Quello che si appresta a concludersi è un 2018 ricco di soddisfazioni per Floriana Cangiano, in artoe Flo, che l’ha vista straordinaria protagonista con la pubblicazione del suo terzo album La Mentirosa e vari tour e concerti in giro per il mondo, dall’Italia al Sudamerica. Per la tappa napoletana del tour invernale dell’omonimo album, la trentunenne cantautrice partenopea ha optato per il Teatro San Ferdinando, una scelta di cuore e ricca di significato, in quello che è uno dei più importanti teatri situati nel cuore di Napoli, tempio artistico assai caro al compianto Eduardo De Filippo.
Archiviata la delusione della mancata selezione per la prossima edizione di Sanremo Giovani, sfumata alla fase finale, per Flo è tempo di sfoggiare il suo enorme talento proponendo canzoni tratte dai suoi tre dischi. Il brusio dei presenti in sala viene interrotto dal suo arrivo, sorridente ed elegante, che apre il concerto con “Lunar”, ammaliando la platea accorsa in un teatro riempitosi del tutto per l’occasione. È il preludio di una serata dall’alto tasso emozionale e all’insegna della musica di qualità, dove l’ecclettica cantautrice ci mette la consueta dose di anema e core. Dopo l’introduzione iniziale vengono presentati i fidati compagni di mille avventure: Marcello Giannini alle chitarre e sinth, Davide Costagliola al basso e contrabbasso, e Michele Maione alle percussioni.
Si passa poi a due canzoni tratte dall’album d’esordio, “Olor a Lluna” e “Meu Tempo Melhor”, quest’ultima la vede dettare il ritmo con un tamburello e Marcello Giannini districarsi in un assolo che strappa applausi per tecnica e intensità. Che Floriana sia un’immensa musicista a trecentosessanta gradi non lo scopriamo mica adesso, d’altronde non ci si laurea con il massimo dei voti in Canto così, per puro caso o buona sorte. E nella dimensione live i brani assumono nuove sfaccettature, ma non per questo risultano snaturati o meno ricchi dal punto di vista sonoro.
Sullo sfondo appare poi il quartetto d’archi Ondanueve String Quartet che accompagna l’esecuzione di “Il segno che non volevi”. Nel climax emozionale della serata arriva il turno di “Chavela” che sancisce un momento ben definito dello spettacolo, quello dedicato appunto alla figura della cantante messicana Chavela Vargas. Tra un “inciucio” (espressione napoletana indicante il pettegolezzo) e l’altro trova si passa a “Cassandra”, che vede la sentita partecipazione del pubblico in un mantra propiziatorio contro le corna, per poi lasciare posto a un breve intervallo.
All’apertura del sipario è nuovamente il quartetto d’archi a fare da spalla in “Presentimento”. L’atmosfera ricreata dalla cantautrice è di quelle intime, senza barriere tra lei e il pubblico, dove Flo racconta anche del suo legame speciale con il Teatro San Ferdinando, che vide la stessa recitare in ‘A Sciaveca di Mimmo Borrelli, sul palco che poi l’avrebbe rivista come assoluta protagonista di una serata altrettanto magica. E decantando alcuni, significativi versi tratti dalla traduzione napoletana di La Tempesta di Shakespeare, a opera del grande Eduardo, va in scena fatto il punto più aulico della serata napoletana grazie a “Fosse capace”, poesia trasformata in musica. Ogni canzone segue quindi un filo logico e viene incastonata perfettamente nella live, dove i brani eseguiti hanno un prima e dopo, ampliandone la loro essenza musicale.
Se nell’ultimo disco La Mentirosa (già recensito poco dopo la sua uscita su Extra! Music Magazine) si percepivano grandi doti interpretative, sul palco la teatralità della cantautrice napoletana raggiunge alte vette di pathos. Sinuosa si muove Flo, tra i ritmi tribali di “Babel”, che simboleggia il perfetto coesistere di lingue e suoni costante nei suoi album e tangibile nelle esibizioni dal vivo. Nell’esecuzione di questo brano troviamo Emidio Ausiello, Riccardo Smith e Paolo Cimmino alle percussioni, che completa la passerella degli artisti presenti sul palco.
Nel repertorio musico-dialettale trovano posto anche “Sittataru” e “La Mentirosa”, prima di chiudere in bellezza con la stupenda “Ad ogni femmina un marito”. Flo si congeda così, tra gli applausi scroscianti del pubblico entusiasta; la chiusura perfetta di un percorso artistico che ha l’ha vista dopo anni calcare nuovamente un palcoscenico di un teatro storico come quello del San Ferdinando.
E poco importa se snobbata da palcoscenici importanti come quelli dell’Ariston, simbolo decadente di una kermesse sanremese che ha nuovamente perso l’occasione giusta per dar spazio ad artisti degni di tale appellativo, a regalare enormi soddisfazioni ci pensa come sempre il suo pubblico, follemente innamorato della poliedricità di una cantautrice immensa. Nessun festival o riconoscimento, per quanto importante esso sia, potrà mai valere quanto l’amore dei propri fan, e in questo Flo ha già vinto
Scaletta Lunar Vulìo Olor a Lluna Meu Tempo Melhor Il segno che non volevi Della caverna il cielo Chavela Vergine di fine Agosto Cassandra Presentimento Fosse capace Malemaritate Ponte de Areia Babel Sittaturu La Mentirosa Ad ogni femmina un marito
Articolo del
17/12/2018 -
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