Prendete una location suggestiva nel cuore di Napoli, sullo sfondo di un tramonto di mezza estate, aggiungeteci una cantautrice talentuosa in compagnia di un ottimo chitarrista e otterrete una serata all’insegna di “Bugie, preghiere e altre cose irreversibili”.
Come un lungo cerchio che (per il momento) si chiude Floriana Cangiano torna a esibirsi al Maschio Angioino nella rassegna musicale in rosa “Femin’arte” (che vedrà anche le performance delle EbbaneSis e delle SesèMamà) sotto la direzione artistica di “Soundfly” , nello stesso luogo che l’aveva ospitata ai tempi del primo album “D’amore e di altre cose irreversibili”. Il titolo del concerto andato in scena nella serata del 19 luglio non è casuale ma racchiude al suo interno riferimenti alle “bugie” dell’ultimo lavoro discografico, con Flo ormai sempre più a suo agio nelle vesti di “mentirosa” , alle “preghiere” del “mese del rosario” (il secondo album) e infine alle “altre cose irreversibili” del disco d’esordio. L’atmosfera che si respira nel cortile del Castel Nuovo è gioviale, intima, dal sapore estivo. Sul palco Flo è accompagnata dalla chitarra di Federico Luongo, apprezzato musicista campano che vanta un background musicale importante e numerose collaborazioni con artisti di rilievo.
Si comincia con “Santa Lluvia” dove è proprio il chitarrista stabiese a rompere gli indugi e introdurre Flo sul palco, sempre più fascinosa nell’indossare gli abiti della stilista napoletana Simona Napolitano che ne esaltano il look sensuale e grintoso. E se la paloma di “Vulio” canta ma non ha nessuna intenzione di volar via, dello stesso avviso sono stati gli uccellini che hanno cinguettato durante la serata, un po’ per dispetto, o perché in fondo, ma quando gli ricapita più l’occasione di “cantare” insieme a lei?
Spinti dal calore del pubblico la coppia di musicisti prosegue attingendo dai tre album in studio di Flo, passando dalle atmosfere catalane di “Olor a Lluna” a quelle messicane di “Chavela”, senza dimenticare quelle veraci e mistiche della terra natìa di “Freva ‘e criscènza”. “Cu ti lu dissi” è l’ennesimo atto d’amore verso "La voce della Sicilia”, quella Rosa Balistreri che è inesauribile fonte di ispirazione per l’artista napoletana, omaggiata a più riprese nei suoi lavori discografici e durante le esibizioni. Tra un brano e l’altro Flo trova anche tempo per raccontarsi ed è in quel momento che storie personali, aneddoti e curiosità si intrecciano e fanno breccia nel cuore di chi ha imparato ad amare anche la persona oltre l’artista. Mettendosi a nudo la cantautrice si cimenta con uno dei brani più empatici scritti da lei, “Quale amore”, un grido cantato di denuncia verso la vigliacca pratica del femminicidio perpetrato da “eroi perdenti” e “uomini piccoli”.
I momenti ad alta intensità emotiva sono intervallati anche da simpatici siparietti che mettono ancora una volta in risalto la spontaneità e l’improvvisazione maturate nelle sue apparizioni a teatro, sollecitando il pubblico e rendendolo partecipe. C’è un qualcosa di ammaliante nel modo in cui Flo diventa tutt’uno col palco: il suo è un linguaggio del corpo studiato ma messo in pratica in maniera naturale, con le dita che sembrano disegnare figure astratte a mezz’aria che soltanto lei e il pubblico sono in grado di vedere nella magia del momento. Non mancano anche quei riti propiziatori che conferiscono all’esibizione quell’alone di mistero, tra sacro e profano, come l’immancabile sacchetto rosso contenente un foglietto con alcuni versi de La tempesta di Shakespeare nella versione napoletana di Eduardo De Filippo. Ecco perché quando arriva il momento di “Fosse capace” gli occhi dei presenti si illuminano dopo averne riconosciuto gli accordi che aprono le porte a una poesia cantata, che con la sua struggente melodia raggiunge in profondità gli angoli più remoti del cuore.
Adattamento. Gli aficionados della cantautrice napoletana converranno su questa parola: che sia accompagnata dagli Ondanueve String Quartet, dai fidato trio composto da Costagliola, Giannini e Maione, o dalla chitarra di Federico Luongo, lo spettacolo di Flo riesce ad assumere ogni volta connotazioni sonore differenti ma sempre di notevole qualità.
L’ottimo feeling tra voce e accompagnamento musicale lo si intuisce dagli sguardi d’intesa tra i due musicisti o quelli d’ammirazione che la stessa cantante riserva al chitarrista, come quando Federico si lancia in un riff acustico nel bel mezzo di “Controra arancione”, molto apprezzato anche dal pubblico. Nel suo giungere a conclusione il concerto non si esaurisce della carica emotiva ma è proprio con “Presentimento” e “Ad ogni femmina una marito” che il coinvolgimento passionale tra chi canta (e suona) e chi ascolta raggiunge il suo apice. Richiamati a gran voce sul palco Floriana e Federico deliziano per l’ultima volta il pubblico con uno dei brani più celebri della canzone classica napoletana, “Scalinatella”, che chiude in maniera ineccepibile la serata. Decantare l’incommensurabile talento artistico di Flo è sempre fin troppo facile, difficile è talvolta trovare parole all’altezza per descriverlo, ma è doveroso ricordare che dietro a una gran voce si celano uno o più musicisti altrettanto notevoli, come nel caso di Federico Luongo.
Il primo dei tre appuntamenti con il festival “Femin’arte” ha adempito perfettamente allo scopo della manifestazione, ovvero quello di celebrare la musica in rosa attraverso le esibizioni di alcune delle migliori interpreti femminili della scena musicale, e c’è riuscito grazie a una splendida performance a cura di Floriana Cangiano e Federico Luongo. D’altronde se un certo Richard Wagner affermava che “la musica è una donna”, chi siamo noi per dargli torto?
Scaletta:
Santa Lluvia (D’amore e di altre cose irreversibili)
Vulìo (Il mese del rosario) Olor a Lluna (D’amore e di altre cose irreversibili)
Lusitania (D’amore e di altre cose irreversibili)
Il segno che non volevi (La mentirosa)
Chavela (La mentirosa)
Freva ‘e criscènza (Il mese del rosario)
Cu ti lu dissi (cover Rosa Balistreri)
Quale amore (Il mese del rosario)
Ça ne tient pas la route (D’amore e di altre cose irreversibili)
Bellissima presenza (Il mese del rosario)
Fosse capace (La mentirosa)
Controra arancione (Il mese del rosario)
Ad ogni femmina un marito (Il mese del rosario)
Presentimento (D’amore e di altre cose irreversibili) Scalinatella (cover Cioffi-Bonagura)
Articolo del
25/07/2019 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|