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Non è la prima volta che Steve Hackett, leggendario chitarrista dei Genesis, assoluto protagonista di quello che è stato il periodo migliore della band, torna a Roma. Lo fa sempre molto volentieri, sia perché adora questa città, sia perché il Progressive Rock dei primi anni Settanta trova qui da noi una risposta di pubblico sempre molto convincente.
In questa occasione però il repertorio è oltre modo interessante perché , all’interno del suo Genesis Revisited Tour, Steve esegue dal vivo, per intero, un album come “Selling England By The Pound”, uscito nel 1973, un disco che non raggiunge i livelli compositivi e la profondità introspettiva di “Nursery Crime” o di “Foxtrot”, ma che conquistò in poche settimane le classifiche di vendite sia in Europa che nel Regno Unito. Brani articolati e complessi come “Dancing With The Moonlight Knight” e “Firth Of Fifth” ma anche momenti molto catchy come “I Know What I Like”, che il pubblico canta a squarciagola.
La parte iniziale del concerto è però dedicata al recupero di brani inseriti su “Spectral Mornings”, pregevole album solo di Steve, uscito nel 1979. E’ il quarantesimo anniversario di quel disco, un album che Mr. Hackett considera avanti nel tempo e - ancora oggi - molto attuale. Bellissima l’esecuzione di “The Virgin And the Gypsy”, una ballata delicata e sognante che, all’epoca, ricevette il consenso anche dell’amico David Bowie. Altri tempi, altra musica, ma è per questo che siamo qui.
Sul palco Steve Hackett è accompagnato da Roger King, già con Gary Moore, alle tastiere, da Craig Blundell, che fa parte della tour band di Steven Wilson, alle percussioni e alla batteria, da Rob Townsend, ex Hungry Ants, al flauto e al sassofono, da Jonas Reingold, ex Flowers King, al basso elettrico, e da Nad Sylvan, ex Agents of Mercy e coinvolto in prima persona nel Genesis Revisited Project, alla voce.
Tornando al repertorio Genesis, risultano addirittura commoventi le esecuzioni di due rock ballad armoniose e senza tempo come “After The Ordeal” e “The Cinema Show”, impreziosita quest’ultima da uno straordinario assolo della chitarra di Steve Hackett. Il concerto si chiude con l’esecuzione di alcuni brani nuovi, tratti da “At The Edge Of The Light”, il suo ultimo disco appena uscito, ai quali segue la riproposta a sorpresa di “Deja Vu”, un outtake di “Selling England By the Pound”. Stasera però Steve Hackett è davvero inesauribile e va a ripescare anche “Dance on A Volcano”, pezzo memorabile da “A Trick Of The Tail”. Richiamato a gran voce sul palco, Hackett e la sua band eseguono una sfavillante “Los Endos”, una lunga composizione solo strumentale che permette alla band di dedicarsi a virtuosismi e a virate spaziali, ad alta quota, riuscendo a strappare grida di consenso alla folla che - sempre molto appassionata e partecipe - ha riempito quasi del tutto la Cavea dell’Auditorium.
Una serata all’insegna del passato, non c’è dubbio (la maggior parte del pubblico era qui per questo), ma anche una esibizione che testimonia la validità e l’attualità del Rock Progressivo, formula che assicura buona musica e ottimi esecutori.
(foto di Viviana Di Leo)
SET LIST Every day Under the Eye of the Sun Fallen Walls And Pedestals Beasts In Our Time The Virgin And the Gypsy Tigermoth Spectral Mornings Clocks - The Angel of Mons Dancing With The Moonlit Knight I know what I like (in your wardrobe) Firth of Fifth More Fool me The Battle of Epping Forest After the Ordeal The Cinema Show Aisle of Plenty Deja Vu Dance On a Volcano
Encore : Los Endos
Articolo del
22/07/2019 -
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