Una location d’eccezione, la Visarno Arena, nel cuore di Firenze, ha ospitato i Muse per un’unica data italiana, che ha richiamato gli appassionati della band inglese da ogni angolo della penisola.
A Firenze Rocks si respira un’aria di festosa comunione con il rock, quale posto migliore per sgranchire le gambe (e le orecchie) dopo due anni di clausura in attesa delle grandi band e dei grandi concerti estivi.
In un cartellone di tutto rispetto, che nell’edizione di quest’anno ha ospitato Green Day, Red Hot Chili Peppers e Metallica, venerdì 17 giugno gli headliner della serata sono stati i Muse, anticipati da un’ora di ottima musica dei Placebo, e ancor prima dai Ramona Flowers e i Misterynes (due alternative rock band inglesi.)
Non una tappa legata al nuovo album, che deve ancora uscire, ma più una grande festa per le persone nel sacro nome della musica live, con una set list assolutamente godibile e molto varia.
I Muse dal vivo raramente deludono e non l’hanno fatto di certo questa volta.
In tre, Matt Bellamy, Dominic Howard e Chris Wolstenholme (più la new entry, il musicista Dan Lancaster che ha sostituito lo storico tastierista Morgan Nicholls) sul palco fanno rumore come una band di molti più elementi.
L’apertura in trionfo sulla la nuova canzone Will of the People, che da anche il titolo al nuovo album in uscita il 26 Agosto, con le immagini fantascientifiche e distopiche del video, proiettate sui megaschermi laterali al palco, danno da subito una grande bordata sulle orecchie.
Saranno i due anni di assenza, sarà la sete di rock ma il parterre impazzisce fin dai primi potenti riff del Bellamy.
Will of the People suona a metà fra un inno e una canzone glam rock e i tre non potevano scegliere apertura migliore. I toni rimangono molto sostenuti e si prosegue con il granitico Hysteria, (2003) uno dei pezzi fondamentali dei Muse e a seguire con le svernicianti chitarre di Psycho (2015), per tirare giusto un attimo il fiato su Pressure (2018) e alzare di nuovo il livello con il primo singolo, uscito a Gennaio 2022, del nuovo album: Won’t Stand Down, una massiccia canzone che contiene un giusto mix di elettronica, hard rock e distorsioni degne del più classico heavy metal.
Insomma, è passato nemmeno un quarto d’ora e il pubblico è letteralmente impazzito.
Bellamy e company sono in gran forma e non si smentiscono nemmeno questa volta: i Muse live superano anche la qualità “studio” e si confermano come una fra le più grandi live band di questo ventennio, che non ha ancora finito quel che ha da dire, e che in primis racconta sé stessa attraverso il palco.
A parte qualche problemino tecnico, e qualche secondo di troppo fra alcune canzoni (ma proprio se si vuole guardare il particolare) la set list proposta al Firenze Rocks è equilibrata nei generi, con i grandi pezzi rock come Hysteria e Citizen, brani dalla forte ritmica come Uprising, pezzi più pop come Time is running out e Starlight, onesta nel ripercorrere le tappe fondamentali della carriera dei Muse, e il risultato è un concerto potente e fastoso, che non perde mai ritmo e che letteralmente fa volare il tempo.
La perla della serata è stata senza dubbio l’esecuzione magistrale di Citizen Erased, un altro dei pezzi fondamentali dei Muse, tratto dal secondo album Origin of Simmetry. Una canzone assurda e irrestibile, che eseguita live ha il potere di elevarsi a livello superiore, e Matt Bellamy assorto al pianoforte e fra falsetti indimenticabili e giri laceranti di chitarra, è una cosa che almeno una volta nella vita non ci si deve perdere.
Altro momento memorabile è stata la presentazione, per la prima volta in queste date estive, del pezzo Kill or be Killed, che sarà una traccia del nuovo album, non ancora uscito ufficialmente ma presentato direttamente live, come nella più sincera tradizione rock. Un pezzo che si è guadagnato senza se e senza ma la posizione di penultima traccia in set list, poco prima dell’epica chiusura del concerto. Subito notata da chi i Muse li conosce e li segue, Kill or be killed è un brano pazzesco, che i Muse non sfornavano da anni ormai, che suona leggendario già dal primo ascolto.
In pochi minuti ti srotola davanti ogni sfumatura dei Muse: una grande base ritmica, elettronica, chitarre tirate al massimo il tutto rinchiuso in una melodia sinfonica e nella particolarissima voce del Bellamy, fatta di potenti falsetti, cori allo spasmo e di frasi sputate con rabbia. Insomma, un pezzo che dal vivo spacca sul serio e che non vediamo l’ora di ascoltare nella versione studio.
Il concerto si chiude dopo un’ora e mezza sulle note eroiche di Man with Harmonica (di Ennio Morricone) + Knights of Cydonia.
Un ritorno in grande stile, che anticipa senza mezzitermini quale sarà il passo del nuovo album e del prossimo tour legato allo stesso.
Di fermarsi, i Muse, non ne hanno proprio intenzione.
Set list 17 Giugno 2022 - Firenze Rocks – Visarno Arena
Will of the people Interlude + Hysteria Drill sergeant + Psycho Won’t stand down Citizen Erased The Gallery Compliance Time is running out Nishe + Madness Supermassive black hole Thought contagion Interlude “Drive” + Plug in baby Behold, the Glove Uprising Prelude + Starlight Kill or be Killed Man with harmonica +Knights of Cidonya
Articolo del
20/06/2022 -
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