A volte non è l'oceano che cerchi ad arrivare fino a te, ma un suo simulacro, fatto di persone, di culture distanti eppure assai vicine, che del mare e dei suoi insegnamenti catturano il vigore e del suo flusso sono passeggeri. E Xavier è proprio così, un'anima libera che fa dell'oceano bagaglio d'ispirazione, così come il sole silente spostandosi lungo gli orizzonti del mondo gioca a nascondino con la luna sui desideri degli uomini. Nei solchi lasciati dai suoi album si muovono i sogni di migliaia e migliaia di persone, delle più disparate etnie e ceti sociali, indifferenti ad ogni infiltrazione d'odio, ma pronti ad ascoltare testi nelle cui righe Rudd canta di fratellanza ed amore, di fuga dal caos del consumismo per ritrovarsi in un crogiolo riempito di stelle.
Polistrumentista eccezionale, è tornato quest'anno nei negozi di dischi con "Storm Boy" uscito lo scorso 25 maggio 2018 per Nettwerk / Bertus, dopo che nel 2015 aveva pubblicato lo splendido "Nanna" insieme agli United Nations, a sua volta seguito di "Spirit Bird" del 2012 che gli aveva portato rinnovata gloria. Giunge a Roma per la prima delle tre date Italiane l'8 Ottobre, in un Atlantico che lentamente si è andato riempiendo, lasciando al bellunese The Leading Guy il piacere di aprire il suo evento in un luogo forse non il massimo visto il caldo secco che si è da subito venuto a percepire tra i presenti. Dopo la breve ma intensa scaletta, Guy saluta gli ascoltatori con entusiasmo, delegando il palco a chi verrà di lì a poco, mentre pian piano la sala si ridimensiona, e la luce dei riflettori si affievolisce, oscurando per un battito d'ali ogni percezione.
Quando alle 21 e 30 circa i colori riavvolgono la venue, Xavier appare come un estremista esteta, un aborigeno che viene da lontano a raccontare storie perdute di uguaglianza, e lo fa insieme alla sua band in un esplosione di luce. Si inizia così un variegato cammino di oltre un'ora e mezza, dove ogni solco ed ogni radice della rigogliosa foresta d'emozioni della musica di Rudd si spande e diviene vibrazione dell'anima, partendo da brani intrisi di bellezza come Gather The Hands, Walk Away e Storm Boy dall'omonimo ultimo album, per poi virare toccando anche la protesta di pezzi come Flag da Nanna, o la struggente poesia di Follow The Sun di Spirit Bird. Canta e si rende aria, da una parte all'altra del palco, in ode verso il pubblico ed in continuo e sincero scambio d'emozioni con tutti, non manca di parlare dei suoi pensieri sul mondo, sulla società e sulla discriminazione in ogni forma, che sia per una famiglia con membri dello stesso sesso o verso i migranti del mondo, Xavier sussurra al cuore accarezzandone le fragilità con la sua voce e la sua musica. Intagliato nella scaletta troviamo poi un bellissimo solo sul brano Lioness Eye, dove diviene uno e tutto, ed in un ascesa e discesa continue compie un piccolo capolavoro, portare in circa 6 minuti e mezzo ogni cosa al di fuori a spegnersi per lasciare parlare solo la sinestesia di vista ed udito, coadiuvato dallo sfondo stellato e dall'immagine di un leone, il tutto sul tappeto ritmico creato dalla simbiosi tra i didgeridoo e la batteria.
Per chiudere non poteva non affidarsi a Spirit Bird, pezzo a gran voce richiesto, che simboleggia più di tutti il messaggio che questo artista cerca di portare in ogni angolo del pianeta, l'essere liberi dall'odio e dal pregiudizio e lasciare spazio all'amore, divenendo uniti come uomini e come donne, oltre le barriere ideologiche di colore, di orientamento sessuale, di credo religioso.
Scaletta: 1. Honeymoon Bay 2. Rusty Hammer 3. Come Let Go 4. The Mother 5. Come People 6. Best That I Can 7. Storm Boy 8. Gather The Hands 9. Breeze 10. Walk Away 11. Bow Down 12. Flag 13. Follow The Sun 14. While I’m Gone 15. Lioness Eye 16. Spirit Bird
Articolo del
09/10/2018 -
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