I Subsonica sono tornati a Roma per la penultima delle otto date del loro tour per promuovere il loro ultimo album in studio dal titolo, appunto, “8”. E si sono fatti sentire.
Reduci dal tour europeo, i Subsonica hanno riportato sul palco del Palalottomatica tutta la loro energia, e Roma li ha ringraziati con un palazzetto strapieno ed entusiasta. Purtroppo dobbiamo fidarci della scaletta ufficiale per dirvi che il concerto è iniziato con “Bottiglie rotte” primo singolo del nuovo disco, ed immaginare soltanto il caloroso benvenuto con cui sono stati accolti, perché qualche problema organizzativo alle biglietterie di cui non siamo venuti a capo, ha fatto sì che l’ingresso è avvenuto solo fra il primo e il secondo brano. Quantomeno l’effetto di entrare nel settore assegnato mentre partiva il giro iniziale di Discolabirinto, in un’esplosione di voci, ha parzialmente compensato il fastidio.
Interessante e di grande effetto, nonostante l’apparenza essenziale, la scenografia: il palco è composto da 5 settori quadrati che si muoveranno singolarmente durante tutto il concerto, ognuno occupato da uno di loro; alle loro spalle sullo sfondo 5 videowall che proiettano singolarmente i loro movimenti o in alcuni casi dei visual, e in alto cinque impalcature luci quadrate anch’esse in continuo movimento, che nascondono nella parte sottostante altrettanti schermi.
Ci vogliono poche canzoni per sentire Samuel rivolgersi al pubblico già molto riscaldato per ringraziarlo e dire “Vi trovo in forma. Non ci sono più vecchi gruppi come noi che vi fanno ballare così”. E non gli si può dare tutti i torti, in effetti. Poi parte Jolly Roger, altro brano estratto dall’ultimo disco. Ed è a quel punto che il palco si muove (mentre inizialmente i singoli quadrati erano posizionati sfalsati fra loro, adesso i pezzi si uniscono per comporre un rettangolo unico). E’ il turno di Fenice, e nel finale Samuel riesce ad attaccare un accenno a cappella di Creep dei Radiohead.
Nel set successivo il palco viene nuovamente spostato: ora i cinque quadrati sono composti a formare una piramide e quando viene nuovamente illuminato e partono le prime note di Respirare, ci accorgiamo che la voce di Samuel giunge da sopra una delle impalcature luci che per l’occasione è diventata una pedana e che viene sollevata a tutta altezza per poi essere riposizionata in basso per permettergli di scendere e sgattaiolare via nel buio. Quando riappare sui gradoni del retro del palco canta Cieli in fiamme e subito dopo invita Willie Peyote sul palco per eseguire L’incubo. Lascerà poi a lui il palco per la sua Cani.
Radio estensioni riporta Samuel a impadronirsi del palco e del pubblico. Max Casacci non perde l’occasione per ringraziare nuovamente il pubblico di Roma che, dice, da vent’anni li supporta e li segue con affetto. A questo punto annuncia una canzone, Le onde, che dedicano a Carlo Rossi, compositore e produttore discografico mancato alcuni anni fa.
Si riprende il ritmo sulle note di Benzina Ogoshi, durante la quale Samuel corre e salta su e giù per il palco, passando dai gradoni del retro palco alle casse posizionate fra il palco e il parterre, ed alla fine si posizionano tutti e quattro spalle al pubblico attorno al batterista per una foto di rito scattata dal retro palco. Siamo ormai alle note finali, e per annunciare la canzone successiva, ironizzando sul fatto che fu presentata a Sanremo, la chiama con la formula standard sanremese: “di Romano, Casacci, Di Leo…, Tutti i miei sbagli”. Il finale, senza alcuna pausa per lasciare il palco e far chiedere il bis, è affidato a Strade per poi dedicarsi, tutti (compreso Willie Peyote), a salutare il pubblico scendendo anche al parterre a salutare chi è assiepato in prima fila.
Sono state due ore e mezza intense, una setlist di ben 27 canzoni con la musica ritmata e tagliente tipica dei Subsonica, e con la loro rinnovata energia che ha catalizzato il pubblico e lo ha trascinato senza sosta a cantare e ballare per tutto il tempo. Proprio come ha detto Samuel sono ancora quei gattoni da palco di sempre, e anche stavolta lo hanno confermato
Setlist 1. Bottiglie Rotte 2. Discolabirinto 3. Up Patriots to Arms 4. Nuova ossessione 5. Jolly Roger 6. Fenice 7. Punto Critico 8. Liberi tutti 9. Il diluvio 10. Perfezione 11. L’incredibile Performance Di Un Uomo Morto 12. Respirare 13. Cieli in fiamme 14. L’incubo 15. Radio estensioni 16. La glaciazione 17. Nuvole rapide 18. Veleno 19. Aurora sogna 20. Depre 21. Le onde 22. Il cielo su Torino 23. L’odore 24. Abitudine 25. Benzina Ogoshi 26. Tutti i miei sbagli 27. Strade
Articolo del
03/03/2019 -
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