Ogni concerto de il Muro del Canto si trasforma ormai in un vero e proprio raduno di folla, ansiosa di ascoltare e di misurarsi nel canto con la nota band romana. Tanto più che - impegnati come sono nella preparazione del nuovo album, che uscirà in autunno - Daniele Coccia e compagni mancavano dalle scene da diverso tempo. Per l’occasione, insieme a Coccia, inconfondibile voce del gruppo, e a Alessandro Pieravanti, percussionista e storyteller, torna ad unirsi al Muro il violinista Andrea Ruggero, che va a completare una line up composta da Eric Caldironi e da Giancarlo Barbati, alle chitarre, da Ludovico Lamarra, al basso e da Alessandro Marinelli, alla fisarmonica.
Si comincia subito alla grande con “Arrivederci Roma”, accolta con gioia da un pubblico festante, che conosce a memoria ogni loro canzone. Il punk folk del Muro ha trovato la formula vincente: l’impianto classico degli stornelli romani, un impatto molto dinamico derivato dal punk rock, delle melodie assolutamente struggenti e la coralità tipica dei gruppi folk, dalla tradizione celtica in poi. Quelli del Muro sono incuranti di qualsiasi etichetta, di qualsiasi categoria o classificazione di genere “Ci vogliono identificare con la scena romana” grida dal palco Pieravanti “Ma a noi non ce ne frega un cazzo della scena romana, noi siamo la Malarazza!!!”. E via con una versione furente del brano omonimo, appartenente alla tradizione popolare siciliana, già riscoperto tanti anni fa da Domenico Modugno.
Seguono via via tutti gli altri brani del Muro, da “Madonna delle Lame” a “l’Ammazzasette” fino ad arrivare al momento della attesa anticipazione del nuovo disco: “La Vita E’ Una”, una ballata folk assolutamente entusiasmante, con lo sguardo rivolto al passato, a una generazione diversa, a cui bastava poco per essere felice: era sufficiente fare gruppo e “salire sempre più alto sulle altalene”. Molto belle, dopo “Cristo de Legno” , anche le esecuzioni di “Ciao Core” e de “ Il Canto degli Affamati”, quest’ultimo un vero e proprio inno dei diseredati, il riscatto dei perdenti, che viene urlato a squarciagola da un pubblico che sente un legame davvero forte con questa band e la sensazione di appartenenza è palpabile!
Indovinato il recupero di “Luce Mia”, una struggente ballata d’amore che fu il primo vero successo della band, straordinaria poi la performance di “Peste e Corna”, una ballata molto ispirata musicalmente al tango e che - dopo l’invito da parte di Pieravanti a ballare in coppia - trasforma Villa Ada in una vecchia balera a cielo aperto. Sul finire ancora un brano , intitolato “L’Anima de li Mejo” che precede il “reprise” de “La Vita è Una”, un pezzo che è già consacrato dalla gente, che poga sotto palco proprio allora un ragazzo viene richiamato da Pieravanti che gli grida “Aho, a coatto, ma che te credi de sta a sentì i Testament!!”. La serata termina intorno a mezzanotte, con la promessa de il Muro di tornare in autunno, per portare il nuovo disco in tour. Non mancheremo! (foto di Viviana Di Leo)
Articolo del
09/07/2018 -
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