(foto di Stefano Binci-Fondazione Pergolesi-Spontini)
Si è aperto da poco il sipario sulla ventiduesima edizione del prestigioso Pergolesi Spontini Festival nella città di Jesi, con un programma come sempre ricco e variegato di proposte musicali.
Nella seconda serata la protagonista assoluta è stata Fiorella Mannoia con una tappa del suo tour "La versione di Fiorella" che porta il nome della trasmissione condotta da lei su rai tre. La Mannoia accompagnata da Carlo Di Francesco ( percussioni e direzione musicale), Claudio Storniolo (pianoforte, tastiere e fisarmonica), Max Rosati e Alessandro "Doc" De Crescenzo (chitarre), Luca Visigalli (basso), Diego Corradin (batteria) non ha deluso le aspettative con un concerto annunciato già sold out da alcune settimane. Con le note di "Padroni di niente" (titletrack del suo ultimo disco di inediti uscito nel 2020) si è aperto il live , che ha subito lasciato spazio ad un classico del suo repertorio "I treni a vapore" firmata da Ivano Fossati. Nella scaletta scorrono alcune canzoni più recenti come "Combattente", "Il peso del coraggio", "Nessuna conseguenza" contro la violenza sulle donne e alcuni omaggi come "Io vivrò senza te" di Lucio Battisti, "Amore fermati" di Fred Bongusto e "Cercami" di Renato Zero riproposti con nuovi interessanti arrangiamenti.
Il pubblico ricambia con affetto, gli applausi sono forti e spesso arrivano anche a metà canzone. Inizia poi una parte completamente acustica con una versione da brividi di "Cara", il capolavoro di Lucio Dalla, accompagnata solamente da due chitarre acustiche. Si aggiugono gli altri musicisti intorno a Fiorella che continua a cantare le sue storie : "Si è rotto", "Come si cambia", la pluripremiata "Perfetti sconosciuti" (dalla colonna sonora dell'omonimo film di Paolo Genovese uscito nel 2016), la celeberrima "Quello che le donne non dicono" di Enrico Ruggeri e una versione marcatamente folk e popolare de "La casa in riva al mare" sempre di Lucio Dalla. C'è ancora spazio per cantare delle donne e delle loro battaglie: Prima con un omaggio a Fabrizio De Andrè con "Princesa" ( la storia vera di Fernanda, transgender brasiliana) scritta con Ivano Fossati e "Sally" una delle canzoni più intense del canzoniere di Vasco Rossi, poi un tuffo nel passato con "Caffè nero bollente" (portata a Sanremo nel 1981) e la chiusura affidata a "Siamo ancora qui". Il pubblico ovviamente reclama a gran voce i bis, che non si fanno attendere.
Ritorna in scena con "Generale" di Francesco De Gregori, sventolando la bandiera della pace che per tutto il concerto era posizionata sopra una cassa. Poi ancora "Che sia benedetta" ( secondo posto a Sanremo 2017) e una versione macchiata di blues del classico di Massimo Bubola "Il cielo d'Irlanda" che ha trascinato gli spettatori in un'ovazione finale con tanto di balletti e coreografie. La Mannoia ha classe da vendere, sul palco è sempre misurata, si muove con leggerezza, crea le giuste atmosfere, ha un bel feeling con la band, scherza con il pubblico e propone anche alcune riflessioni sociali. Inoltre può vantare un vasto repertorio, formato da bellissimi gioielli della canzone d'autore italiana, che lei riesce sempre a rispettare e a farli diventare suoi. Sarà stata la bellezza del posto con la complicità della musica, ma per una sera si è respirata un'aria magica, un ritorno alla normalità che in questi tempi ci è mancata tremendamente. Grazie Fiorella.
Scaletta
Padroni di niente I treni a vapore Combattente Io vivrò senza te Nessuna conseguenza Il peso del coraggio Amore fermati Cercami Cara Si è rotto Come si cambia Perfetti sconosciuti Quello che le donne non dicono La casa in riva al mare Princesa Sally Caffè nero bollente Siamo ancora qui
Bis
Generale Che sia benedetta Il cielo d'Irlanda
Articolo del
01/08/2022 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|