Einstürzende Neubauten Live @ Roma, Auditorium della Conciliazione - 29 maggio 2022 di Daniela Giombini e Dario Calfapietra

E' con grande curiosità che andiamo a vedere la band tedesca Einstürzende Neubauten (che in italiano si potrebbe tradurre “Nuove costruzioni che collassano”) in tour per promuovere l'ultimo album ALLES IN ALLEM pubblicato nel 2020, tour rimandato già due volte per colpa del famigerato coronavirus.

L'Auditorium si addice bene alla teatralità del gruppo, affinata dopo migliaia di concerti e che ora ha raggiunto finalmente la maturità. La distanza del palco dalla galleria però non permette all'occhio di mettere a fuoco particolari e dettagli fondamentali nel suono e nel look degli E.N., una location che purtroppo impedisce pure qualsiasi tipo di interazione tra artista e pubblico.

Apre il concerto la canzone “Wedding” che prende il titolo da un quartiere di Berlino, città natale della band. Il basso suonato da Alexander Hacke, quasi tribale in questo primo brano, è l'elemento portante su cui sembrano appoggiarsi gli altri strumenti e la voce che ripete la parola del titolo in modo quasi ossessivo. Il pubblico reagisce con entusiasmo alle prime note di basso che aprono “Nagorny Karabach” (da ALLES WIEDER OFFEN del 2007) dal testo politico-poetico e con dei bei ricami della chitarra di Jochen Arbeit suonata con l'EBow (apparecchio che crea un campo magnetico facendo vibrare le corde e producendo così un suono simile a quello dell'arco del violoncello). Bellissimo l'incastro ritmico tra basso, chitarra e percussioni di “Die Befindlichkeit des Landes” su cui Blixa Bargeld canta con voce quasi recitante “Mela Mela Melancholia”.

Dopo il trascinante crescendo di “Sonnenbarke”, Blixa introduce il successivo brano “Seven Screws” dicendo che ha un riferimento proprio all'Auditorium di Roma (probabilmente la caduta dal palco di cui il cantante fu vittima nel concerto del 2014 che gli provocò la frattura della gamba e di conseguenza forse le sette viti del titolo nell'osso). Segue “Grazer Damm”, la strada di Berlino dove Blixa Bargeld ha vissuto la sua infanzia, in cui viene suonato un carrello del supermercato, cosa che il gruppo non faceva dal 1987. Il cantante a piedi scalzi ha un look total black molto curato che insieme ai capelli lunghi e fluenti lo fanno sembrare decisamente più giovane.

La componente rumorista ed industrial, finora utilizzata dai due percussionisti Rudolf Moser e N.U. Unruh in maniera poco invasiva, prende il sopravvento e sul palco appaiono tubi di metallo, bidoni ed una sega elettrica utilizzati nei brani “Zvilisatorisches Missgeschik” e “How Did I Die?”. Dopo l'ennesimo omaggio a Berlino con la canzone “Am Landwehrkanal”, con la bella “Susej” il gruppo lascia il palco. Chiamati a gran voce dal pubblico, tornano per un set che comprende “Taschen”, tratta ancora dall'ultimo disco, dove il ritmo è scandito da sacchi percossi e la popolare “Sabrina” col palco illuminato di rosso ed il cantante invece sotto un faro bianco in omaggio alla frase “I wish this would be your colour”.

Si chiude con “Tempelhof” (un altro quartiere berlinese) con Bargeld che racconta che in quella zona c'è un ingresso che porta all'ex aeroporto americano di Tempelhofer Feld (oggi trasformato in parco pubblico) da cui si esce per entrare nel Pantheon di Roma per poi tornare indietro passando da un'altra porta.

Un gruppo che merita assolutamente di essere visto dal vivo perché la loro musica rende meglio sul palco che su disco. Sono ormai lontani i tempi in cui si esibivano nei centri sociali ed eccedevano nelle sperimentazioni sonore, oggi per chi scrive il sound degli Einstürzende Neubauten è molto più maturo e godibile che non in passato


Articolo del  31/05/2022 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati