|
Extra! Music Magazine sostiene il progetto di crowdfinding “WISH YOU WERE HERE” ideato da THIS IS NOT A LOVE SONG e dedicato ai concerti che hanno fatto la storia della Musica, quei concerti ai quali tutti avremmo voluto assistere. 32 biglietti di 32 concerti epocali, che al loro interno racchiudono 32 manifesti esclusivi illustrati da 32 tra i migliori fumettisti italiani. Il tutto anche in sostegno di 10 live club, grazie a un crowdfunding attivo dal 24 maggio fino al 30 giugno su Produzioni dal Basso. Per aderire all’iniziativa potete saperne di più sul sito https://www.produzionidalbasso.com/project/wish-you-were-here/#Biglietti-manifesti
Il concerto dei Clash a Bologna del 1 giugno 1980 non è semplicemente un suggestivo ricordo dei tempi musicali che furono, ma ancora oggi viene annoverato come uno dei concerti più importanti di tutti i tempi per l'Italia. Non è un caso se su questo concerto si sia scritto e parlato molto e Il libro ‘Bologna 1980 - Il concerto dei Clash in Piazza Maggiore nell’anno che cambiò l’Italia’ ne è sicuramente una delle testimonianze più complete di che cosa accadde prima, durante e dopo quello show leggendario.
”Tutto quello che accadde su e giù dal palco di Piazza Maggiore, prima, durante e dopo il concerto, determinò una serie di azioni e reazioni che influenzano ancora oggi la vita culturale e contro culturale del paese. Lo dimostrano i ricordi e le testimonianze degli organizzatori, dei fan e della stessa band, che anche dei punk contestatori e dei giovani arrabbiati che portavano addosso ancora le ferite del 1977, oltre alle parole di giornalisti e intellettuali che, forse, non compresero davvero e fino in fondo la portata sociale di quelle due ore scarse di musica. Tutto ciò nel 1980, l'anno in cui perdemmo definitivamente l'innocenza e che chiuse un Secolo con vent'anni d'anticipo”.
Ed è emozionante ricordare le sensazioni di quel primo giugno in Piazza Maggiore a Bologna da chi ha assistito al concerto…”Ecco che all’improvviso smette di piovere ed il pubblico, travolto dal treno in corsa di ‘Clash City Rockers’, inizia a pogare ed ondeggiare vertiginosamente: trascinati da questo mare umano in tempesta, ci spostavamo rapidamente da un estremo all’alto del palco, perché era impossibile restare fermi. Dopo un paio di brani decidemmo di retrocedere di un paio di file, per poter assistere un po’ più tranquillamente (?) al concerto. Finalmente fu possibile concentrarci su ciò che avveniva sul palco: Mick Jones corre e salta in lungo ed il largo imbracciando la sua Gibson Melody Maker, Paul Simonon, gigante col suo basso Fender all’altezza delle ginocchia, ondeggia dolcemente ed appare più statuario e dinoccolato; Joe Strummer, con la sua voce al vetriolo, urla al mondo ai suoi piedi le sue storie di periferie urbane, accompagnandosi con la sua Telecaster decorata da adesivi colorati e stelle a cinque punte. Dopo un paio di brani arriva anche Topper Headon, riuscito fortunatamente a divincolarsi dalle trappole delle autostrade attorno a Bologna ed il concerto decolla definitivamente” (Slowcult.com)
Nelle prime battute del concerto Joe Strummer si sente in dovere di scusarsi con il pubblico per la lunga attesa: «Scusate se vi abbiamo fatto aspettare, è stato un lungo viaggio in macchina». Dopo “Clash City Rockers” è il turno di “Brand New Cadillac”, incendiario standard del rockabilly made in UK con cui Butler si trova abbastanza a suo agio come testimoniano le registrazioni pirata del concerto.
Il concerto si dipana attraverso i pezzi pescati da tutta la discografia della band. Il finale della scaletta ‘regolare’ è affidato alla furibonda tripletta “English Civil War”, “I’m So Bored with the USA” e “Complete Control”. Pochi secondi dopo però la band torna sul palco per i bis e dopo il reggae di “Armagideon Time” è tempo per un’altra sequenza adrenalinica con “Tommy Gun”, “Garageland” e “Janie Jones” suonate in rapidissima successione. L’encore è chiuso da una rabbiosa versione di “London’s Burning”.
Quando sembra davvero tutto finito e il pubblico, in parte ancora scosso, inizia lentamente a defluire dall’area del concerto, i Clash tornano sul palco ancora una volta e suonano altri due brani: “Capital Radio One” seguita e poi la prima canzone pubblicata dalla band, “White Riot”, aperta a Bologna da un’intro di batteria funambolica di Topper e suonata con una violenza e una velocità molto più vicine all’hardcore che al punk 77.
Perfino l’uscita di scena della band è oggetto di aneddoti e curiosità: secondo alcuni, mentre si sfilava la chitarra dal collo per abbandonare il palco, un Mick Jones particolarmente su di giri si sarebbe mandato al tappeto da solo, colpendosi alla testa con la sua Gibson Les Paul. Un’altra leggenda-verità che ammanta questo concerto di un’aura speciale. Quando le note di “White Riot” smettono di echeggiare nella piazza, il pubblico capisce che adesso è davvero tutto finito: è ora il momento di assimilare quanto accaduto… I Clash ne avrebbero fatti altri in Italia a partire da quello di Torino due giorni dopo. Tuttavia, sarà questa prima performance a lasciare il segno più profondo, sia nella memoria collettiva del rock italiano che, forse, nei ricordi della band e del suo entourage. (tratto da Bologna 1980. Il concerto dei Clash in Piazza Maggiore nell'anno che cambiò l'Italia)
Setlist 01. Clash City Rockers 02. Brand New Cadillac 03. Safe European Home 04. Jimmy Jazz 05. London Calling 06. Guns Of Brixton 07. Train In Vain 08. Spanish Bombs 09. White Man In Hammersmith Palais 10. Jail Guitar Doors 11. Somebody Got Murdered 12. Koka Kola 13. I Fought The Law 14. 48 Hours 15. Protex Blue 16. Police and Thieves 17. Bankrobber 18. Clampdown 19. Stay Free 20. English Civil War 21. I’m So Bored With The USA 22. Complete Control 23. Armagideon Time 24. Tommy Gun 25. Gargeland 26. Janie Jones 27. London’s Burning (cut) Encore 28. Capitol Radio One 29. White Riot
Articolo del
01/06/2021 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|