Geoff Tate Geoff Tate live @ Traffic - Roma, 9 marzo 2022 Roma  9/03/2022 di Dario Calfapietra

Un concerto che pensavo di vedere ad inizio aprile 2020 ed invece, per posticipi dovuti alla pandemia, ho dovuto attendere due anni per assistere a questa prima data del tour che celebra gli albums dei Queensryche RAGE FOR ORDER (1986) ed EMPIRE (1990).
In passato ho avuto la fortuna di vedere dal vivo i Queensryche per due volte all'apice della loro carriera, nel 1990 a Firenze per l'Empire Tour e poi al Monsters of Rock del 1991 insieme a Metallica ed AC/DC.

Dopo due gruppi di supporto (i tedeschi Sons of Sound e gli australiani Darker Half), alle 22:30 sale finalmente sul palco Geoff Tate con la band che lo accompagna per questo tour europeo. Ci sono ben tre chitarristi (i due eccellenti italiani Dario Parente e Walter Cianciusi e lo scozzese di Glasgow Kieran Robertson, un funambolo che si diverte a fare le linguacce ed a coinvolgere il pubblico) a svolgere il lavoro che in passato fu di Chris DeGarmo e Michael Wilton. Il basso dello scozzese Jack Ross è solido e preciso mentre il batterista americano Danny Laverde (insolitamente seduto dietro una batteria elettro-acustica Roland) fa il suo dovere muovendo i lunghi capelli. Ma quello che colpisce di più è la voce di Geoff Tate (nato nel 1959 col nome Jeffrey Wayne Tate) che ancora oggi non da alcun segno di cedimento e che gli permette di riproporre le melodie dei brani in maniera perfetta. Il primo set di 45 minuti dedicato all'album RAGE FOR ORDER si apre con Walk in the Shadows e prosegue con la splendida I Dream in Infrared. Geoff introduce Surgical Strike dicendo che “sganciare bombe su un altro Paese non è una cosa molto carina” (evidente riferimento alla guerra in Ucraina). Racconta anche che nel 1986 RAGE FOR ORDER fu criticato perché definito un album scuro e difficile. Il set si chiude magnificamente con la ballata I Will Remember che incanta i presenti prima che Geoff annunci una breve pausa per poi tornare a suonare per intero l'album EMPIRE.

Pazientemente il pubblico attende circa mezz'ora prima che la band torni sul palco.
Quando finalmente si riparte con Best I Can qualcosa ha spezzato l'incantesimo. La voce di Geoff Tate è sparita, forse cancellata da un fonico distratto, visto che l'effetto delay (evidentemente mal regolato) permette di ascoltare solo l'eco ma non la voce principale. Si attende pazientemente pensando ad un problema temporaneo ma purtroppo così non è. Anche il sassofono, suonato a sorpresa da Geoff nella successiva The Thin Line, viene penalizzato da un mix scadente risultando praticamente inascoltabile. Mi sposto in una posizione più centrale sperando che da lì si possa sentire meglio ma purtroppo il suono non cambia. Bellissimi brani come Jet City Woman o Resistance vengono umiliati dal fatto che i cori si sentano limpidamente ma la voce principale sia praticamente assente. E' evidente che la band in cuffia ha degli ascolti ben diversi e decisamente migliori perché i musicisti continuano a suonare alla grande divertendosi. Fortunatamente durante Silent Lucidity (introdotta da una divertente storia su un fan incontrato al supermercato negli Stati Uniti) il missaggio inizia a migliorare (qualcuno avrà svegliato il fonico?) e dalla successiva Hand on Heart la voce di Mr. Tate è di nuovo tra noi. Peccato siano rimasti in scaletta soltanto altri due brani dall'album EMPIRE.
E' ormai mezzanotte e mezzo quando la band torna per l'ultima volta sul palco per suonare Take Hold of The Flame (da THE WARNING) e Queen of the Reich (dall'EP omonimo d'esordio).
Un vero peccato per i problemi tecnici perché la band è ottima e sostiene perfettamente la voce cristallina di Tate riproducendo i brani fedelmente fino all'ultima nota.

Rientrando a casa parzialmente deluso, la mia memoria torna a quei concerti dei Queensryche visti nei primi anni '90 quando la musica Heavy Metal era al top e la band di Geoff Tate e Chris DeGarmo era tra i suoi massimi esponenti.
Articolo del  11/03/2022 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati