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C’è ancora un clima afoso che impera a Roma quando, il 6 luglio scorso, il pubblico comincia a prendere posto nella vasta platea predisposta nel giardino della Casa Del Jazz per assistere al doppio concerto in programma.
Promossa dalla Fondazione Musica Per Roma, l’ONJGT, o “Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti” diretta da Paolo Damiani, più che un gruppo è una famiglia. Una selezione di alcuni dei giovani musicisti che stanno in questi ultimi anni rappresentando il jazz italiano nel mondo con entusiasmo e competenza. La novità di questa rinnovata quarta formazione è il fatto di essere stata selezionata grazie ai voti del referendum nazionale “Top Jazz” della rivista Musica Jazz. E quindi eccoci lì, mentre questi 11 musicisti prendono posto sul palco in semicerchio, ciascuno dedito al proprio strumento ma al contempo strettamente interconnesso a quello dei compagni di fianco: Camilla Battaglia – voce, Anais Drago/Eloisa Manera – violino, Francesco Fratini – tromba, Federico Calcagno – clarinetto, clarinetto basso, Michele Tino – sax alto, sax soprano, Sophia Tomelleri – sax tenore, Michele Fortunato- trombone, Giacomo Zanus – chitarra, Federica Michisanti – contrabbasso, Nazareno Caputo – vibrafono, Francesca Remigi – batteria, Paolo Damiani – direzione, contrabbasso.
I brani sono composizioni variegate che mettono in luce l’eccellenza creativa di tutti, dando modo al particolare talento del singolo di divenire universale e, idealmente, leggersi come espressione di una nazione proiettata alla creazione di un retaggio artistico di valore per le prossime generazioni di jazzisti e non. Ci vuole qualche minuto per liberare il palco dalla numerosa strumentazione, lasciando un vuoto apparente che sarà ampiamente colmato dalla formazione successiva. Ambrose Akinmusire, nato nel 1982 ad Oakland in California, ha saputo nel tempo ritagliarsi un ruolo sempre più di rilievo nella scena jazzistica internazionale. Con il suo ultimo album “On the tender spot of every calloused moment” ha ricevuto una nomination ai Grammy del 2021, un punto fermo importante del suo percorso iniziato tempo fa quando, ancora adolescente, fu notato da Steve Coleman mentre suonava nel Berkeley High School Jazz Ensemble. Da lì i primi tour ed alcune collaborazioni con grandi musicisti del calibro di Wayne Shorter e Herbie Hancock.
A Villa Osio arriva con una formazione a quattro: Ambrose Akinmusire, tromba, Fabian Almazan, piano, Harish Raghavan, contrabbasso, Timothy Angulo, batteria.
La sezione ritmica portentosa lascia senza fiato e riesce a bilanciarsi perfettamente al suono deciso ma anche dolce della tromba di Ambrose. Si rimane affascinati e rapiti dal modo in cui la comunicazione non verbale della tromba di Akinmusire costruisce orizzonti sonori in cui è facile perdersi, per poi, subito dopo, scorgere quella scintilla di luce che trasforma un semplice uomo in un artista che avrà modo d’essere ricordato, studiato, amato.
Un’altra splendida serata, per un cartellone estivo d’eventi alla Casa Del Jazz che si conferma tra i più interessanti e vari di sempre.
Articolo del
08/07/2022 -
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