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Possiamo definirla la serata dei ricordi quella che coincide con il ritorno a Roma de Le Orme, lo storico gruppo italiano di “rock progressivo” che si era formato a Marghera, in Veneto, nel lontano 1966.
Il primo successo discografico arrivò però nel 1968 con “Senti l’Estate che Torna” e da allora in poi fu tutto un crescendo esaltante. In seguito Le Orme furono fra le prime band ad entrare in contatto con echi ed influenze del “progressive rock” inglese dai Genesis ai Van Der Graaf Generator e la loro musica - così innovativa e geniale - fu un segnale di crescita per tutto il movimento “beat” italiano. Non più canzonette radiofoniche, basta con i brani da tre minuti e via o con la musica “da ballare”, al loro posto composizioni molto più complesse, anche di lunga durata, che mescolavano sapientemente il nascente rock con la musica sinfonica. Inizialmente il gruppo era formato da Aldo Tagliapietra, da Tony Pagliuca e da Michi Dei Rossi, un fantastico trio che pubblicò album leggendari come “Collage”, “Uomo di Pezza” e “Felona e Sorona”.
Molto è tempo è passato da allora, le speranze e le illusioni degli anni Settanta non si sono quasi mai trasformate in realtà, le stesse Orme hanno conosciuto momenti di crisi, fratture e avvicendamenti nella formazione. Li ritroviamo questa sera con il solo Michi Dei Rossi, il batterista, a tenere vivo il legame con la “line up” di quegli anni: Tagliapietra e Pagliuca hanno scelto altre strade. Accanto a lui Michele Bon, alle tastiere, con il gruppo dal 1990, e gli innesti più recenti, quelli di Federico Gava, pianoforte e sintetizzatori, e Luca Sparagna, al basso, alla chitarra acustica e alla voce. La serata si rivela molto piacevole e intensa con Michi Dei Rossi nel ruolo di mattatore, che scherza con il pubblico presente in sala e ogni tanto lo provoca “Siete in tanti questa sera, ma perché poi quando si tratta di comprare i dischi, siete sempre pochi?” In realtà l’ultima fatica discografica de Le Orme è del 2019 con “Sulle Ali di Un Sogno”, ma il vero album degno del loro passato rimane “La Via Della Seta” del 2011. Il concerto ripropone dal vivo brani storici come “Collage”, “Era Inverno”, “Gioco di Bimba” e “Cemento Armato” in un susseguirsi di lunghi contrappunti musicali, dove il rock convive piacevolmente con la musica sinfonica.
Una formula questa che è stata superata, con il passare del tempo, per cedere il posto a soluzioni più sperimentali. Ma qui in Italia esiste uno “zoccolo duro” di appassionati di “rock progressivo” che ancora celebra giustamente quegli anni e che questa sera finalmente si riconosce, si ritrova e prova momenti di intensa soddisfazione. Il finale è riservato alla mitica “Sguardo Verso il Cielo”, che non smette mai di risultare esaltante, ad “Amico di Ieri” e - su richiesta dell’amico Guido Bellachioma - “Vedi Amsterdam”, uno dei brani migliori di “Verità Nascoste”, album del 1976.
SET LIST
- Collage - Era Inverno - La Via della Seta - L'alba di Eurasia - Il Romanzo di Alessandro - Verso Sud - Mondi che si cercano - Una Donna - 29457, l'asteroide di Marco Polo - Una dolcezza nuova - Gioco di bimba - La Porta chiusa - Contrappunti - Cemento armato - Sospesi nell'incredibile - Felona - L'equilibrio (strumentale) - Ritratto di un mattino (strumentale) - Ritorno al nulla - Sguardo verso il cielo Encore: - Amico di Ieri - Vedi Amsterdam
Articolo del
26/04/2022 -
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