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Foto di Viviana Di Leo
Era da oltre due anni che Dog Byron, la creatura musicale ideata da Max Trani, non tornava ad esibirsi dal vivo.
L’occasione giusta è stata la prossima uscita di “Open”, il nuovo album, che viene presentato quasi per intero questa sera, dal vivo. Max Trani è un musicista romano, ma è quasi più conosciuto all’estero che da noi: a partire dal 2009 la sua carriera artistica si è sviluppata fra Roma, Berlino e Londra, ma ha suonato spesso anche in Belgio, in Svizzera e in Francia. Ha collaborato con tanti musicisti e gruppi stranieri, come per esempio Peter Murphy e i Turin Brakes, suoi grandi amici, che aveva cercato di portare con lui sul palco in occasione di questa serata. A cominciare dalle prime note di brani come “The End Claim”, “Broken Witches” e “Again”, che fanno parte del nuovo disco, si capisce che il substrato musicale di Max Trani è il blues, quello vero, originario delle sponde del Mississippi.
Ma il progetto Dog Byron è per sua natura aperto ad influenze diverse e non mancheranno variazioni e sorprese nel corso della sua esibizione. Il nucleo centrale della band è formato da Max Trani, chitarra e voce, da Marco De Ritis, al basso, da David Assuntino, al piano elettrico e da Gianluca Giannasso, alla batteria, ma sono molti altri i musicisti che si alternano sul palco in una sorta di vortice continuo ed esaltante, aperto dalla presentazione del cantautore Giangrande. Non mancano citazioni soul, arrangiamenti presi in prestito dall’ elettronica e incursioni nella musica jazz, come quando il sassofonista Andrès Arce Maldonado si unisce ai Dog Byron sul palco. Oltre alle canzoni nuove, vengono riproposti brani di repertorio come “Summer Lullaby”, “Everytime” e “Too Late To Go”. Energetico e prezioso il contributo del prestigioso chitarrista blues Alessio Magliocchetti (noto come Poor Bob) anche se poi - proprio dopo l’assolo di chitarra - trova spazio all’interno dello stesso brano la vocalità altisonante del rapper Kento (alias Francesco Carlo) che finisce con annullare quasi del tutto l’atmosfera densa di quella “blues ballad”.
La commistione di generi diversi può andar bene, non ci sono certo proibizioni di sorta, ma forse poi viene a mancare una certa coerenza nell’approccio musicale del gruppo. Si procede con “7 Stars”, con un sogno che si chiama “Berliner Traum” e con la bellissima “Rock ‘n’ Roll Show”, dedicata con estrema dolcezza al giorno in cui nasce sua figlia (presente in sala, insieme alla madre, e ad uno stuolo di simpaticissimi ragazzini). La serata si chiude con “Home”, altro bano nuovo, molto ben calibrato, e con la riproposta in chiave acustica di “Lovesong” dei Cure, uno dei cavalli di battaglia dei Dog Byron, con Max Trani che offre il meglio di se stesso alle prese con una interpretazione così significativa e importante.
Articolo del
01/04/2022 -
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