”, Trump non aveva ancora vinto le elezioni, ma lei si aspettava un risultato del genere e - alcune sue nuove canzoni, ascoltare adesso - hanno un valore profetico. Adesso Ani Di Franco vive a New Orleans, è sposata e ha due figli: Petah e Dante Napolitano, ciò nonostante è partita in tour. Non c’era soltanto la necessità di promuovere il nuovo album, il fatto è che le mancava troppo la dimensione on the road, il contatto con la gente.
Puntuale alle 22,00 Ani Di Franco sale sul palco: non c’è il grande pubblico che meriterebbe, ci saranno circa 500 persone, ma questo contribuisce a creare un atmosfera più intima, raccolta. La sua “tour band” è composta da Todd Sickafoose, al basso, da Terence Higgins, alla batteria, da Luke Enyeart, alla chitarra elettrica e da Chastity Brown, ai cori. Non sono i musicisti con cui ha registrato in studio, ma è comunque un gruppo ben affiatato che supporta molto bene il “live act” intenso e agguerrito di Ani Di Franco, che canta e suona la chitarra con un’energia assolutamente invidiabile.
In scaletta canzoni nuove, come “Telepathic”, “Deferred Gratification”, “Zizzing” e “Even More”, un brano dolcissimo e up-tempo dedicato al suo compagno. Ma non potevano mancare citazioni dal suo repertorio passato, pieno zeppo di belle canzoni: ecco infatti che arrivano “Two Little Girls”, “As Is”, “Not A Pretty Girl”, “Allergic To Water” , “Gravel”, “Reckoning” e “Overlap”, accolte dal pubblico con grande entusiasmo. E’ un concerto in crescendo, che si arricchisce di un groove impressionante e che mescola - al country folk originario - degli ingredienti diversi: non mancano infatti incursioni nel blues, nel funk, nel soul e nella musica jazz.
Il tutto ha un unico collante: la vocalità intensa ed espressiva di Ani, sempre molto bella, ancora in grande forma. In occasione di Play God , un brano nuovo, che invoca i diritti delle donne in materia di riproduzione, si rivolge al pubblico in maniera molto diretta: Ani ha messo da parte la rabbia antagonista di qualche anno fa e adesso riesce a dire cose importanti con un sorriso. Il suo afflato punk però lo conserva per il finale quando in alcune esecuzioni alza il ritmo e il suo concerto prende le sembianze di una cavalcata rock.
Ad un certo punto Ani chiama sul palco Heidi Kunkel, la sua tour manager, e le chiede di leggere in italiano la traduzione di “Binary”, il brano che dà il titolo al nuovo disco. Un testo importante che racconta come questa società è sempre “pronta a ferirti e subito dopo a consolarti con un bacio”, che mette in guardia contro gli “inganni che provengono dalla rete” e le varie trappole che vengono messe lungo il nostro percorso. Subito dopo Ani esegue “Binary”, un brano che - anche sotto il profilo musicale - è un piccolo capolavoro, un mix di generi e influenze musicali diverse.
Ani è l’elogio della differenza, Ani è creatura vitale, Ani ha una energia insolita, che non esplode, ma fluisce dal palco verso la gente, Ani è un piccolo miracolo. Il concerto termina con l’esecuzione di un classico come “Which Side Are You On”, una cover del grande Pete Seeger, una canzone scritta nel 1931, in occasione dello sciopero dei minatori in U.S.A. e con la riproposta di “32 Flavours”. Una serata da ricordare, trascorsa insieme alla reincarnazione al femminile di Woody Guthrie, una donna incurante del passato e del futuro, interessata solo ad investire con gioia nel presente, per renderlo migliore
(foto di Viviana Di Leo)
SETLIST Two Little Girls As Is Telepathic Not A Pretty Girl Allergic To Water Gravel Reckoning Deferred Gratification Even More Zizzing Overlap All This Grey Woe Be Gone Play God Binary
Encore Which Side Are you on? 32 Flavours
Articolo del
06/07/2017 -
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