La musica live manca da due anni, ma il concerto di Ariete fa sold out in pochi giorni.
Mille biglietti venduti, una fila di ragazzi che, sotto il sole cocente, ci sono circa quaranta gradi e l’aria irrespirabile tipica delle valli del nord, aspettano educatamente di poter entrare e prendere posto.
Mille sedie posizionate a distanza di sicurezza, come richiedono le norme, di fronte, il palco, un telo nero con la scritta “Ariete” che si muove appena nel leggero vento, la gente spaesata ma felice di ritrovarsi dopo tanto tempo.
Sembra quasi impossibile che qualcuno stia per suonare, che i decibel riempiano di nuovo l’arena, che le urla presto salgano al cielo.
Invece, accade.
Apre il concerto Francesco Pogliano, giovane cantautore di Chieri (TO), star di Tik tok, dove conta oltre 30.000 follower. A lui è affidato il compito di dare voce alla musica rimasta muta per tanto tempo. Quando la sua voce raffinata e calda incontra il microfono, sulle note di Marlena dei Maneskin, il ghiaccio si rompe in fretta.
Accompagnato alla chitarra dalla sorella Michela, che collabora sui testi e le musiche, il giovane cantautore intrattiene il pubblico con alcune cover, prima di presentare il suo inedito “Cuore Bucato”. E’ la prima volta che lo esegue live, e lo fa con sicurezza e passione, con il suo vibrato che cattura.
“Respiro spezzato, non sento niente ho il cuore bucato”, canta Francesco, raccogliendo applausi. Promette un EP entro fine anno, un produttore ha messo lo sguardo su di lui, racconta, e anche se ha sempre avuto la passione per il canto ora si è messo a fare le cose sul serio. In bocca al lupo Francesco, la stoffa e il talento non mancano e non vediamo l’ora di ascoltare la tua nuova musica.
Sono le 18:20, il sole una palla di fuoco; qualcosa si muove nelle vicinanze del palco. Ariete arriva su un van nero, insieme alla sua band; scende, minuta, sorridente, saluta e poi si prende un piccolo spazio dietro le quinte, mentre i tecnici eseguono gli ultimi controlli.
Alle 19,10 sale sul palco, una t-shirt colorata e un cappellino bianco, fra le urla del pubblico; “Ciao Asti!”, dice, prima di aprire il concerto cantando Nottataccia, traccia contenuta nel suo nuovo EP (18 Anni, 2020).
Il pubblico canta con lei, conosce ogni parola e questo la dice lunga sulla storia della giovane cantautrice.
Ariete, ovvero Arianna Del Giaccio, romana, classe 2002, che la musica avrebbe fatto parte della sua vita l’aveva deciso già all’età di quindici anni. Dopo una breve incursione a X Factor per essere eliminata quasi subito, pubblica alcuni singoli, per essere infine notata dall’etichetta Bomba Dischi, casa discografica che ha segnato il passo dei giovanissimi cantautori indie, producendo fra gli altri che Carl Brave e Calcutta.
Il successo di Ariete arriva repentino perché la gente si interessa alla sua musica e perché nei suoi testi è facile identificarsi. In meno di un anno si è affermata come nuova voce del mondo indie di giovanissima generazione.
Ma ciò che stupisce di questa giovane autrice e chitarrista è come si muova a suo agio sul palco, la tranquillità con la quale si approcci alla musica, la spontaneità attraverso cui si racconti.
Ariete, sul palco, sembra dire “eccomi, sono qui, sono io” e ciò che traspare è esattamente la materializzazione dei suoi testi.
Raccontarsi al pubblico in maniera trasparente, senza falsare ciò che si è una delle cose più difficili da ottenere, anche per artisti già molto più affermati e Ariete lo fa senza paura di esporsi, mostrando con la sua musica tutte le la sue fragilità e la sua forza.
Nei due EP, Spazio e !8 Anni, la giovane cantautrice scrive canzoni intime e eppure universali, filtra la realtà secondo il suo personale punto di vista, che però risulta essere comune a molte persone, accessibile. Nelle sue canzoni ci si ritrova. Racconta paure, disagi, gioie, amori finiti, rabbie, pianti, assenze, esplora l’interiorità e ne fa poesia urbana.
Nelle canzoni di Ariete c’è verità a discapito della logica, quelle verità che superano il tempo, capaci di essere credibili anche per persone molto più adulte. Non è vero che oltre i venticinque anni si è fuori target per ascoltare Ariete, perché i suoi testi toccano corde comuni all’universo umano. Questa sorta di verità presente nelle sue canzoni, ascoltata live, è amplificata.
La voce calda, quasi erotica, arriva e sfiora ed è impossibile non farsi catturare, alzare lo sguardo e dire: “Questa ragazza farà strada”.
Ogni canzone rappresenta la fotografia di un momento di vita; il live prosegue con le tracce “Solo te”, “Era meglio Prima”, “Amianto”, per arrivare a una canzone molto importante per l’artista, sulla quale si sofferma, “Avrei voluto dirti”.
Scritta quasi quattro anni prima, la canzone nasce da un riff del chitarrista Alessandro “il Cosenza” Cosentino, che l’accompagna live, e racconta di un amore finito, esplora intimamente tutte le parole e le emozioni che si vorrebbero dire, ma che invece si tengono chiuse nel cuore.
Prosegue con Pillole, il pezzo certamente più conosciuto fra i non affezionati, già disco d’oro, per continuare con “l’Ultima Notte”; Ariete ringrazia e parla con il pubblico, intervalla le sue performance con “Io vi amo, regà”.
Lo ripete spesso, Ariete, che ama il suo pubblico, ma non sembra una frase finta, buttata lì per contratto.
Ariete ci tiene. Ci tiene all’amore, alle persone, dimostra una sensibilità fuori dal comune, sprona i suoi fan dicendo “Siate sempre chi volete essere. Siate quel che cazzo volete essere, perché alla fine siete solo voi”.
Intervalla con una cover dei Pixies, “Where is my mind”, una fra sue canzoni preferite, che canta con passione e trasporto, imbracciando la chitarra, come nel caso di Venerdì e Freddo.
Con la chitarra acustica fra le braccia presenta al pubblico Quel bar, la prima, intimissima, canzone scritta e prodotta, e deve rifare un paio di volte il riff iniziale, scherza, dicendo “Me la ricordo?”.
Il concerto volge al termine sulle note di 18 anni, per poi concludersi con Mille Guerre, e anche se mille ragazzi sono stati così buoni da rispettare le regole, alla fine la musica live vince, perché ci si alza tutti in piedi, sulle sedie, con le braccia al cielo a cantare, e ci si abbraccia anche un poco, perché la musica alla fine, fa quest’effetto.
Fa ancora molto caldo, il cielo di Asti è rosso, si prepara ad accogliere un tramonto memorabile, conclusione perfetta di una giornata in cui la musica live ha fatto finalmente ritorno.
Un grazie particolare agli organizzatori, Palco 19 e Casa Buneo Eventi, realtà astigiane che credono ancora moltissimo nella musica live, che anticipano i tempi, rendendo possibili eventi dal vivo in periodi non favorevoli come questi. Grazie per la musica!
SET LIST Ariete @Parco Lungo Tanaro Asti Nottataccia Solo te Riposa in pace Insicuri Amianto Avrei voluto dirti Pillole L’ultima notte Stare male Where is my mind dei Pixies Freddo Quel bar Venerdì 18 anni Mille Guerre
Articolo del
20/06/2021 -
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